Dopo Lubiana, Zagabria e Sarajevo il festival culturale REFRACT è arrivato anche a Belgrado. Intervista ad uno dei promotori.
REFRACT, refrazione. E' il titolo di un festival culturale che si è tenuto a Belgrado alla fine del mese di aprile. Tra gli organizzatori l'ONG "Cultural Front" e la "Dom Omladine" di Belgrado. Tutte le iniziative sono poi state sostenute dalla Cross Radio. La nostra corrispondente da Belgrado Ada Sostaric ha intervistato Dejan Ubovic attivista del Cultural Front e tra i promotori di Cross Radio.
Come è nata l'idea di creare Cross Radio e quando?
Circa due anni fa ho avuto occasione di andare a Zagabria dove ho incontrato alcune persone che lavoravano in radio locali. Confrontandoci è nata l'idea di far nascere un programma radio che attraversasse i molti confini dell'ex-Jugoslavia e da qui è nata Cross Radio.
All'inizio erano tre le città coinvolte: Belgrado, Lubiana e Zagabria. Trasmettevamo un programma una volta a settimana, della durata di circa un'ora. In questo spazio radiofonico si presentavano iniziative culturali che si svolgevano in queste tre città. Naturalmente la nostra attenzione è rivolta maggiormente alla cultura alternativa che non ad eventi culturali "tradizionali": certo non si può affermare che siamo attanagliati dalla nostalgia. Agli inizi, ogni venerdì, ci si scambiava il materiale necessario per autobus. Era un sistema macchinoso e stancante. Dopo circa due mesi ci siamo resi conto che si poteva fare tutto via internet. Siamo riusciti in questo modo a mettere in piedi anche una "redazione musicale virtuale".
Dopo pochi mesi di attività di Cross Radio altri hanno deciso di prendervi parte: Radio Kojot di Zrenjanin, FM Radio di Sarajevo, 021 Radio di Novi Sad, Radio Sombor, Radio Studio 88 di Mostar.
Al momento vi sono otto radio che collaborano. Nell'immediato futuro ci aspettiamo che l'ONG Geto da Banja Luka divenga il nono soggetto coinvolto; siamo in contatto anche con una radio di Rijeka, una di Maribor ed alcune nel sud della Serbia.
Cross Radio quindi è riuscita nel suo piccolo a mettere insieme radio di diversi paesi. Quali le aree più difficili da coinvolgere?
Stiamo cercando di creare legami con aree più "chiuse". Tra circa un mese ad esempio organizzeremo un incontro al quale abbiamo invitato alcune persone da Vukovar: delle due radio principali della città, una serba e l'altra croata. Il loro approccio è ancora molto diffidente e per loro è difficile concepire di poter fare un incontro a Belgrado e di collaborare con noi. Ma vi sono altre aree problematiche. Una di queste è senza dubbio la Dalmazia. Per fortuna in altre occasioni siamo più fortunati: a volte capita ad esempio che qualche radio, anche se non direttamente coinvolta nel progetto, utilizzi il nostro programma e questo non può che farci piacere. E' il caso della Bosnia dove Federal Radio trasmette ogni venerdì, su tutto il territorio nazionale, il nostro programma.
Quali gli ostacoli più grossi che avete dovuto affrontare?
Sino ad ora non abbiamo avuto problemi rilevanti. Circa 100 persone lavorano su questo programma e tra queste non vi sono mai stati problemi di comunicazione e questo è l'aspetto che riteniamo più importante. Abbiamo cercato di caratterizzare le ultime dieci trasmissioni con una sensibilità maggiore alle attività del mondo associativo e delle ONG. Questo è il modo con il quale entriamo nel "campo della politica" ma non facciamo mai analisi più approfondite di questioni politiche. Siamo interessati soprattutto ad alcune decisioni che possono direttamente influire sulla vita dei giovani, ed a queste diamo più spazio. Stiamo anche pensando alla nascita di una Cross-Television.
E' la prima volta che come Cross Radio organizzate REFRACT?
No, questa è la quarta volta. Il primo si è tenuto a Lubiana lo scorso settembre. L'idea è nata dal fatto di presentare dal vivo tutto quello che facciamo e viene trasmesso dalle nostre radio. In ogni posto abbiamo contatti con gruppi musicali, teatrali, Dj. Facciamo in modo si ritrovino tutti insieme. Dopo Lubiana è stata la volta di Zagabria, Sarajevo ed infine Belgrado. Questa ultima volta però abbiamo cercato di far venire più gente possibile. Abbiamo inoltre deciso di far durare il festival ben sette giorni, in modo possa aver un impatto maggiore sulla città. Certo abbiamo incontrato difficoltà a presentare eventi e spettacoli provenienti da tutti i territori coperti da Cross Radio. Tranne noi, B92 e ad esempio qualche rivista come Balcanis, sono pochi che si occupano di cultura trans-regionale. Ed il pubblico non è ancora molto abituato a sentirne parlare.
Questa volta abbiamo accettato il compromesso di invitare anche molti gruppi occidentali e nel farli interagire con gruppi del sud est Europa. Speriamo però per l'aprile dell'anno prossimo che il Festival possa descrivere in modo più adeguato tutti i territori dove Cross Radio lavora.