Dopo l'attacco all'Ucraina le violazioni dei diritti umani in Russia sono aumentate, come rileva il rapporto delle Nazioni Unite 2023. Tuttavia, secondo il documento, anche prima della guerra si riscontravano gravi violazioni dei diritti umani
Il rapporto sulla Russia del 2023 del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (A/HRC/54/54 ) prende atto del fatto che le violazioni nel paese sono peggiorate dopo l'attacco in Ucraina ma che le radici della sistematica violazione dei diritti umani in Russia sono precedenti all'aggressione. Il rapporto, preparato dalla rappresentante speciale Mariana Katzarova, si concentra solo sulla Federazione Russa entro i confini internazionalmente riconosciuti, quindi escluse le zone dell’Ucraina di cui Mosca ha dichiarato l’annessione.
I meccanismi
Le violazioni dei diritti umani in Russia sono sistematiche perché esiste una serie di meccanismi che le rendono possibili, e un sistema quasi non scardinabile che coinvolge varie istituzioni dello stato e le riconduce al dilagante potere dell’esecutivo. Il potere giudiziario è di fatto affiliato a quello politico e - più che a tutelare i diritti dei cittadini - serve a imporre su di essi la volontà dell'élite politica. Una prova ne sono i 24 ricorsi che sono stati fatti contro la legge sul discredito delle forze armate, per i quali la Corte Costituzionale ha negato ogni fondamento, riconoscendo la legittimità della misura introdotta dopo la guerra. Per la corte screditare le forze armate abbatte il morale delle truppe, quindi anche la massima istanza giudiziaria ripropone di fatto la posizione ufficiale del governo.
Stessa situazione per un organo garante come il Commissario per i diritti umani, che infatti è stato allontanato dalle corrispondenti organizzazioni internazionali. Ancora peggiore il quadro per quel che riguarda il Commissario per i diritti dell'infanzia nella persona di Maria L’vova-Belova, contro cui la Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato di arresto per rapimenti e deportazioni di minori dall’Ucraina.
Il Consiglio presidenziale per lo sviluppo della società civile è stato invece abolito dal governo russo nel 2019 perché aveva espresso critiche nei confronti del governo.
Il quadro legale
La legge sugli agenti stranieri del 2012 ha cambiato completamente il quadro legale entro cui potevano operare le varie associazioni di tutela dei diritti umani. Gli emendamenti nei dieci anni seguenti hanno espanso il concetto già estremamente negativo di agente straniero a quello di influenza straniera, decretando un congelamento completo dell'attività delle associazioni. A luglio 2023 risultavano registrati come agenti stranieri 649 organizzazioni ed individui di cui 134 erano state aggiunte negli ultimi sei mesi. È stata altresì aggiunta una designazione retroattiva di "persona affiliata a un agente straniero" che rende la legge ancora più arbitraria e imprevedibile. A dicembre del 2022, 861 individui sono stati dichiarati affiliati a oggetti stranieri. Non si viene nemmeno informati dell’inclusione in questo elenco da parte del ministero di Giustizia.
Nel 2015 è stata adottata la legge sulle “organizzazioni indesiderabili” senza chiarire esattamente cosa si intenda con questa definizione, che quindi può essere applicata con grande discrezionalità. Questa legge impedisce a chiunque non solo di collaborare ma anche semplicemente di utilizzare materiale prodotto da una organizzazione “indesiderabile” o farvi riferimento anche semplicemente aggiungendo un link. In questi otto anni nessuna delle organizzazioni dichiarate indesiderabili è riuscita a far cancellare la propria “indesiderabilità”. Fra queste figurano Transparency International e Greenpeace, ad esempio. Mentre divampa la guerra, nel 2023, è avanzato il progetto di legge che prevede il divieto di collaborare con qualsiasi organizzazione non registrata in Russia, preceduto da una cancellazione in larga scala di registrazioni di organizzazioni internazionali.
La legge sulle fake news e sul discredito dell'esercito si articolano in due diversi provvedimenti. Il primo, che prevede che le informazioni sulle attività dell’esercito siano conformi esclusivamente a quanto reso pubblico dal governo, è stato aggiunto al codice penale nel 2022 ed entro il luglio del 2023 già 182 persone erano state denunciate sulla base di questo articolo. Sono state già emesse alcune condanne che vanno dagli otto anni e mezzo ai sei di reclusione. Invece la successiva Legge sul discredito dell’esercito si trova sia nel codice penale sia nel codice civile. Per questo ultimo, sono più di settemila i casi di persone denunciate, mentre per il penale sono circa 110 casi. La matrice del procedimento penale o civile può anche solo essere il fatto di aver cantato canzoni ucraine, o vestito i colori dell’Ucraina, o essersi espressi a favore delle sanzioni.
Durate lo stato di guerra i paesi tendono ad assumere posizioni più reazionarie, e a trincerarsi in forme di tradizionalismo. L’Ucraina è uno dei rarissimi casi in cui sia il dibattito che la legislazione sui diritti stanno procedendo nonostante la guerra. Questo riguarda anche la comunità LGBTQ+ , ed è il prodotto di diversi fattori: la partecipazione dei membri della comunità alla difesa del paese, la volontà di avvicinarsi ai partner euro-atlantici, e di prendere le distante dal modello sociale e culturale russo.
La Russia è un paese che fa dell'omofobia una bandiera e dal febbraio 2022 il presidente ha dichiarato che l’omofobia è una delle pietre fondanti della sua politica. La legge sulla propaganda gay è del 2013, ma i successivi emendamenti includono anche il forzato cambiamento di identità sessuale in caso di cosiddette “anomalie”.
I media
La legge generale sui media è del 1991 ed era nata con l'intento di allargare e rendere più aperto il mondo dell'informazione, ma già negli anni 2000, attraverso il controllo oligarchico, lo scopo della legge era stato abbondantemente travisato. Negli anni la situazione è andata degenerando anche per effetto dell’estensione al quadro dei media delle leggi liberticide di cui sopra. Nel 2017 è stata approvato un emendamento che includeva l’obbligo di indicare informazioni sugli “agenti stranieri” nei media.
L’aggressione all’Ucraina, la cosidetta "operazione militare speciale" con lo scopo dichiarato di denazificare e demilitarizzare il paese, ha rappresentato un autentico salasso della libertà dei media russi. Sono circa 300 i canali e i media che sono stati bloccati e otto sono stati sono dichiarati indesiderabili. Sono aumentate le multe fino a esborsi tali che alcuni media hanno dovuto terminare le proprie attività.
Dal luglio al 2022 una nuova legge federale permette che un media possa essere chiuso per tre mesi o definitivamente senza che sia necessaria la sentenza di alcuna corte. Questo ha fatto precipitare la posizione della Russia internazionalmente al 164° posto su 180 per libertà dei media.
Rimane sempre elevatissimo il numero dei giornalisti perseguitati e uccisi in Russia. Sono 43 i giornalisti dichiaratamente uccisi fra il 2000 e il 2023. Solo il 2022, in concomitanza con la guerra, ha visto un esodo di circa mille giornalisti dal paese.
La Russia era in guerra con la libertà di stampa da anni. L’aggressione militare all’Ucraina è diventata la sua offensiva finale.