Fibrillazione all'intero della coalizione di centro-destra guidata dal primo ministro Florin Citu su un Piano di Investimenti per gli enti locali e sulla nomina di nuovi magistrati
La Romania sta attraversando un periodo di instabilità politica con forti conseguenze sul piano economico e sociale. La coalizione di governo rischia di essere arrivata al capolinea dopo ripetute crisi e rimpasti e tutto questo a meno di nove mesi dalle ultime elezioni parlamentari.
Il governo è frutto di una coalizione di centro-destra, formata dal Partito Liberale, l’USR Plus (”l’avanguardia del cambiamento politico in Romania”, come si autodefinisce) e l’UDMR (l’Unione Democratica dei Magiari della Romania) e spesso gli interessi dei singoli partner di governo ha prevalso rispetto al programma del governo stesso.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione del primo ministro liberale Florin Citu, di revocare il ministro della Giustizia, Stelian Ion, esponente dell’Alleanza USR Plus (l’Unione Salvate la Romania e il Partito delle Libertà). Al centro delle polemiche tra i liberali e l'USR Plus vi è il Piano Nazionale di Investimenti Anghel Saligny (PNDL3) per il periodo 2021-2028: 10 miliardi di euro in finanziamenti per le comunità locali.
Un piano che l’USR Plus ha dichiarato di accettare solo ad alcune condizioni, tra cui la trasparenza delle azioni intraprese con la creazione di un sistema informatico pubblico che contenesse tutte le informazioni legate al progetto. Condizioni non accettate dal primo ministro Florin Citu che le ha definite dei “ricatti”. Il giorno dopo la revoca del ministro della Giustizia il progetto di sviluppo per gli enti locali è stato approvato dal governo senza però che prendessero parte alla riunione i ministri in quota USR Plus.
I liberali i difesa dell'approvazione rapida del piano hanno affermato come fosse necessario procedere speditamente sulla strada delle riforme vista la mancanza di infrastrutture del paese.
L’approvazione del Piano degli Investimenti arriva qualche settimana prima del Congresso del Partito Nazionale Liberale quando il premier Citu si candiderà per la carica più alta contro l’attuale presidente, Ludovic Orban, ex premier della Romania.
In questo contesto non è stato difficile per i critici di Citu individuare un collegamento tra il Piano di Investimenti e le elezioni interne del partito. Florin Citu sembra favorito per la carica di futuro presidente dei liberali romeni ed i soldi che dovrebbero arrivare alle comunità locali potrebbero spingere molti sindaci del Partito liberale a sostenerlo decidendo la sorte delle elezioni.
Mentre la stampa romena non risparmia critiche al suo indirizzo, Citu gode invece dell’appoggio del presidente della Repubblica Klaus Iohannis. Il nome di Iohannis è stato evocato anche rispetto al motivo puntuale che avrebbe portato alla revoca del ministro della Giustizia. Molti analisti hanno sottolineato che la revoca del ministro della Giustizia – oltre ai dissapori tra Libeali e USR Plus sulla questione del Piano Investimenti per gli enti locali - è legata anche alle nomine di alcuni nuovi magistrati. Non a caso la prima decisone del nuovo ministro ad interim (stavolta liberale) della Giustizia, Lucian Bode, è stata proprio di sospendere la procedura delle nomine avviata dal suo predecessore.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Consiglio Superiore della Magistratura sostenendo che è essenziale che i magistrati tramite il loro comportamento non creino la percezione di sostenere una o l'altra componente politica. E' comunque pratica frequente in Romania quella di trascinare nelle dispute politiche la magistratura, così come è frequente provare a controllarla, anche visto l’alto numero di politici che vengono messi dietro alle sbarre per corruzione.
Proprio l’indipendenza della giustizia e la lotta alla corruzione sono state le richieste al centro delle manifestazioni e proteste nel periodo 2017-2019. Allora gli attuali politici al governo erano all'opposizione e appoggiavano la piazza contro la politica del Partito Social Democratico. Ora le parti si sono invertite: sabato scorso la comunità online “La Corruzione uccide” ha organizzato una protesta contro il premier chiedendone le dimissioni allo slogan “Difendiamo la Giustizia, Citu DEMISIA!”.
Dimissioni del premier sono state richieste anche dall’USR Plus come condizione sine qua non per restare al governo ma i vertici del PNL hanno riconfermato la fiducia a Citu. USR Plus ha allora aperto in parlamento ad una collaborazione con AUR (l’Alleanza per l’Unione dei Romeni) una novità dato che in passato Dan Barna, copresidente USR aveva definito questo partito apparso di recente sulla scena politica rumena come un partito estremista con il quale non avrebbero mai collaborato. Ora sembra invece vi sia spazio per un compromesso per trovare i voti per far cadere il governo e di conseguenza l'attuale primo ministro.
I rappresentanti USR hanno dichiarato di continuare a credere in un'alleanza con i liberali ma senza Citu. Ed hanno presentato in parlamento una mozione di sfiducia contro il governo.
Le notizie sull’instabilità politica di Bucarest sono arrivate anche oltre confine. Alexandru Muraru, consigliere del premier Citu per la lotta contro l’antisemitismo e la xenofobia ha reso noto di aver informato in via ufficiale la Commissione europea, il governo USA , Israele e la Germania sul “piano USR PLUS di costituire una nuova maggioranza parlamentare con AUR , partito “estremista ed antisemita”.
Nel frattempo è intervenuto sulla questione anche il presidente della Romania Klaus Iohannis: “Con l’alleanza con un partito che non rispetta i valori occidentali l’USR Plus tradisce la volontà dei cittadini che hanno messo le loro speranze in una coalizione di centro -destra che portasse allo sviluppo della Romania”. Di sviluppo vorrebbero sentire parlare anche i romeni che però ora si vedono costretti a fare il conto con bollette “alle stelle” dopo la liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica . Aumenti di prezzi si stano verificando in tutti settori e le prospettive di un miglioramento della qualità di vita dei romeni sono sempre più lontane.
La scena politica durante la quarta ondata della pandemia è dunque in crisi e non è affatto chiaro come ne uscirà e con quale alleanza di governo. Intanto anche all'interno dell'USR Plus sono previste elezioni per gli organi di partito ad ottobre. Dal canto suo i Socialdemocratici, il maggior partito nel paese ma all'opposizione, insistono per elezioni politiche anticipate.