La Romania sarebbe divenuta un crocevia di spie, provenienti in particolare da est. Attratte soprattutto dal progetto Usa di scudo antimissile. Ma se gli Stati Uniti utilizzano con molta libertà il territorio rumeno, rimane ancora difficile per i rumeni recarsi, anche solo per turismo, Oltreoceano
I servizi segreti romeni sono sempre più preoccupati della presenza in continuo aumento sul proprio territorio di spie provenienti dall'ex spazio sovietico. Il grande interesse degli 007 stranieri sarebbe direttamente legato alla decisione di Bucarest di ospitare sul proprio territorio missili intercettori americani che dovrebbero diventare operativi a partire dal 2015.
Il direttore del servizio romeno delle Informazioni (SRI), George Maior, ha dichiarato in più occasioni che “è molto importante essere preparati per rispondere ad azioni offensive di spionaggio nel contesto dei processi strategici a livello euro-atlantico”. Il capo dell’intelligence romena si riferiva, secondo le proprie precisazioni, soprattutto agli sviluppi legati allo scudo antimissile che sarà dispiegato prossimamente sul territorio della Romania.
Inoltre in una lunga intervista (ma ovviamente spesso con risposte laconiche) al quotidiano “Romania libera”, lo stesso Maior afferma che gli agenti stranieri a cui si fa riferimento provengono da paesi che si trovano ad est del confine romeno ma non solo da questi.
L'interesse sarebbe aumentato già qualche anno fa, dopo la costituzione della base americana a Costanza, sul Mar Nero. Gli 007 a cui si fa riferimento non arriverebbero necessariamente da paesi ostili alla Romania ma si tratterebbe piuttosto – sempre secondo le parole del direttore dell'SRI - “di interessi fortemente individualizzati di alcuni stati che non sono sempre convergenti ai nostri”.
Anche il direttore del Servizio Informazioni Estere (SIE),Mihai Razvan Ungureanu, ha rilasciato recentemente un’intervista, sempre al giornale “Romania libera”, nella quale ribadisce che “ci siamo infilati in una situazione abbastanza complessa”, determinata dalla posizione geostrategica della Romania e che spesso “dimentichiamo che ci troviamo al margine orientale della Nato e dell’Ue e che tutto il male che può venire dall’Est - criminalità organizzata ad esempio - si scontra sui muri posti da stati come Polonia o Romania”. Il direttore del SIE ricorda inoltre che “lo spionaggio romeno è uno dei più valorosi della Nato”. Qualche mese fa è stata inaugurata proprio in Romania - ad Oradea, al confine con l’Ungheria - la scuola Nato per le spie dell’Alleanza.
Stando quindi alle dichiarazioni dei funzionari romeni, la Romania sembra essere un vero e proprio crocevia di spie di mezzo mondo. Molto è legato al progetto dello scudo antimissile, per il quale la Russia si è dimostrata in più occasioni preoccupata. Nonostante Bucarest si sia più volte affrettata a rassicurare Mosca ribadendo le funzioni esclusivamente difensive del progetto quest'ultima non ne sembra proprio convinta.
Per il Segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen il sistema di difesa antimissilistica che gli Stati uniti vorrebbero installare in Europa è della massima importanza. Lo ha ribadito anche recentemente dopo aver incontrato a Bucarest il ministro degli Esteri romeno Teodor Bancoschi. Il capo della Nato ha ricordato che gli Usa e alcuni alleati hanno i propri sistemi di difesa antimissilistica per difendere le loro forze ma si è domandato perché non dovrebbe esserci un sistema che protegga tutti .
Il segretario generale della Nato ha ribadito che Teheran continua le sue attività nucleari, sfidando le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ed in parallelo ha anche un programma di sviluppo di missili che potrebbero essere in grado di colpire bersagli situati nei paesi Nato, come Turchia, Grecia, Bulgaria e la stessa Romania. “Una nuova dinamica nella sicurezza europea ed euro-atlantica potrebbe essere possibile tramite una cooperazione con la Russia - ha aggiunto Rasmussen - una volta che la Russia sentirà gli effetti della proliferazione, comincerà a prendere in considerazione la difesa antimissile piuttosto come un’opportunità che come una minaccia”.
Nel frattempo per la prima volta militari di alcuni paesi della Nato hanno partecipato alla Parata del 9 maggio nella Piazza Rossa di Mosca, dedicata alla vittoria sovietica contro i nazisti della Seconda guerra mondiale. Davanti al Cremlino hanno sfilato soldati dai paesi della Nato come Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Polonia, invitati in quanto nazioni a quell'epoca alleate dell'Urss.
Per quanto riguarda invece la Romania, le autorità devono invece risolvere una contraddizione che preoccupa da tempo l’opinione pubblica romena. I grandi legami di amicizia con gli Usa, la messa a disposizione del proprio territorio per basi americane e ora per lo scudo, tutto questo mentre i romeni non possono viaggiare negli Stati Uniti senza visto. Circa il 25% delle richieste vengono respinte - molto al di sopra rispetto al 3% - quanto fissa la legge americana, sottolinea la stampa di Bucarest.
La Romania aspira ad entrare nel programma statunitense Visa Waiver, che facilita i cittadini dei paesi che ne fanno parte il viaggio negli Usa a scopo turistico o di affari per un periodo non superiore a 90 giorni. Ma per credere che questo avvenga nell'immediato futuro occorre essere particolarmente ottimisti.
Se i cittadini romeni non sanno quando potranno viaggiare da turisti negli Usa, gli 007 del loro paese invece devono cominciare a preparare le valige. Saranno i primi a partire. Alla luce di un recente accordo firmato tra il Servizio Romeno di Informazione (SRI) e il servizio americano di sicurezza per i voli - Federal Air Marshals (FAM) - ufficiali della Brigata Antiterroristica del SRI viaggeranno armati a bordo degli aerei della compagna di bandiera rumena TAROM. Si tratta dei voli diretti transatlantici per gli Usa che per ora non ci sono (sono sospesi da anni per motivi economici) ma che dalla fine di quest’anno, oppure l’inizio del prossimo, dovrebbero divenire nuovamente operativi.
L’ambasciatore americano a Bucarest, Mark Gitenstein, ha spiegato che la misura fa parte dalle richieste per l’ammissione della Romania proprio al programma Visa Waiver.Oltre agli 007 che viaggeranno costantemente tra la Romania e gli Usa per impedire atti terroristici, Bucarest dovrà adottare altre misure: rilasciare passaporti elettronici e strutturare un metodo per comunicare all’Interpol tutti gli estremi di documenti persi o rubati.