Nella prima metà di marzo a Belgrado è arrivato il premier italiano Mario Monti ma anche, pochi giorni dopo, il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Renzo Tondo. Un approfondimento sulle relazioni strette negli ultimi dieci anni tra la regione italiana e la Serbia. All'insegna della Piccola e media impresa
“Trieste è geograficamente più vicina a Belgrado che non a Roma. Da sempre ha rappresentato per la Serbia la porta d'ingresso verso l'Europa occidentale”, ha dichiarato Boris Tadić, Presidente della Serbia, durante l'incontro avvenuto lo scorso 12 dicembre a Trieste con il Governatore del Friuli-Venezia Giulia (FVG), Renzo Tondo. Tre mesi dopo è stata la volta di Tondo a incontrare Tadić a Belgrado, lo scorso 12 marzo, durante un'intensa missione ufficiale di due giorni iniziata a Kragujevac e conclusasi a Novi Sad. Incontro che è arrivato a pochi giorni dalla visita a Belgrado del presidente del Consiglio Mario Monti, che ha permesso di consolidare il partenariato italo-serbo nel momento in cui la Repubblica di Serbia ha ottenuto lo status di Paese candidato all'ingresso nell'UE.
Vi sono stati molti rinvii nell'organizzazione e nella realizzazione del “Secondo vertice intergovernativo Italia-Serbia” - tenutosi infine lo scorso 8 marzo - dopo che il primo si svolse a Roma nel novembre del 2009. Ma vi è una regione, il Friuli-Venezia Giulia, che della cooperazione con la Serbia si avvale da lungo tempo e che non perde occasione per rafforzarla.
Una collaborazione tale da arrivare alla firma, nel contesto del succitato vertice intergovernativo del 2009, di un memorandum d’intesa tra la Regione FVG e il governo serbo, che impegna i due territori in attività di cooperazione in particolare nei settori del commercio, dello sviluppo delle Pmi, dell'energia, delle infrastrutture, dei servizi e nella ricerca ed innovazione.
Vantaggi reciproci
Ma la cooperazione economica tra i due territori non è solo figlia di quell'accordo. FVG e Serbia vantano rapporti consolidati. La Serbia per il Friuli è un mercato che parla la “stessa lingua”, nonostante la differenza di idiomi, nonché un ponte verso “giganti” in forte crescita – quali Russia e Turchia – grazie agli accordi di libero scambio che Belgrado intrattiene con vari Paesi del vecchio blocco sovietico. Tali accordi permettono a beni e servizi prodotti nel territorio serbo di accedere liberamente ad un bacino di consumatori di oltre 850 milioni di persone, senza vincoli tariffari aggiuntivi. Evidente come un mercato di tali dimensioni rappresenti un'opportunità di crescita per le aziende del FVG che, secondo le norme in vigore in Serbia, possono realizzare in Italia fino al 49 per cento del contenuto dei prodotti esportabili nell'area di libero scambio.
Il FVG rappresenta invece una scuola di imprenditoria, di artigianato, di agricoltura. Ma anche di capacità di fare rete, di trasferire know-how a livello settoriale e di creare un sistema economico flessibile e fortemente centrato sulle dinamiche innovative e sullo sviluppo della PMI, nonché export-oriented (con un saldo commerciale positivo di oltre 5mld di euro, che la colloca tra le regioni italiane più virtuose nei rapporti economici con l’estero).
Vojvodina, crocevia d'Europa
Il FVG vanta rapporti commerciali in particolare con l'area settentrionale della Serbia, la Vojvodina, il cui tessuto imprenditoriale, nonché la sua strategica posizione geografica, snodo dei principali traffici tra il Nord e il Sud, l’Ovest e l’Est del continente, hanno fatto della regione il luogo ideale per gli investimenti del FVG, e non solo.
L’attrazione economica della Vojvodina è inoltre moltiplicata dalle scelte del governo serbo che ha messo in atto una serie di politiche economiche volte ad attirare investimenti esteri in grado di accrescere la capacità produttiva del Paese e il trasferimento di know-how. A tal fine, la Serbia ha creato la Free Trade Zone, che prevede una serie di benefici fiscali, di sussidi e di incentivi a favore delle aziende straniere che investono nel Paese. La Vojvodina rientra in questo progetto.
Ed è proprio nel recente viaggio di Tondo in Serbia che è stato rinnovato il Protocollo d'Intesa tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma della Vojvodina, firmato nel 2003 e successivamente consolidato nel 2009. La nuova intesa crea un ampio quadro di collaborazione per consolidare il preesistente partenariato nei settori industriale e commerciale, delle infrastrutture e dello sviluppo territoriale, nonché del turismo, della cultura, della ricerca scientifica e dell'innovazione, dell'ambiente e della formazione, assegnando particolare importanza allo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese.
A margine della firma ufficiale del Protocollo, è stata inoltre inaugurata la ''Casa FVG in Vojvodina'', ufficio di collegamento gestito da Informest e ospitato dallo stessa amministrazione della Provincia Autonoma di Vojvodina. ''Casa FVG'' si propone di diventare un importante punto di riferimento per l'assistenza del sistema regionale in modo da facilitare le relazioni economiche con la Vojvodina.
