Il 17 aprile il parlamento federale jugoslavo ha approvato una nuova legge di cooperazione con il TPI. Le autorità jugoslave, lo stesso giorno, hanno concesso agli indiziati tre giorni per consegnarsi alla giustizia. Fino ad ora con scarsi risultati.
Sabato scadeva il termine ultimo concesso agli indiziati serbi presso l'Aja per costituirsi alle autorità jugoslave. Esponenti governativi hanno però dichiarato che coloro che decidessero di consegnarsi oggi godranno delle stesse garanzie. Il viceministro della Giustizia federale Nebojsa Sarkic ha spiegato al giornale 'Glas Javnosti' che le autorita' jugoslave hanno inteso in questo modo tener conto della ''difficolta' per questi incriminati'' di prendere una tale decisione.
Lo scorso 17 aprile il governo federale aveva invitato 23 indagati dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja a costituirsi. Nella lista consegnata dal TPI al governo jugoslavo vi sono Valdimir Kovacevic, Milan Zec, Milan Milutinovic, Dragoljub Ojdanic, Nikola Sainovic, Sredoje Lukic, Miroslav Radic, Milan Mrksic e Veselin Sljivancanin. In essa sono inoltre contenuti i nomi di cittadini che non sono di nazionalità jugoslava ma bosniaca: Stojan Zupljanin, Ranko Cesic, Savo Todovic, Gojko Jankovic, Mitar Rasevic, Radovan Stankovic, Dragan Zelenovic, Zeljko Meakic, Momcilo Gruban, Vinko Pandurevic, Radovan Karadzic, Ratko Mladic e Milan Martic.
La procedura alla quale si dovranno attenere i ricercati, come dichiarato da Florence Hartman, portavoce del TPI, prevede semplicemente la consegna volontaria alla più vicina stazione di polizia la quale informerà direttamente il TPI che si occuperà poi del trasferimento all'Aja.
Savo Markovic, ministro federale della giustiza, ha dichiarato a Radio B92 che considerata la disastrosa situazione sociale del paese tutti coloro i quali sono inseriti nelle liste dell'Aja dovranno godere delle garanzie concesse a chi si costituisce volontariamente (il ministro auspica quindi venga loro garantita e coperta finanziariamente la difesa).
Il ministro della giustizia serbo Vladan Batic ha aggiunto, rispetto alle dichiarazioni del collega, che allo scadere del termine per la consegna volontaria entrerà in vigore la nuova legge di collaborazione con il TPI. Batic ha ribadito che coloro i quali si consegneranno volontariamente si vedranno garantita l'assistenza del governo serbo, e questo anche nel caso si trattasse di cittadini non jugoslavi (vd. serbo-bosniaci) (BK TV, 20.04.02).
L'ex vice-comandante dell'esercito jugoslavo, Daragolijub Ojdanic, che si trova nella lista stilata dal TPI, ha dichiarato che sta preparando le valige per la partenza all'Aja. "Sino ad ora sono riuscito a lottare e ad arrivare sempre alla fine. Lo farò anche adesso", ha reso noto senza mancare di ricordare che le basi delle accuse a lui mosse sono inesistenti. Ojdanic sarebbe l'unico fino ad ora ad aver dato la propria disponibilità a costituirsi. Radio B92 riferisce che molti altri hanno preso contatto con il governo serbo e che sarebbero attualmente in atto intense negoziazioni.
Nel frattempo il procuratore Carla Del Ponte, in occasione della sua visita a Belgrado del 20 aprile scorso, ha dichiarato essere in corso un'indagine a carico di tre militari dell'UCK. Non ne ha però rivelato i nomi (Radio B92, 20.04.02).
Intanto il premier serbo Zoran Dijndjic ha assicurato che tutti gli indagati saranno consegnati al TPI, fatta eccezione per il presidente serbo Milan Milutinovic. (DK TV, 19.04.02).