Con la sua recente visita a Washington, il premier romeno Marcel Ciolacu ha ribadito che Bucarest guarda ad una stretta collaborazione con gli Stati Uniti come elemento chiave per la sicurezza nell'area del Mar Nero, soprattutto dopo l'invasione russa dell'Ucraina
La Romania ha bisogno di una maggiore cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti. Il messaggio è stato lanciato a Washington dal primo ministro romeno Marcel Ciolacu, recatosi in una visita ufficiale negli Stati Uniti dal 2 al 7 dicembre. Negli USA Ciolacu ha incontrato alcuni rappresentanti delle autorità statunitensi, rappresentanti dell’ambiente economico e il segretario generale dell’ONU.
Il primo ministro romeno ha spiegato che la sua visita negli Stati Uniti è stata decisa in un contesto più ampio, che riguarda innanzitutto la crisi di sicurezza nella regione del Mar Nero. Con la guerra in Ucraina letteralmente ai propri confini, la Romania ha bisogno di un sostegno continuo da parte degli Stati Uniti e della Nato. Al momento, nelle basi militari in Romania sono stazionati oltre cinquemila militari stranieri, tra cui numerosi soldati americani, francesi ed italiani.
Durante la sua visita ufficiale negli USA, Ciolacu è stato accompagnato da Angel Tîlvăr, ministro della Difesa, Luminița Odobescu, ministro degli Affari Esteri, e Radu Oprea, ministro dell'Economia. Il tour americano di Ciolacu è iniziato con la visita al Museo Memoriale dell'Olocausto di Washington, dove ha commemorato le vittime del genocidio della Seconda Guerra Mondiale.
C’è stato poi l’incontro con il segretario di Stato USA Antony Blinken, con cui ha parlato del partenariato strategico tra Romania e Stati Uniti e del sostegno fornito alla Moldavia e all'Ucraina. Blinken ha ribadito che “la Romania è stata e continua ad essere un partner molto vicino e un alleato estremamente prezioso", per poi aggiungere "lavoriamo insieme a stretto contatto su alcune delle sfide più importanti del nostro tempo”.
Il premier romeno ha poi dichiarato: "Abbiamo avuto una discussione sulle nostre speranze che gli Stati Uniti diventino il principale investitore e il principale investitore extra-UE in Romania. Abbiamo poi avviato le trattative per creare un hub per le aziende americane sul territorio della Romania in futuro, soprattutto per la ricostruzione dell’Ucraina”.
La relazione privilegiata tra la Romania e gli Stati Uniti - nell'ambito di un partenariato strategico durato ormai oltre due decenni - è rafforzata da una buona collaborazione in tutti i settori di interesse comune, con un accento particolare sulla sicurezza regionale nell'area del Mar Nero. In questo periodo a Washington si vota il bilancio della Difesa, che per la prima volta riguarda direttamente anche la sicurezza del Mar Nero.
Nel successivo incontro con il capo del Pentagono, Lloyd Austin, il primo ministro romeno ha assicurato che la Romania manterrà la sua quota di spesa del 2,5% del prodotto interno lordo per il settore difesa, e ha sostenuto la necessità di una maggiore cooperazione con gli Stati Uniti in campo militare e di sicurezza.
Ad ottobre il parlamento di Bucarest ha approvato la richiesta del ministro della Difesa di acquistare 32 aerei da combattimento F-35 (prodotti dalla società americana Lockheed Martin). Si tratta dell'acquisto più costoso della storia delle forze armate romene, con un valore di oltre 6,5 miliardi di dollari. Il passaggio agli aerei di quinta generazione, teoricamente previsto dopo il 2030, richiederà comunque anni per essere portato a compimento. Secondo la stampa romena, dopo la firma dei contratti e ingenti pagamenti rateizzati prima di vedere effettivamente consegnati i dispositivi, saranno necessarie predisposizioni infrastrutturali, logistiche e addestramento dei piloti.
"Fino a poco tempo fa la Romania rappresentava il fianco orientale dell'Europa e della NATO. Ora il paese, il suo popolo e la sua industria sono in prima linea nella democrazia e nella libertà", ha scritto il primo ministro su "X" durante la sua recente visita negli USA.
