La Romania è il paese con il più alto tasso d’inflazione dell’Unione Europea, che a gennaio ha raggiunto il 7,3% su base annua. Nonostante la crescita delle retribuzioni, per mantenere una vita dignitosa oggi bisogna spendere il 40% in più rispetto a soli tre anni fa
Se si dovesse chiedere ad un cittadino romeno come vanno le cose nel suo paese, è probabile che inizierebbe illustrando la situazione economica sempre più difficile, che lo costringe a fare sempre più calcoli e strategie, almeno quando si tratta di fare la spesa giornaliera. Vi parlerà poi della guerra al confine, in Ucraina, e dell’attuale anno elettorale presentando non poche critiche verso la classe politica romena.
Ma poi tornerà di sicuro a raccontarvi delle sue perplessità e paure davanti ai prezzi sempre in crescita, a fronte di quantità inferiori di prodotto, perché anche in Romania si verifica il fenomeno della shrinkflation [aumento dei prezzi senza che il consumatore se ne accorga].
I romeni non saranno certo meravigliati dal sapere che la Romania è il paese con la più alta inflazione, il 7,3%, dell’Unione Europea. Il tasso d’inflazione annuale non solo è il più alto dell’UE, ma è anche il doppio della media dell’Unione, scesa a gennaio al 3,1%, dal 3,4% di dicembre.
Nel primo mese di quest'anno, i paesi membri UE con i tassi di inflazione più elevati sono stati appunto la Romania (7,3%), l'Estonia (5%) e la Croazia (4,8%). Al polo opposto, i paesi dell'Unione che hanno registrato i tassi d’inflazione più bassi sono stati Danimarca e Italia (entrambi con lo 0,9%), seguiti da Lettonia, Lituania e Finlandia (tutti con un’inflazione dell’1,1%).
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica romeno (INS) la situazione sarebbe ancora peggiore: secondo i dati raccolti dall'Istituto, il tasso annuo di inflazione è aumentato nel gennaio 2024 al 7,41% (dal 6,61% di dicembre): per l'INS i prezzi delle materie prime alimentari sono aumentati del 5,64%, quelli non alimentari del 7,36% e i servizi del 10,91%.
Per molti analisti economici la causa dell’aumento dell’inflazione è legata alle modifiche fiscali entrate in vigore dal 1° gennaio 2024, che hanno fatto lievitare ulteriormente i prezzi.
Le incertezze legate alle misure fiscali adottate dalle autorità hanno influito negativamente sulla fiducia nel contesto imprenditoriale. L’aumento dell’IVA per alcuni beni e servizi, quello delle accise sui carburanti e l’introduzione di nuove tasse, tra cui l’imposta minima sugli affari per le grandi aziende, le tasse aggiuntive per gli istituti di credito, insieme all’aumento delle aliquote fiscali sul volume d’affari, potrebbero spingere ulteriormente l’inflazione in salita.
Sebbene l’economia romena beneficerà di investimenti significativi, sostenuti dai fondi europei, c’è un grande punto interrogativo su come questi cambiamenti fiscali influenzeranno sia la crescita economica che gli squilibri macroeconomici a breve termine.
In questo contesto, il potere d’acquisto dei romeni potrà quindi continuare a diminuire. Ci saranno reazioni a catena, a partire dai privati e dalle aziende che una volta colpite dal peso delle tasse, a loro volta saranno costretti ad aumentare i prezzi per coprire le perdite. Intanto, quest’anno anche i prodotti locali (come formaggio e trasformati) stanno diventando più costosi, dopo che l’IVA ad essi applicata è aumentata dal 5 al 9%.
Ma quanto spende in media una famiglia in Romania? Alla fine dello scorso anno, una famiglia composta da due adulti con due figli in età scolare aveva bisogno in media di 762 lei (150 euro circa) per il mantenimento dell’abitazione. L’importo è di quasi 280 lei (56 euro) in più al mese rispetto a settembre 2020 e di 210 lei (50 euro) in più rispetto al 2021 secondo uno studio realizzato dalla Fondazione Friedrich-Ebert-Stiftung România e citato dalla stampa romena.
Per il cibo, invece, la spesa è aumentata del 40% e ha raggiunto i 2100 lei (420 euro) mensili. Nonostante le misure volte a regolare i prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari, il paniere di consumo per una vita minima dignitosa è ora più costoso del 40% rispetto a tre anni fa, afferma l'autore dello studio.
Dal suo canto, il Partito social democratico (PSD) del primo ministro Marcel Ciolacu precisa in un comunicato che: "Se il PSD non fosse intervenuto per fermare la speculazione su energia e cibo, oggi avremmo un'inflazione del 16-17%, non del 7,4%! Senza queste misure del PSD, i prezzi dei prodotti alimentari e di altri prodotti sarebbero aumentati del 10% in più rispetto a quelli esistenti”.
Queste precisazioni non convincono però affatto l’opposizione. Il partito Unione Salvate la Romania (USR) chiede al primo ministro di riferirne in Parlamento. L'USR ha precisato che Ciolacu è invitato a "dare spiegazioni su come la Romania ha raggiunto il primo posto per l'inflazione nell'UE, e il tasso di crescita economica è crollato", e "a spiegare l'enorme deficit di bilancio e il tasso allarmante del debito contratto dalla Romania”.
Secondo l’Istituto di Statistica, lo stipendio netto medio in Romania ha raggiunto i 5.079 lei (1.000 euro) alla fine del 2023.