In Romania sta nascendo un grande hub per gli aiuti umanitari europei all'Ucraina. Il paese è impegnato intensamente anche nell'assistenza ai profughi che stanno arrivando. Nel frattempo si espandono i timori per un allargamento del conflitto
In Romania si sta costruendo il maggior hub umanitario d’Europa. Si tratta di un centro logistico di assistenza umanitaria che sta nascendo sotto l’ombrello di RescEU , quindi dell’assistenza umanitaria dell’Ue. Si trova vicino all’aeroporto “Stefan cel Mare” di Suceava, al confine con l’Ucraina e sarà operativo da oggi, con l'arrivo di medicinali e prodotti di prima necessità. Per l'occasione saranno presenti Janez Lenarčič, Commissario europeo per la gestione delle crisi, Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento per la Protezione Civile italiana e il segretario di Stato romeno Raed Arafat, a capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza del governo romeno.
L’annuncio della creazione dell'hub era arrivato la settimana scorsa dal presidente della Romania Klaus Iohannis dopo un incontro con Ursula von Der Leyen, in visita a Bucarest. La presidente della Commissione europea von Der Leyen aveva sottolineato in quell’occasione che “la Romania è un esempio di solidarietà in Europa”.
Quando è iniziata l’aggressione all’Ucraina la Romania, fin da subito, ha aiutato tutti i profughi in arrivo al valico di confine di Siret, offrendo loro coperte, acqua, cibo, latte per i neonati. La gente ha aperto le porte delle proprie case ai rifugiati. La Romania non solo sta accogliendo nelle proprie case i profughi ma sta sostenendo anche gli sforzi in tal senso della Moldavia, anch’essa sotto forte pressione.
Il centro logistico di assistenza sarà ampio decine di ettari e vi verranno raccolti aiuti umanitari provenienti da tutta Europa e delle organizzazioni internazionali umanitarie per poi essere inviati direttamente in Ucraina o in Moldavia.
“Ci spetterà la maggior parte degli oneri, che adempiremo. Il lavoro sarà avviato a tappe. Cominceremo da un centro che raccoglie i primi aiuti e continuerà a svilupparsi. Alla fine, sarà un'operazione molto grande e complessa, in quanto si lavorerà con tutte le entità impegnate nell'assistenza umanitaria", ha dichiarato il presidente romeno Klaus Iohannis. Su questo Bucarest potrà accedere a fondi europei disponibili per la gestione della crisi umanitaria in Ucraina: dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione e fondi dello Strumento per la gestione delle frontiere e i visti.
Flussi
Dall’inizio della crisi sono entrati in Romania 291.081 cittadini ucraini e ne sono usciti 208.863. In molti decidono infatti di andare in altri paesi, come in Italia dove hanno parenti o amici che li possono ospitare. Oltre 80.000 persone sono però rimaste sul territorio della Romania e tra queste 3288 hanno richiesto asilo.
L’Ispettorato Generale per Immigrazioni (IGI) ha reso noto che il grado di occupazione degli alloggi disponibili è circa al 60%. Ma è lo stesso capo dello stato romeno a sottolineare che la crisi umanitaria si allargherà e che la Romania ha bisogno per affrontarla del costante aiuto dell’UE. Sempre più persone stanno fuggendo dall’Ucraina per salvarsi. Donne e bambini innanzitutto.
I timori di un conflitto più ampio
Intanto il conflitto al confine con la Romania porta le autorità ad adottare misure di prevenzione anche a livello militare. La stampa di Bucarest ha annunciato che il governo sta preparando un progetto di legge che sarà la base per la dichiarazione di una cosiddetta situazione di crisi in Romania. Il progetto del disegno di legge citato dalla stampa prevede anche la mobilitazione militare degli uomini tra i 18 e 60 anni in caso di guerra.
La Romania sta aumentando anche le sue risorse di ioduro di potassio, nel contesto di un possibile attacco nucleare. Il ministero della Salute ha annunciato che il paese ha bisogno di 30 milioni di pasticche di ioduro di potassio e a partire da oggi un’azienda di Iasi dedicata alla produzione di antibiotici inizierà a produrre 2,5 milioni di pasticche di ioduro di potassio ogni 48 ore. La Romania ricorda ancora bene la paura del 24 aprile 1986, quando avvenne il disastro nucleare di Chernobyl. Allora molti giovani in Romania assunsero ioduro di potassio.
Gli effetti domino della guerra mettono molta pressione psicologica sul paese. Le cupe previsioni economiche e l’insicurezza hanno spinto molti romeni a recarsi agli uffici per il rilascio di passaporti. Molti altri invece si sono concentrati sulla crisi umanitaria e continuano ad aiutare i profughi dell’Ucraina mettendo a disposizione case, cibo e tutto il necessario. La Romania è tra i paesi più poveri dell’UE e non è difficile immaginare quanto drammatico sarà l’impatto anche economico della crisi in corso.
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