Nel novembre 2022, la Romania aveva già firmato un contratto per l'acquisto di 32 aerei F-16 nella configurazione M6.5.2, motori di riserva e supporto logistico da parte della Norvegia. I primi tre aerei F-16 Fighting Falcon sono atterrati in Romania lo scorso novembre. Gli aerei sono stati prodotti tra 1982 e 1984 per poi essere successivamente modernizzati: attualmente, l'aeronautica militare romena gestisce un unico squadrone di 17 aerei F-16 acquistati dal Portogallo e anche questi modernizzati.
Il segretario di Stato americano Lloyd Austin durante l’incontro con Ciolacu ha sottolineato gli sforzi compiuti dalla Romania per sostenere la stabilità nella regione dopo l'invasione russa in Ucraina, e per la modernizzazione delle infrastrutture di difesa, sia nel campo militare che informatico. A novembre è stato poi inaugurato in Romania - presso la base aerea di Fetești - il centro di addestramento europeo F-16, destinato all'addestramento dei piloti romeni, ma anche di altri paesi della NATO e dell'Ucraina.
Il nuovo centro - realizzato in collaborazione con i Paesi Bassi e con la Lockhead Martin - rappresenta un elemento chiave e strategico per rafforzare la sicurezza regionale, secondo le dichiarazioni del ministro della Difesa Angel Tîlvăr. Durante la sua visita oltre oceano, Ciolacu ha incontrato anche i rappresentanti della compagnia produttrice dei caccia: "Esiste già una collaborazione con Lockheed Martin nel settore della manutenzione, che vogliamo espandere ulteriormente", ha affermato Ciolacu.
Negli USA il primo ministro romeno ha incontrato anche i rappresentanti Google e ha invitato la compagnia ad aprire un nuovo centro di gestione dei dati in Romania: ”penso che siamo la scelta più sensata: Microsoft ha già quasi cinquemila dipendenti in Romania, Google cinquecento.”
Ciolacu ha avuto il tradizionale incontro con alcuni rappresentanti della diaspora romena negli USA, ai quali ha raccontato che trenta anni fa avrebbe voluto emigrare anche lui, senza però riuscirci. Il premier ha poi detto che dopo dieci anni all’estero anche il suo fratello è tornato oggi in Romania. Ci è riuscito però un amico d’infanzia, che il primo ministro ha ora incontrato ora a Washington.
Il premier romeno ha confessato inoltre che non si aspetta che i romeni tornino in patria ."Non sono venuto a insistere perché ritornate in Romania, so che non lo farete. Vi siete già stabiliti e avete una famiglia negli Stati Uniti, e sono convinto che sarà molto difficile per voi ritornare in Romania. Possiamo però sviluppare nuove iniziative insieme", ha detto ai romeni che ha incontrato.
Nel censimento americano del 2000/2001, 367.000 americani hanno dichiarato la loro origine romena, si legge sul sito dell’ambasciata della Romania a Washington. Secondo la stessa fonte, ”va notato che il numero di romeni che vivono negli USA è, invece, molto più elevato (stimato in circa un milione di persone), tenendo conto dei seguenti aspetti: la dichiarazione di origine al censimento non è obbligatoria, il flusso di immigrazione dalla Romania continua, e molti di coloro che si sono stabiliti negli Stati Uniti non hanno ancora acquisito la cittadinanza statunitense".
Sulla visita di Ciolacu negli USA non sono mancate alcune polemiche. I giornalisti romeni hanno chiesto al premier se la visita ha qualche collegamento con le prossime elezioni politiche che si terranno in Romania, come anche negli USA, alla fine dell’anno prossimo. Il premier romeno ha precisato, che la visita si è resa necessaria nel contesto dell'attuale crisi regionale e globale . Agli incontri politici avrebbe voluto partecipare anche l’ambasciatore romeno a Washington, Andrei Muraru che ha accusato il primo ministro romeno di aver impedito la partecipazione dei rappresentanti dell’ambasciata.