L'apertura dell’ufficio di rappresentanza in Vojvodina è avvenuta nell'ambito di un più ampio accordo integrato che coinvolge Finest, la finanziaria per gli imprenditori del nord-est; Simest, Società per le imprese all'estero del ministero italiano dello Sviluppo economico e Siepa, Agenzia serba per la promozione degli investimenti e le esportazioni e che dal 1993 svolge un’importante funzione di interlocutore al servizio dell'imprenditoria italiana e serba.
Sguardo anche più a sud
Negli ultimi anni, l’attenzione delle aziende friulane si è anche spostata verso la regione di Kragujevac, anch’essa parte della Free Trade Zone e sede dell’investimento Fiat in Serbia, il cui giro di affari previsto supera ampiamente il miliardo di euro. L’investimento dell’azienda di Torino – il maggiore per valore commerciale nella storia del Paese – ha portato alla creazione di un sistema di PMI interessate ad investire nell’indotto automotive e non solo (servizi commerciali).
A tal proposito, nel maggio 2011, Finest – in collaborazione con Simest e Siepa – ha avviato il progetto “Destinazione Kragujevac”, volto a fornire un pacchetto completo di servizi finanziari e informativi a servizio delle imprese. Il progetto prevede l’apertura nel 2012 di uno sportello operativo in grado di assistere in loco gli operatori italiani che intendono puntare sulle potenzialità di sviluppo della regione, e che rappresenterà una vera e propria vetrina del Sistema Italia in Serbia.
Al momento, le opportunità d’investimento in Serbia sono favorite dai fondi messi a disposizione dalla regione FVG per favorire l’integrazione economica con Paesi appartenenti al mercato comune e con regioni confinanti e dalle linee di credito agevolato del ministero degli Affari Esteri indirizzate a PMI serbe che acquistano beni e servizi prodotti sul mercato italiano. Le iniziative hanno l’obiettivo di facilitare partnership competitive fra le PMI dei due Paesi.
Statistiche in crescita
Tale tessuto di rapporti economici e di accordi commerciali ha fatto della Serbia un solido e consolidato partner della regione FVG, con un volume di interscambio che ha raggiunto un valore di poco inferiore ai 100mln di euro nel 2010. Da evidenziare anche il trend storico del volume di interscambio, che è costantemente cresciuto nel corso dell'ultimo ventennio – con la sola eccezione dello sfortunato biennio della crisi economica mondiale – e che ha fatto registrare un incremento del 145% negli ultimi dieci anni. I maggiori settori di intercambio sono: macchinari e apparecchiature, prodotti chimici, tessile e abbigliamento e agricoltura – che rappresentano anche le principali voci dell’interscambio Italia/Serbia.
La collaborazione tra le due regioni si concentra in particolare sulla promozione dello sviluppo locale attraverso il sostegno alle PMI e alle componenti innovative all’interno del processo produttivo. Il Friuli – una regione dove l’artigianato occupa il 30% della produzione e gli investimenti in R&S sono quasi il doppio della media nazionale – rappresenta un esempio virtuoso di questo modello produttivo. L’obiettivo delle azioni di partenariato che la regione FVG porta avanti è infatti quello di trasferire in Serbia il modello del sistema FVG, basato sulla promozione della R&S attraverso l’istallazione in loco di un reticolo di strumenti tecnici, informativi e logistici di supporto all’innovazione, che coinvolgono vari stakeholders (Istituzioni, Università, centri di ricerca, e incubatori d’impresa) impegnati a forgiare un florido tessuto imprenditoriale in grado di generare autonomamente risorse ed opportunità commerciali.
In linea con l'Europa
In linea con questo trend anche l’action plan – lo Small Business Act (SMA) – varato dall'UE nel 2008 in risposta all’esplosione della crisi mondiale, dove si sottolinea la capacità delle PMI di “trasformare le sfide in opportunità”, e la loro “funzione anti-ciclica con rispetto al tradizionale andamento altalenante del ciclo economico”. Lo stesso SMA promuove la collaborazione regionale tra tessuti imprenditoriali che condividono peculiarità strutturali, “con l’obiettivo di creare un sistema coordinato anche con Paesi di recente o prossima adesione”.
Sostegno che il FVG fornisce anche attraverso le azioni di cooperazione internazionale. Tra queste: SeeNet, che attraverso la cooperazione decentrata sviluppa interventi integrati e sostenibili per stimolare e rafforzare lo sviluppo locale di lungo-periodo; ADC (Adriatic Danubian Clustering), che mira a creare rapporti di rete settoriali sul modello dei distretti industriali estesi; e From Army to Entrepreneurship, il cui principale obiettivo è quello di riconvertire le aree militari in centri al servizio dello sviluppo della piccola imprenditoria locale.
Le trasformazioni del sistema economico mondiale in atto stanno creando nuove opportunità per riallacciare “vecchie amicizie” tra regioni del mondo che condividono caratteristiche, pezzi di storia, abitudini e mercati. In quest’ottica, la cooperazione Friuli-Serbia potrà emergere come simbolo funzionale di questo nuovo modo di agire.
Se poi nel 2014 nascerà effettivamente la macroregione adriatico-ionica assisteremo ad una partnership regionale che potrà rappresentare un forte precedente nel prossimo sviluppo dei rapporti interni all’Europa e con Paesi terzi. In un momento storico in cui le principali nazioni sembrano perdersi in problemi di stabilità macroeconomica, le aziende – piccole e grandi che siano – cercano la fiducia nei mercati reali e nella cooperazione regionale, in grado di generare risorse e opportunità.
Che sia questo il modo migliore per uscire dalla crisi?