Anni di austerity? Tagli e crisi economica? In Romania la crisi è profonda. Ma presso la sede del parlamento nessuno se ne accorge. A seguito delle recenti elezioni politiche il numero dei parlamentari sale infatti da 470 a 588

18/12/2012 -  Mihaela Iordache

Si può prendere in giro un intero popolo? Evidentemente si può. Ed a farlo è la sua stessa classe politica. Senza rimorsi e senza pietà. Accade in Romania dove, domenica 9 dicembre, si sono svolte le elezioni politiche. A seguito di queste ultime è nato il parlamento più affollato della storia della Romania.

In piena crisi economica, con misure di severa austerità che da ormai qualche anno colpiscono i cittadini rumeni, la casta – senatori, deputati con tanto di segretarie, portaborse, auto blu – è in aumento. Il nuovo parlamento di Bucarest sarà infatti composto da 588 parlamentari, a fronte dei 470 che aveva avuto sino ad ora.

118 tra senatori e deputati sono riusciti a guadagnarsi una poltrona grazie ai cosiddetti “mandati supplementari”. A seguito di una riforma della legge elettorale datata 2008 si è previsto un premio di maggioranza che, date talune condizioni, porta in parlamento anche chi in realtà è uscito sconfitto nel proprio collegio uninominale. Con 588 parlamentari la Romania, paese di 21,4 milioni di abitanti, è riuscita ora ad avere più rappresentanti degli Stati Uniti, la cui popolazione supera i 300 milioni. Il secondo paese più povero dell'Unione europea, in piena crisi economica, evidentemente può permettersi questo lusso.

Non ha recentemente mancato di sottolineare il paradosso Mark Gitenstein, ambasciatore Usa in Romania, in un'intervista rilasciata per digi 24, poco prima della fine del suo mandato. “Avrete in parlamento più rappresentanti di quanti ne abbiamo noi nel Congresso”. A Gitenstein è stato poi chiesto se non ritiene che un numero superiore di parlamentari assicurino una migliore qualità della democrazia. In modo molto diplomatico l'ambasciatore ha risposto, con un sorriso, che si augura questo si verifichi in Romania.

Aggiungi un posto a tavola

Mentre alcuni si preoccupano per la democrazia, altri nel frattempo si stanno preoccupando per le poltrone. Letteralmente. Attualmente non ve ne sono a sufficienza per ospitare tutti i nuovi i neo-eletti nella Casa del Popolo, cioè la sede a Bucarest di Camera e Senato. Altri ancora – e in particolare i giornalisti – stanno cercando di valutare quanto costeranno alle casse dello stato questi 118 parlamentari in più. Secondo alcuni calcoli pubblicati un senatore romeno costa al mese almeno 9.000 euro.

La stessa stampa ha fornito un'ampia panoramica su “chi è chi” nel nuovo parlamento romeno. E ne è uscito un quadro più colorato che mai tra uomini d'affari, loro parenti e figli, segretarie di politici, mogli, amanti, giornalisti, ex informatori della Securitate e naturalmente gli immancabili inquisiti.

Nel nuovo parlamento l'Unione (USL) coalizione tra Victor Ponta (Partito Social Democratico) e Crin Antonescu (Partito Nazional Liberale) con circa il 70% dei seggi ha la maggioranza assoluta. Può, se lo desidera, modificare anche la Costituzione. E Ponta ha già annunciato di volerlo fare. Il Partito Democratico Liberale del presidente in carica Băsescu invece, con il suo 16%, avrà bisogno di allearsi con l’Unione Democratica dei Magiari (rimasti fuori dal governo in quanto i liberali non li hanno voluti) o con il Partito del Popolo di Dan Diaconescu se vuole avere un qualche peso parlamentare.

Nasce il Ponta II

L’USL ora si prepara a fare il bis al palazzo Victoria, sede del governo romeno. Lunedì il capo dello Stato, Traian Băsescu, ha infatti nominato il candidato dell’USL Victor Ponta alla carica di primo ministro. Il governo Victor Ponta II si prepara quindi a raccogliere la scontata fiducia parlamentare, probabilmente già venerdì.

Se il legislativo scoppia di parlamentari, anche il governo annuncia che non sarà da meno: saranno 22 i ministeri. I social democratici e liberali se li sono divisi fra loro. Secondo l’agenzia stampa Mediafax, al PSD andranno: Tesoro, Difesa, Esteri, Energia, Comunicazioni, Amministrazione pubblica, Sviluppo, Industria, Fondi UE, Istruzione, Ambiente e Grandi lavori pubblici. Al PNL invece dovrebbero andare Finanze, Salute, Agricoltura, Trasporti, Interni, Lavoro, Foreste, Medie e Piccole Imprese, Giustizia ed Economia.

Intanto, subito dopo aver vinto le elezioni, il governo Ponta ha annunciato che dal primo gennaio 2013 le tasse e le imposte locali potranno aumentare fino al 16%. Spetterà però ad ogni singolo comune scegliere se farlo o meno, e decidere anche di quanto. Ma è probabile che ne consegua un ulteriore rincaro del costo della vita. Mentre le assunzioni pubbliche continuano a restare bloccate la Romania è un paese che dipende sempre più dai finanziamenti esteri, ma che fa finta di non saperlo.