Deveselu

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A Deveselu, Romania, lo scudo antimissile voluto da Stati uniti e Nato è ormai operativo. E le autorità russe reagiscono con dichiarazioni aggressive

03/06/2016 -  Mihaela Iordache

A circa 180 chilometri da Bucarest, nella contea di Olt, nel villaggio di Deveselu, è da poco operativo il sistema missilistico di difesa Aegis Ashore, conosciuto come lo scudo antimissile.

La base militare di Deveselu è una ex base dell’Unione sovietica, ora messa a disposizione dalla Romania a Usa e Nato. La gestione dei 44 missili lì presenti sono di esclusiva responsabilità statunitense e, tengono a sottolineare i rappresentanti di Stati uniti, Nato e Romania, si tratta di un sistema a scopo meramente difensivo.

Dal punto di vista tecnico nella base americana si trova un potente radar, otto intercettori di missili di tipo SM-3 e equipaggiamento vario per le telecomunicazioni. SM-3 Standard è un sistema antimissile navale utilizzato dalle Forze navali americane per intercettare missili da aerei e navi di tipo intercontinentale e fa parte del Sistema di Difesa Antimissile Aegis.

Presente a Deveselu per l’inaugurazione dello scudo antimissile avvenuta nei primi giorni di maggio, il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha sottolineato che “oggi la Nato ha aumentato la sua presenza nell’Europa dell’est”, precisando che lo scudo non rappresenta alcuna minaccia per altri stati ma è stato costruito per proteggere le nazioni dell’Europa da possibili pericoli.

Il segretario Nato ha comunque sottolineato che il dialogo con la Federazione Russa è aperto ma ha definito allo stesso tempo i toni forti utilizzati dalle autorità russe nei confronti della Romania come "inaccettabili” e "ingiustificati”. Perché, ha rimarcato Stoltenberg, si tratta di un sistema antimissile che tecnicamente non può abbattere missili balistici russi.

Il sistema di difesa Aegis Ashore è infatti destinato a proteggere l'Europa da missili di corto e medio raggio che dal Medio oriente potrebbero colpire i paesi membri della Alleanza atlantica.

Mosca la pensa però diversamente e l’inaugurazione dello scudo di Deveselu ha scatenato la sua reazione. Il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito la Romania e la Polonia che potrebbero trovarsi nel raggio di azione di missili russi, in quanto ospitano elementi del sistema antimissile americano, considerato una minaccia per Mosca. "Se ieri in quelle zone della Romania la gente semplicemente non sapeva cosa significa essere un bersaglio, oggi saranno forzati ad adottare misure per garantire la propria sicurezza”, ha dichiarato Putin ad Atene, durante una conferenza stampa congiunta con il premier greco Alexis Tsipras.

Alle minacce di Putin, ha reagito il presidente della Romania Klaus Iohannis, precisando che “il sistema antimissile non ha alcun collegamento con la Russia”. Poi, il presidente romeno ha fatto sapere che la situazione della sicurezza nella regione estesa del Mar Nero non sta evolvendo in senso positivo e che le provocazioni attuali hanno uno spettro ampio: ”Nell’est abbiamo a che fare con la Federazione Russa, sempre più attiva e aggressiva con i suoi vicini, che viola le norme di diritto internazionale e che, tramite le sue azioni di militarizzazione dello spazio del Mar Nero, incluso nella Crimea illegalmente occupata, ha inciso gravemente sul suo equilibrio e la sua sicurezza”.

Citato da Pro tv, Serghei Konopliov, direttore del Programma di Sicurezza Eurasia nell’ambito dell’Università di Harvard, considera che ogni azione indirizzata contro la Romania è comunque indirizzata contro la Nato. E che quindi "prima di tutto, la Romania è parte della Nato e se dovesse accadere qualcosa, Putin si troverà contro la Nato". A suo avviso non è come col caso dell'Ucraina: "La Romania non è più sola. Putin sa che dietro alla Romania c’è l’intero potenziale militare della Nato e degli Usa”.

Per i 3000 abitanti di Deveselu l’arrivo degli americani ha significato strade un po' più pulite del solito e investimenti nella scuola locale. Per il resto continuano a svolgere i loro lavori agricoli come prima.

Molti di più i soldi invece andati per lo scudo antimissile. Inizialmente il costo de sistema terrestre AEGIS di Deveselu era stimato in 500 milioni di dollari. Nel 2013 il Congresso Usa ha destinato ulteriori 265 milioni di dollari. Un anno più tardi dal budget degli Usa sono arrivati altri 80 milioni. Anche la Romania, secondo il ministero della Difesa rumeno, ha contribuito con 11,2 milioni di dollari alla base di Deveselu.