Una panoramica sulla composizione della popolazione in Serbia, sulla base dei dati preliminari del censimento da poco effettuato.
Il censimento generale organizzato lo scorso aprile in Serbia resta ancora uno dei principali temi di discussione nel paese. E ciò per una serie di ragioni. Potrebbe infatti aiutare a dare una copertura statistica degli eventi accaduti negli ultimi dieci anni (l'aumento o la diminuzione della popolazione, l'influenza dei rifugiati, le conseguenze dell'emigrazione, inclusa la fuga di cervelli, ecc.). Fornirà inoltre nuove e più precise informazioni sulla composizione della popolazione che abita oggi in Serbia. Infine, si suppone che sia in grado di fornire dati preziosi per quanto concerne la situazione finanziaria attuale degli abitanti della Serbia.
Sfortunatamente, nonostante il processo di raccolta dati si sia concluso da tempo, l'Ufficio per le statistiche della Repubblica, un comitato incaricato dell'intera operazione, ha mancato di fornire qualsiasi informazione sostanziale al pubblico. Pressoché quasi nulla, solo qualche informazione non ufficiale, mentre le dichiarazioni ufficiali, rilasciate durante due o tre conferenze stampa, hanno riguardato solo numeri e quasi nessun commento o analisi sul censimento.
Il 28 giugno 2002 (fonte: IDPs, per esempio con 25.000 persone dal Kosovo e tutto questo è risultato nell'aumento globale di 25.000 unità" ha concluso Kovacevic. La popolazione complessiva della Jugoslavia, rispetto al censimento, è di 8.502.620. Questo esclude il Kosovo e Metohija, che come risaputo è sotto il protettorato dell'ONU. Il numero totale dei serbi e dei non-albanesi IDPs dal Kosovo è stato stimato in 150.000, così come ha dichiarato il Commissario per i rifugiati della Repubblica della Serbia, Sandra Raskovic.
Il numero di serbi iscritto alle Croazia nel periodo 1991-1996 è stato stimato attorno ai 400.000. Questo numero include oltre 300.000 serbi fuggiti dalla Croazia nella tarda estate del 1995 dopo l'operazione dell'esercito croato denominata "Tempesta".
Nel frattempo, i risultati preliminari del censimento generale di quest'anno hanno sollevato alcune questioni. Negli ultimi dieci anni, 9 distretti in Serbia sono stati completamente abbandonati. Tuttavia la capitale Belgrado possiede il numero impressionante di 1.574.050 abitanti, il dato preoccupante riguarda il fatto che nel paese un distretto su sei possiede meno di 500 abitanti. Fino a 5.000 abitanti è la media - circa il 38% di tutti i distretti. La percentuale delle città con più di 5.000 persone è solo del 4%. Le fonti dell'Ufficio hanno detto che i dati sulla struttura, nazionale e religiosa della composizione della popolazione dovrebbe essere disponibili al più tardi verso la fine di quest'anno. Il censimento ha mostrato inoltre che ci sono 395.943 lavoratori jugoslavi temporaneamente impiegati all'estero (popolarmente e in modo sprezzante definiti "gastarbeiter").
La situazione delle minoranze non è stata ancora discussa, dal momento che i dati relativi non sono ancora stati resi pubblici. In accordo col precedente censimento del 1991, la popolazione Rom era stimata attorno al mezzo milione. La loro situazione per esempio è stata riassunta come: basso livello di istruzione, basso impiego, alto tasso di nascita. È stato detto che oltre il 78% dei Rom abbandona la scuola prima del compimento del periodo relativo all'educazione primaria (14 anni). Quasi il 34% dei Rom sono analfabeti. Solo lo 0.4% di questa popolazione riceve un'educazione superiore. I Valacchi sono in numero rilevante nelle regioni nord orientali della Serbia, vicino alla frontiera con la Romania. Comunque, la loro identità nazionale è svanita durante gli anni. Mentre nel censimento del 1948, 93.444 persone dichiararono di essere Valacchi, nel 1968 questo numero è diminuito a 1.369. Nel 1991, il numero era inferiore al 1.000. Questo è anche il caso di altre minoranze.
La caratteristica più importante riguardo le minoranze in Serbia è il fatto che esse siano piuttosto compatte. Occupano aree chiuse e raramente si muovono attraverso il paese. I Gorani e i Turchi, per esempio, abitano alcune aree del Kosovo e Metohija. I Cechi vivono attorno a Kovin, i Macedoni a Karacevo e Jabuka verso i confini con la Macedonia, e gli Ebrei, Polacchi e Zinzari vivono nelle aree urbane. Molti gruppi di minoranze hanno detto di aver contribuito significativamente allo sviluppo della coscienza civile in Serbia nei secoli passati.
Sfortunatamente, non ci sono dati precisi sul loro status attuale, dal momento che non sono ancora stati resi disponibili i risultati del censimento. Noi vorremmo comunque sperare che entro la fine dell'anno tutti i dati relativi saranno disponibili, il che potrebbe fornire risultati interessanti, che potrebbero stimolare nuove questioni o anche fornire una base empirica per le ricerche in diverse discipline.
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