Se ne vanno dalla Grecia, ma anche dall'Italia, perché in alcuni paesi dell'est Europa l'istruzione costa meno ed è di buona qualità. A partire dalla Romania, dove nel 2012-13 si prevede che studieranno presso le facoltà locali 12.000 studenti provenienti da altri Paesi Ue
Una vera e propria emorragia, un fiume di ragazzi che zaino in spalla dopo aver lasciato la propria casa anni fa alla volta di Slovacchia e Repubblica ceca, sono costretti nuovamente a spostarsi sempre più ad Est. E’ l’esercito degli studenti greci, colpiti più dei loro coetanei dalla crisi e che hanno dovuto fare i conti con alloggi, tasse universitarie e rincari sulle spese di tutti i giorni, decidendo alla fine di cambiare nuovamente meta per i loro studi: così secondo un’analisi realizzata da news247 e che ha fatto il giro del web, otto ragazzi su dieci che sono all'estero per studiare vanno ora in Romania e in Bulgaria. Una migrazione che fa notizia in tempi di crisi, ma che è in atto da anni e non solo per i greci. In Romania, infatti, la schiera degli universitari che provengono da altri Paesi Ue o extraeuropei supera le 40mila unità ed è destinata a crescere.
Per comprendere il “fenomeno greco” basti pensare che nel 2008 quando è iniziata la crisi recessiva a livello mondiale la maggioranza degli studenti greci che prima studiavano in Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania e Stati Uniti avevano virato verso Slovacchia, Repubblica ceca, Bulgaria e Romania: nel 2007 erano 1.315 distribuiti in questi quattro Paesi, nel 2011 il numero è salito a 2.339. E per quest’anno si pensa che il totale possa superare quota 2.600. All'interno delle facoltà vi è una predilezione per quelle di Medicina, scelte dal 28% degli studenti greci (e non solo), Pedagogia e Giurisprudenza (24%), Ingegneria (20%) e Economia (16%).
Romania, studi europei low cost
Medicina e Odontoiatria sono al primo posto anche della top ten per gli studenti stranieri che decidono di trasferirsi a Bucarest o nelle altre università romene. Anche gli italiani hanno eletto Bucarest a “paradiso” per i futuri dentisti. Oltre ai bassi costi di iscrizione le università romene, e in particolare Odontoiatria e Medicina, offrono notevoli vantaggi rispetto alle paritetiche italiane: non ci sono test d’ammissione, esistono corsi non solo in romeno ma anche in inglese e francese e inoltre è più facile iniziare il praticantato presso gli ospedali pubblici.
In sei anni si torna in Italia con una laurea valida in tutta Europa e pronti per lavorare. Per l’anno 2012-2013 il ministero dell’Istruzione romeno ha annunciato che gli studenti provenienti dai Paesi Ue e che hanno deciso di frequentare corsi in lingua romena (superando il corso e l’esame di lingua previsto al momento dell’iscrizione) sono 12mila, un migliaio italiani. A questi si aggiungono gli studenti provenienti da Paesi extra-Ue, come Moldova, Albania. Ucraina e Israele.
Trend in salita e in discesa
Il trend di crescita della comunità di studenti stranieri, secondo il ministero, dipende da diversi fattori: il buon rapporto costo-qualità dell’istruzione, il numero delle strutture disponibili e l’aumento dei corsi interamente in lingua straniera (inglese, francese e tedesco). Molti, però, sono ancora i giovani che scelgono di frequentare le facoltà con lezioni in romeno. Per fare questo è previsto un anno preparatorio in cui oltre ai corsi accademici sono previste lezioni di lingua. Le università che garantiscono questo servizio sono 10 distribuite in tutto il Paese: due a Bucarest, una a Bacau, una a Cluj, a Costanza, Craiova, Iasi, Pitesti, Ploiesti e Timisoara.
E il ministero dell’Istruzione a Bucarest è pronto a migliorare ancora i servizi e i corsi a disposizione. L’obiettivo? Contrastare il calo di studenti romeni che sull’altro piatto della bilancia sta registrando il sistema universitario del Paese. Negli ultimi sei anni, secondo l’Istituto di statistica, il numero dei nuovi iscritti all’università è calato del 25% raggiungendo quota 540mila per ogni anno. Un calo dovuto al cambio di mentalità dai giovani, secondo alcuni esperti: negli anni Novanta frequentare l’università e prendere la laurea era importante, di prestigio. Ora la pressione della società in tal senso è diminuita e si può aprire un’attività o iniziare a lavorare anche senza una laurea, oppure trasferirsi all’estero e guadagnare bene anche senza un titolo di istruzione superiore.
Da non dimenticare però il clamore dello scorso anno, quando il sistema scolastico romeno venne additato come fallimentare e in crisi, completamente da ristrutturare: solo il 40% dei bacalaureat (gli studenti della maturità) aveva passato l’esame estivo (il dato peggiore dalla Rivoluzione).