Giunto alla sua diciassettesima edizione, il festival di documentari One World Romania quest’anno ha l’ambizione non essere solo rassegna cinematografica, ma spazio di incontro e dibattito per la società civile
È giunto alla diciassettesima edizione il Festival del Film Documentario “One World Romania” (OWR). Quest’anno il festival si svolgerà dal 5 al 14 aprile nei cinema Elvire Popesco, Eforie e Union di Bucarest, mentre dal 15 al 25 aprile alcuni film saranno disponibili anche online.
L’OWR offre uno sguardo autentico e intenso sulla realtà, attraverso una selezione di opere che spaziano da toccanti storie umane a indagini profonde sulle questioni sociali, politiche e ambientali che plasmano il nostro mondo.
È il primo festival del cinema documentario di Bucarest e l'unico dedicato ai diritti umani in Romania. Ispirato all'omonimo festival di Praga, portato a Bucarest su iniziativa del Centro Ceco, il festival ha adattato il concetto, la selezione e l'organizzazione, diventando infine autonomo.
Nel 2009, i membri del team del festival hanno fondato l'Associazione One World Romania che, oltre al festival del documentario, organizza molti altri eventi e progetti durante l'anno.
Scegli!
“Alege!” / “Scegli!” è il tema dell'edizione di quest'anno. Un titolo che sembra inevitabile nel contesto di un anno elettorale intenso in Romania (elezioni locali ed europarlamentare a giugno, presidenziali a settembre e di nuovo parlamentari a dicembre), ma il tema richiama non solo le scelte elettorali, ma anche quelle di vita.
"È un'edizione per tutti coloro che si sono sentiti non visti o non rappresentati", afferma la nuova direttrice del festival, la regista e produttrice Andreea Lăcătuș, che fa parte di una nuova generazione di registi rumeni con profonde radici nella società civile.
"Il festival non si rivolge solo a un pubblico di cinefili impegnati sul piano socio-politico, ma cerca di offrire una selezione diversificata di film a un pubblico più ampio. Abbiamo scelto di creare uno spazio per parlare di ciò che è taciuto", aggiunge la Lăcătuș.
Per la direttrice, l'intero programma dell'edizione di quest’anno è un tentativo di “guardare oltre noi stessi, sederci faccia a faccia con l'altro e infine guardarci più lucidamente”.
Tra i temi toccati, il rapporto tra individuo e collettività, le eredità invisibili della fede, della tradizione e della storia, “messe a confronto con atteggiamenti che portano a risposte sociali”.
Le sezioni del festival
La sezione "Echi dal passato" affronta il riesame e il confronto con il passato, sia per riportare alla luce sofferenze storicamente ignorate, sia per comprendere meglio il presente e osservare modelli costanti.
In "Oltre ai confini", i curatori esplorano i confini della libertà di scelta e i modi in cui i fattori socio-politici influenzano e condizionano le scelte di un individuo o di un gruppo.
I documentari presentano iniziative, lotte e prospettive di resilienza in contesti diversi, che insieme compongono un ritratto collettivo e profondamente umano di diversi tipi di persone emarginate che rifiutano di rimanere in silenzio e invisibili.
"In un luogo sicuro" è la sezione dedicata al bisogno di solidarietà ed empatia, alla relazione con l'altro. I film riflettono forme di alleanza nella diversità, trasformando talvolta i privilegi in strumenti per aiutare gli altri.
Cinema e non solo
Quindici gli ospiti internazionali presenti, tra quali Agniia Galdanova (Russia), Agnes Perrais (Francia), Boubacar Sangare (Burkina Faso), Bronte Stahl (USA), Daniel Kotter (Germania), Elios Levy (Francia), Gergo Somogyvari (Ungheria), Goran Devic (Croazia), Kumjana Novakova (Bosnia-Erzegovina), Maciek Hamela (Polonia), Natan Castay (Belgio), Rebecca Hirneise (Germania/Austria), Viera Cakanyova (Slovacchia).
Interessanti anche gli ospiti romeni (Alexandra Diaconu e Lucia Chicoș, registe di "Where I Am Now", Adi Dohotaru, regista del film di apertura "The Death of Joseph Zagor", e Adina Brădeanu, curatrice della sezione Sahia Vintage).
Tutti saranno disponibili per domande del pubblico dopo le proiezioni dei loro film. È in effetti questa la bellezza del festival – il dialogo aperto con il pubblico, la possibilità di condividere ed esprimere pensieri ed emozioni.
Tra i film selezionati, i documentari “No Other Land” e “Looking in the Rearview Mirror”. Vincitore del premio per il miglior documentario alla Berlinale, “No Other Land” è stato realizzato da quattro registi israeliani e palestinesi con l'intento di ampliare la comprensione di un'altra sfaccettatura della situazione attuale in Palestina che i media occidentali continuano in buona parte ad ignorare. “Looking in the Rearview Mirror”, diretto da Maciej Hamela, è una coproduzione Polonia - Francia - Ucraina, nominata ai Premi Oscar 2024, che racconta l'inizio dell'invasione russa in Ucraina.
Ma non solo proiezioni cinematografiche: l'artista visiva Maryam Tafakory (Iran/Regno Unito) terrà due performance dal vivo durante la retrospettiva dei suoi cortometraggi nel primo fine settimana del festival (6-7 aprile).
Un masterclass sull'etica del documentario e su come lavorare con la memoria si terrà inoltre il 13 aprile, per concludere la retrospettiva del regista Eyal Sivan (Israele/Francia).
Mettere in contatto creativi romeni e internazionali e rendere il cinema documentario accessibile a diversi tipi di pubblico sono direzioni importanti del Festival. Con questo obiettivo, il Festival darà vita quest’anno a tre categorie di eventi collaterali dedicati alla comunità, all'industria e all’istruzione, con un'attenzione particolare rivolta agli adolescenti.
Incontro e dibattito per la società civile
Più di novecento studenti delle scuole superiori saranno attesi tra l'11 e il 13 aprile al Museo Contadino Romeno, alle “Giornate degli studenti delle scuole superiori”, con sei proiezioni di film, sette laboratori e giochi non formali di educazione civica e media, una mostra sul deep fake, una fiera del volontariato, dibattiti e incontri con autori e registi.
L'obiettivo della serie di eventi preparati insieme a UNHCR (UN Refugee Agency) e molti altri partner è quello di fornire un'esperienza di apprendimento, familiarizzazione con il cinema documentario ed esplorazione socio-emotiva.
Protagonisti, un gruppo eterogeneo di adolescenti provenienti da diverse aree, dalle scuole superiori di Bucarest e dintorni, con un'esperienza cinematografica mediata attraverso esercizi di ricezione e raddoppiata da laboratori e contesti.
Tutto ciò per poter creare, attraverso “One World Romania”, quello che la direttrice del festival, Andreea Lăcătuș, chiama “un'opportunità di incontro e dibattito per la società civile, uno spazio in cui ONG, artisti e un pubblico più ampio possano incontrarsi, contribuendo alla normalizzazione dell'idea che l'arte è radicata nelle sfide di oggi e nella società di cui fa parte."
Il programma del festival
Qui il programma del festival: https://oneworld.ro/en/festival/