Il 21, 22, 23 dicembre si sono incontrati a Kraljevo, centro della Serbia, associazioni e gruppi provenienti da tutti i Balcani. Per discutere di globalizzazione e per creare un Social Forum del sud est Europa.
Si sono tenute a Kraljevo tre giornate di incontri sul tema "Globalizzazione e i Balcani". Presenti rappresentanti di gruppi ecologisti, anarchici, di associazioni che si battono per i diritti umani e per promuovere una cultura della tolleranza e delle differenze provenienti dall'intera ex-Jugoslavia e dalla Romania.
"E' il primo incontro di questo tipo nel sud est Europa" ci ha detto Andrej Grubacic, dell'Iniziativa per una Democrazia Economica, associazione con sede a Belgrado "e lo scopo principale che ci proponiamo è quello di arrivare alla creazione di un Social Forum dei Balcani". Andrej andrà a Porto Alegre quale ospite di Le Monde Diplomatique assieme ad altri due partecipanti al seminario il cui viaggio verrà invece sostenuto dal comitato di associazioni italiane che promuovono il lavoro della neonata Agenzia della Democrazia Locale della Serbia centro meridionale con sede a Nis. Sarà una grossa opportunità per la rete di associazioni che ha iniziato a crearsi durante gli incontri di questi tre giorni per iniziare a stringere legami con varie realtà del movimento no o new-global mondiale.
L'incontro di Kraljevo è stato promosso, grazie al sostegno dell'Associazione Tavolo trentino con la Serbia e dall'associazione locale DRK che si batte per il rispetto della multiculturalità.
Molte le novità emerse dal dibattito. Innanzitutto l'esistenza di un clima aperto e tollerante, cosa purtroppo ancora rara nei Balcani di questi ultimi dieci anni. Inoltre si è notata la forte volontà, anche in realtà dilaniate dalla guerra quali la Bosnia-Erzegovina, di creare iniziative, di strutturare un'opposizione alle dinamiche neo-liberali ed a quelle che hanno portato alla tragedia la ex-Jugoslavia. Se infatti in Stati quali la Croazia e la Serbia, seppur tra mille difficoltà, una certa società civile è sempre esistita e resistita, in altri Paesi è stata letteralmente spazzata via, e questo è avvenuto in Bosnia. Ora alcuni gruppi che sono sempre stati controtendenza rispetto alle logiche nazionaliste, però muti ed incapaci di agire, iniziano ad organizzarsi.
Altra considerazione rilevante che nasce dagli incontri di Kraljevo è la definitiva rottura dell'isolazionismo nel quale era piombata questa regione. Si rafforza la consapevolezza del forte impatto che le dinamiche globali hanno sui Balcani. Si inizia a guardare al locale con un punto di vista globale.
La creazione di un Social Forum dei Balcani è inoltre importante perché le vicende che hanno colpito quest'area geografica, intrise di modernità, sono paradigmatiche per comprendere alcuni meccanismi della globalizzazione, ed inoltre è significativo che finalmente almeno alcuni gruppi di persone nei Balcani inizino a sentirsi responsabili su questioni che coinvolgono l'umanità intera, il nord come il sud del mondo.
Torneremo sui contenuti dell'incontro di Kraljevo nei prossimi giorni con alcuni interventi dei partecipanti. Un lungo reportage verrà inoltre pubblicato sul prossimo numero di CARTA.