Lo afferma il ministro degli esteri federale Goran Svilanovic: l'estradizione degli indiziati è l'unico paramentro sul quale si valuta la nostra volontà di collaborare con il Tribunale Internazionale, dobbiamo superare eventuali resistenze in questa direzione.
Il ministro degli esteri federale Goran Svilanovic ha dichiarato la scorsa settimana che entro la fine del mese altri sospettati di crimini contro l'umanità verranno estradati all'Aja. Svilanovic ha affermato a Radio Yugoslavia che Belgrado intenzione di collaborare con il tribunale a prescindere dall'approvazione o meno da parte del parlamento di una specifica normativa in merito, soluzione caldeggiata invece dal presidente Kostunica. "Dobbiamo adempiere alle nostre responsabilità ed il trasferimento degli indiziati è l'unico parametro sul quale venga misurata la nostra effettiva volontà di collaborazione", ha affermato Svilanovic. Ed ha ricordato a coloro i quali ritardano le procedure di tener conto di questo. E la dichiarazione non capita a caso. Il 31 marzo infatti scade l'"ultimatum" posto dal Congresso USA affinché Belgrado dimostri la propria volontà di collaborare con l'Aja. Altrimenti si minaccia la sospensione degli aiuti promessi e fondamentali per un paese che versa in una pesante crisi. Svilanovic ha ripetuto inoltre che sta lavorando per favorire l'entrata della Federazione Yugoslava nel Consiglio d'Europa. Ha però ricordato che l'alto numero di prigionieri albanesi ancora nelle carceri yugoslave potrebbe ostacolarla anche se, ha sottolineato, questo è un problema "ereditato dal passato".
Secondo il ministro degli esteri dei 2100 prigionieri albanesi rinchiusi in Serbia prima della caduta del vecchio regime sarebbero solo 175 quelli ancora in carcere. Il problema secondo Svilanovic verrà presto risolto tra l'amministrazione ONU del Kossovo ed il Centro di Coordinamento di Belgrado, guidato da Nebojsa Covic. Per quanto riguarda la partecipazione al progetto NATO Partnership for Peace Svilanovic ha sottolineato come vi siano ancora alcune resistenze interne all'esercito federale che ne impediscono l'attuazione ed ha esternato anche la sua delusione nei confronti del generale Nebojsa Pavkovic. Il ministro ha però assicurato che questa impasse verrà superata (B92/ Beta, 07.03.02).
Intanto il primo ministro Djindjic cerca di far rientrare il "caso Mihajlovic". Sembrava infatti che quest'ultimo, ministro degli interni nel governo serbo, avesse intenzione di dare le dimissioni. Djindjic smentisce ma fonti vicine a Mihajlovic affermano che lo scontro tra i due sarebbe grave. Sembra infatti che Mihajlovic lamenti di essere ostacolato dal governo. "Potrei facilmente arrestare tutti gli incriminati dall'Aja se solo il governo mi sostenesse" si riporta abbia detto quest'ultimo a Djindjic. Altre fonti all'interno della coalizione DOS, citate dall'agenzia Beta, affermano che Mihajlovic avrebbe datoil via libera per l'apertura di alcuni faldoni di documenti segreti redatti dalla polizia durante l'era di Milosevic ma sarebbe stato anche su questo bloccato da Djindjic (B92, 11.03.02).