Concluso a Belgrado l'incontro tra le Commissioni per la ricerca degli scomparsi di Bosnia Erzegovina, Croazia e Federazione Jugoslava. Grandi dichiarazioni di disponibilità, ma ancora tanto lavoro da fare.
Il problema della ricerca delle persone scomparse sul territorio della Ex-Jugoslavia durante gli anni di conflitto, è stato l'argomento di dibattito dell'incontro conclusosi giovedì scorso a Belgrado. Alla due giorni di riunione erano presenti i rappresentanti delle Commissioni per la ricerca degli scomparsi della FRY, della Repubblica di Croazia e delle due entità della Bosnia Erzegovina.
A conclusione dell'incontro tutti i partecipanti si sono dichiarati soddisfatti, nonostante il protocollo di collaborazione tra le commissioni della FRY e della Federazione della BIH non sia stato siglato. Secondo le parole del Presidente di quest'ultima - Marko Jurisic - la firma non è stata apposta sul protocollo presentato dal suo collega Yugoslavo Maksim Korac "perché nel testo è stato fatto un errore di forma. Si parla infatti delle due commissioni bosniache come fossero soggetti sottoposti al diritto internazionale", sottraendo la decisione all'autorità dello Stato della Bosnia Erzegovina e ai ministeri competenti(Danas, 30 agosto 2002).
Il protocollo prevede lo scambio incondizionato di informazioni su tutti gli scomparsi ricercati nei tre paesi, la restituzione dei corpi riesumati, la mutua collaborazione nel lavoro di identificazione e il costante monitoraggio del lavoro di ciascuna commissione.
Ivan Grujic, all'incontro di Belgrado a nome della Commissione croata, ha dichiarato di aver ultimamente consegnato alla controparte jugoslava le informazioni relative alla ricerca degli scomparsi in Croazia durante le offensive militari "Lampo" e "Tempesta" lanciate dall'Esercito Croato nel 1995. Secondo i dati a disposizione della commissione croata, in quel periodo risultano scomparse 1.300 persone.
Rispetto invece al numero degli scomparsi in Bosnia Erzegovina, i numeri rimangono altissimi. Secondo le dichiarazioni di Jasmina Odobasic, vicepresidente della Commissione statale della Bosnia Erzegovina, "fino ad oggi, delle 27.719 persone che avevamo in evidenza, abbiamo riesumato circa 14.500 vittime" di cui 4.000 trovate dalla Commissione del Tribunale Internazionale de L'Aja.
"E' un lavoro difficile ma necessario, anche se molto triste" ha raccontato la Odobasic per il quotidiano Oslobodjenje, e i dati lo confermano: "In totale, nelle 250 fosse comuni scoperte finora, il 95% delle vittime riesumate era costituito da civili, di cui il 13% rappresentato da donne e il 3% da bambini" trovati in maggior concentrazione nell'area di Srebrenica (3.000) e Prijedor (1.700) (Oslobodjenje, 19.08.2002).