Il prossimo 19 maggio i rumeni saranno chiamati ad un referendum del tutto particolare. Decideranno se l'attuale Presidente continuerà o meno il suo mandato. Si vota anche in Italia. Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di un membro del Partito Identitatea Romaneasca
Di Mirela Chindea - Partito Identitea Romaneasca
Nuovo stato dell'Ue, la Romania, si trova da quasi cinque mesi in una crisi politica inimmaginabile mezzo anno fa.
La sua classe politica, divisa tra i sostenitori del Presidente sospeso temporaneamente e i suoi oppositori - molto più numerosi - chiama l'elettorato al referendum per decidere a favore della sua destituzione oppure per il suo mantenimento nella stessa funzione.
Dal punto di vista giuridico le modalità organizzative e lo svolgimento del referendum sono determiante sin dal 2000 seppur con successive modifiche avvenute nel 2004 e nel 2007.
L'ultima delle modifiche è di data recentissima. Nei giorni scorsi la Corte Costituzionale ha ammesso e consentito la legittimità degli emendamenti sollecitati dal Parlamento, per quanto riguarda l'agevolazione delle procedure di destituzione.
La Costituzione dello Stato romeno garantisce - all'art.34 - a tutti i cittadini in età adulta (che abbiano compiuto i 18 anni il giorno delle elezioni) il diritto di eleggere e di essere eletti.
Inoltre altri due articoli costituzionali sanciscono che lo Stato romeno "protegge i cittadini residenti all'estero" sollecitandoli "al compimento dei loro diritti". Eppure proprio questo aspetto risulta debole, in quanto i romeni non saranno del tutto in grado di esprimere le loro opinioni, le loro volontà riguardo la destituzione del Presidente. Questo per l'insufficienza di centri di votazione.
Il ministro degli Affari Esteri romeno, Adrian Cioroianu, ha dichiarato il 2 maggio 2005 che "non esistono statistiche precise sul numero dei romeni emigrati", perché non tutti risiedono legalmente nei Paesi ospitanti e, di conseguenza, le ambasciate non sono in grado di fornire dati utili . Il ministro Adrian Cioroianu sostiene di aver chiesto informazioni prevalentemente alle Ambasciate romene collocate in Italia, Spagna, Germania, Moldavia e Stati Uniti.
Negli anni il quadro è divenuto più chiaro. E ad esempio il mese scorso le autorità hanno dichiarato che i romeni all'estero avranno la possibilità di esprimere il loro diritto elettorale in 181 sezioni di voto, sedi organizzate in tutto il mondo. Questo numero è stato ridotto a 159 sezioni in vista del referendum.
La motivazione, offerta dallo stesso ministero degli Affari Esteri, è che il breve tempo che ci separa dal 19 maggio prossimo, il giorno del referendum sul Presidente, non permette dal punto di vista organizzativo di allestire tutte le sezioni esistenti al mondo.
Il primo ministro romeno, Calin Popescu Tariceanu, dichiarava un paio di giorni fa, che saranno a disposizione degli elettori della diaspora le ambasciate, i consolati generali e i consolati onorifici.
Si sa che le comunità romene più importanti, in Europa, si trovano in due dei Paesi Ue: l'Italia e la Spagna.
I due Stati nominati ospitano, all'incirca, due milioni di immigrati romeni, sui 18 che hanno diritto di voto.
Per quanto riguarda la situazione dei cittadini romeni regolarmente residenti è probabile che le sezioni proposte dal governo Romeno non saranno in grado di soddisfare tutte le richieste di voto che perverranno. In Spagna, ad esempio, saranno aperte cinque sezioni di votazione. In Italia il ministero degli Affari Esteri della Romania organizzerà sezioni elettorali a Roma, Milano, Genova, Firenze e Treviso, dove avranno diritto di votare centinaia di migliaia di citatdini. Una notizia dell'ultima ora conferma che Torino, centro popolato da più di cento mila romeni, figurerà sulla lista delle città organizzatrici.Il Partito Identitatea Romaneasca si è inoltre offerto di garantire seggi in altre città italiane, ma tutto dipenderà dalla firma o meno di un protocollo con l'Ambasciata di Roma.
I centri di votazione saranno aperti dalle 8.00 alle 20.00 del prossimo 19 maggio e per il voto basterà una carta d'identità o un passaporto. Si dovrà rispondere affermativamente o negativamente alla seguente domanda: "Desiderate che il Presidente Traian Basescu sia destituito?"