Nonostante la fine del regime di "operazione antiterroristica" in Cecenia e il cambio di leadership in Inguscezia, nel Caucaso settentrionale permane una situazione di conflitto che causa nuove vittime ogni giorno
Solo negli ultimi tre giorni (tra sabato 11 luglio e lunedì 13 luglio) vi sono state almeno 25 vittime in una serie di scontri e attentati che hanno avuto luogo in Inguscezia, Cecenia e Daghestan (la BBC ne segnalava 17 nella mattinata di lunedì), 28 nella settimana tra il 2 e l'8 luglio.
Secondo Kavkazskij Uzel nei primi sei mesi del 2009 circa 300 persone sarebbero morte in scontri a fuoco, durante azioni antiterroristiche o in seguito ad attentati, di cui 87 appartenenti alle forze dell'ordine, 145 persone accusate di essere terroristi e 62 civili.
Tra le vittime di attentati vi sono anche nomi di altro profilo. Il 5 giugno 2009 il ministro degli Interni del Daghestan Adurazak Abakarov è stato ucciso fuori da un ristorante di Machačkala, capitale della regione, in seguito a colpi d'arma da fuoco sparati da due cecchini situati in edifici residenziali di nove piani a circa 200 metri di distanza dalla vittima. Da anni non si registravano attentati a autorità di così alto rango nella regione. Benché le indagini proseguano, non è ancora chiaro chi abbia commesso l'attentato. Pochi giorni prima, il 25 maggio era stato ucciso Akhmed Tagaev, vice-mufti del Daghestan ed uno dei principali oppositori ideologici dell'islamismo radicale nella regione.
Ma l'attentato che sicuramente ha richiamato più attenzione è stato quello al presidente dell'Inguscezia Yunus-Bek Yevkurov. Il 22 giugno un attentatore suicida si è fatto esplodere a bordo di un auto con 70 kg di esplosivo vicino alla macchina blindata del presidente Yevkurov. In seguito all'esplosione sono morti quattro membri della scorta e lo stesso Yevkurov è stato gravemente ferito e ha ripreso conoscenza solo il 3 luglio. Attualmente si trova in una clinica moscovita e solo recentemente ha iniziato a ricevere visite.
La presenza di un attentatore suicida non lascia dubbi riguardo al fatto che l'attacco sia stato organizzato e realizzato da gruppi terroristici. Da quando è arrivato al potere nell'ottobre 2008, Yevkurov, recentemente definito dall'esperta di Caucaso Julia Latynina "un idealista pragmatico", si è fatto sicuramente nemici su vari fronti. Yevkurov ha lavorato per combattere la corruzione diffusa nella regione, inimicandosi chi ne traeva diretto beneficio sia tra le persone vicine all'ex-presidente Zyazikov sia tra i rappresentanti delle forze dell'ordine. Lo stile di governo di Yevkurov e le sue politiche lo rendono particolarmente pericoloso anche per i ribelli e non solo perché ha intensificato lo sforzo delle forze dell'ordine per dare la caccia alle formazioni illegali, ma anche perché la corruzione rappresenta una fonte di risorse per i ribelli sia direttamente sia indirettamente (lo scontento e l'indignazione popolare che essa genera sono tra i fattori che aumentano il livello di consenso delle formazioni illegali tra la popolazione).
In assenza di Yevkurov, il presidente ceceno Ramzan Kadyrov ha preso il controllo della lotta alle formazioni ribelli nella zona di confine tra le due regioni. Secondo alcuni osservatori, la presenza di forze cecene in Inguscezia è motivo di preoccupazione per i residenti locali, che temono che Kadyrov aumenti la propria influenza nella regione (un articolo recentemente comparso su Nezavisimaja Gazeta parla di "ramzanofobia inguscia").
Nonostante Kadyrov abbia dato inizio a una nuova campagna per liberarsi dei ribelli, nelle ultime settimane si sono intensificati gli attacchi mirati a rappresentanti delle forze dell'ordine, sia nelle ore di servizio (un attacco ad una colonna di auto della polizia cecena che si spostava nella zona del confine ceceno-inguscio ha causato nove vittime lo scorso 4 luglio) sia durante le ore di riposo (solo in Inguscezia tra il 10 e il 13 luglio sono state attaccate con armi automatiche e lanciagranate in diverse occasioni le case di almeno cinque rappresentanti delle forze dell'ordine senza causare vittime, alcuni poliziotti sono stati aggrediti con armi automatiche mentre riposavano in riva ad un fiume, mentre nello stesso periodo si sono rivelati fatali attacchi ad almeno due poliziotti che si trovavano nelle loro auto private).
Lo scorso 8 luglio Ramzan Kadyrov ha dichiarato che in Cecenia non vi sarebbero più di 50-70 ribelli, in maggioranza mercenari stranieri, addestrati anche dai servizi segreti occidentali, disposti a tutto per mettere la Russia in difficoltà.
Tra il 29 giugno e il 6 luglio, nella zona del Caucaso settentrionale hanno avuto luogo le esercitazioni militari "Kavkaz-2009", a cui secondo dati ufficiali del ministero della Difesa russo hanno partecipato "8500 soldati, 250 carri armati, 450 mezzi blindati e 250 pezzi di artiglieria". Le esercitazioni non costituivano un addestramento solo in vista di un possibile conflitto armato "tradizionale" contro un esercito nemico (come durante le esercitazioni del 2008, terminate pochi giorni prima dell'inizio del conflitto in Ossezia del Sud lo scorso agosto), ma anche all'eventualità di impiego dell'esercito in azioni antiterroristiche.
A quanto pare però, la presenza dei soldati impegnati nelle esercitazioni non ha affatto scoraggiato i ribelli.