Recentemente l'Osservatorio ha presentato la propria attività ad una ventina di operatori italiani che seguono progetti di cooperazione allo sviluppo in Serbia. Un'occasione per rafforzare il lavoro in rete.
L'Osservatorio sui Balcani è stato ospite a Belgrado lunedì 22 luglio scorso dell'Istituto Italiano di Cultura, dove ha presentato le proprie attività alla presenza di una ventina di operatori di organizzazioni italiane che operano in Serbia.
Per l'Osservatorio erano presenti Marco Vender ed Emiliano Bertoldi che hanno illustrato obiettivi e funzionamento dell'Osservatorio, soffermandosi in particolare su alcuni strumenti che possono utilmente coadiuvare il lavoro degli operatori espatriati. Il database ARCO (ARchivio COperazione) - prima esperienza in Italia di mappatura delle organizzazioni presenti nei Balcani e dei loro progetti per conoscere "chi, dove, quando" - ma anche le sezioni dedicate a Notizie ed Approfondimenti concernenti le principali evoluzioni dell'area balcanica in ambito politico, sociale ed economico, oltre che agli Appuntamenti di interesse segnalati in un'agenda costantemente aggiornata.
Sottolineatura maggiore si è voluto dare alla ricerca di una collaborazione ed interazione tra Osservatorio sui Balcani e cooperanti italiani presenti sul campo, ad integrazione ed estensione del lavoro già svolto dai propri corrispondenti (ricordiamo che in Serbia sono due, Ada Sostarić a Belgrado e Mihailo Antović a Niš), ma anche con il fine di stimolare un ruolo riflessivo su cosa significhi fare cooperazione oggi in generale e nei Balcani in particolare e per superare l'idea di una figura solo operativa e distaccata da un contesto più globale. L'invito ripetuto quindi ad essere "antenne" ricettive e capaci di sfruttare l'opportunità di diffusione dell'informazione data dal portale dell'Osservatorio, per far conoscere punti di vista, ma anche eventi, notizie, particolari curiosi del proprio vivere quotidiano nei Balcani. Per essere quindi risorsa pulsante di un progetto che mira al superamento della cultura dell'emergenza, a collegare la cooperazione con l'impegno per la pace, ad alimentare processi di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale, culturale ed economico ed a promuovere più in generale l'integrazione dell'area balcanica nel contesto europeo.
Notevole interesse ha suscitato la proposta, recentemente sperimentata dall'Osservatorio a Rimini, di offerte formative agli operatori delle organizzazioni impegnate nell'area balcanica, non tanto prima delle loro missioni (già molte organizzazioni prevedono almeno uno stage preparatorio) ma durante la loro permanenza "sul campo". Si tratta quindi di momenti legati principalmente agli strumenti dell'agire (operatività) ma anche della riflessione, individuando modalità, luoghi e tempi che siano conciliabili con le esigenze dei cooperanti.
L'idea sarebbe quella di momenti formativi nei luoghi dove gli operatori agiscono, rivolti anche appositamente alle esigenze di singole organizzazioni, ma potrebbe essere particolarmente stimolante coinvolgere operatori di diversa provenienza.
Dai contributi dei presenti sembra emersa proprio quest'ultima indicazione - chiedendo all'Osservatorio anche un ruolo per facilitare ed omogeneizzare percorsi che singole organizzazioni fanno già - perché l'intento deve essere quello di metter a confronto esperienze, punti di vista, obiettivi, motivazioni e operatività diverse per consentire una crescita sinergica comune e per condividere i saperi di ciascuno. Momento formativo visto quindi anche come acquisizione di maggiore consapevolezza e capace di valorizzare le potenzialità di ciascun cooperante. Ma pure come esperienza di mediazione culturale per agire con maggiore cognizione di causa in luoghi dove la conoscenza di lingua, cultura, tradizioni, religione diviene strumento fondamentale per un agire responsabile e sostenibile.
Infine si è fatto il punto sull'azione maggiormente "politica" intrapresa dall'Osservatorio, legata all'Appello "L'Europa oltre i confini" diretto a favorire l'integrazione dei paesi balcanici nell'Unione Europea con modalità certe, sostenibili e dal basso.
Si sono ripercorse le tappe fondamentali dell'Appello, dalla sua ideazione a Padova nel corso di Civitas 2001, alla sua prima presentazione ufficiale di settembre 2001 in Campidoglio con i Sindaci di Roma e Sarajevo e poi all'evento di Sarajevo dello scorso aprile con la presenza di Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea.
E' stata prospettata l'intenzione di presentare lo stesso appello nel corso del 2003 a Belgrado, ripercorrendo la falsa riga già sperimentata di una dimensione legata al mondo dell'associazionismo e contemporaneamente ad una politico-istituzionale e culturale.
Un momento, dunque, proficuo ed utile, che grazie all'incontro diretto e non soltanto "via web", ha contribuito certamente a rafforzare i legami tra Osservatorio ed operatori sul campo, esperienza che ci ripromettiamo pertanto di ripetere in altre sedi dell'area balcanica.