Lo dichiara il direttore dell'Istituto del Mercato del Lavoro di Belgrado. "E queste cifre sono destinate ad aumentre sensibilmente nei prossimi anni". Intanto il governo serbo si lamenta per il poco supporto dato dalla Banca Mondiale.
Il direttore dell'Istituto del Mercato del Lavoro della Serbia, Svetozar Krstic, ha dichiarato che in Serbia vi sono 780.000 disoccupati, e che il numero continuerà a crescere. "Nel 2002" ha aggiunto Krstic "ci aspettiamo altri 50-60.000 licenziamenti. In ogni caso nel 2003 e 2004 la situazione sarà ancora peggiore". L'Istituto del Mecato del Lavoro si aspetta infatti che saranno in quegli anni 300.000 i cittadini serbi a perdere il lavoro.
"Possiamo quindi aspettarci nel futuro di avere un milione di disoccupati" ha continuato Krstic. L'analisi dell'Istituto si basa sul fatto che l'impatto sui licenziamenti è ancora limitato dall'esiguo numero di privatizzazioni portate a termine ma la situazione sarà differente quando, come programmato, il 75% delle proprietà statali verranno messe sul mercato (Glas Javnosti, January 13, 2002).
Intanto il ministro delle finanze serbo, Bozidar Djelic, ha fortemente criticato la Banca Mondiale. "Apprezzano i nostri sacrifici per attuare le riforme e poi limitano i finanziamenti che ci erano stati promessi" ha dichiarato in coccasione della presentazione di un "Transitional Report" della Banca Mondiale.
"Molti Stati hanno giocato con la Banca Mondiale, facendo false previsioni sull'andamento delle loro economie. E' forse corretto che la Serbia venga punita per riforme effettuate in tempi brevi e una reale disciplina fiscale?" (B92, 23.01).