Nella sua prima conferenza stampa il nuovo capo di stato maggiore Branko Krga presenta alcune novità. L'ex attaché militare dell'ambasciata jugoslava a Mosca prospetta un esercito nuovo e sotto controllo civile.
Il nuovo Capo di stato maggiore delle forze armate jugoslave, Generale Branko Krga, che ha sostituito recentemente il Generale Pavkovic, ha dichiarato il 15 luglio scorso, nella sua prima conferenza stampa, che l'esercito jugoslavo si rende conto di essere entrato in una nuova era. "Abbiamo idee chiare su come dovrà essere in futuro l'esercito. Deve non essere in contraddizione con le tradizioni dei nostri antenati ma contemporaneamente essere in grado di rispondere alle sfide dell'era moderna, e con questo intendo anche una piena integrazione nel sistema democratico".
Ha inoltre aggiunto che la trasformazione dell'esercito jugoslavo sarà un processo che durerà a lungo e strettamente correlato ad accordi politici (ad esempio quello che riguarderà i rapporti tra Serbia e Montenegro) e la situazione di sicurezza sul campo (sud Serbia, Kossovo ecc.).
Krga ha sottolineato che obiettivo primario da parte sua sarà una razionalizzazione dell'esercito ed una diminuzione delle spese ad esso connesse. Il primo passo in questa direzione sarà rappresentato dalla riduzione del numero totale di militari, siano essi di leva che professionisti. Il loro numero dovrebbe infatti calare dagli attuali 78.000 a circa 65.000.
Ha inoltre ricordato come una delle novità rilevanti introdotte dalla nuova legge sulle forze armate approvata dal Parlamento serbo lo scorso 11 luglio sia che spionaggio e contro-spionaggio dell'esercito saranno direttamente alle dipendenze del Governo e del Ministero della difesa, e non, come accadeva sino ad ora, del Capo di stato maggiore. E questo - ha chiarito Krga - va nella direzione di garantire maggior controllo dell'esercito da parte dei civili (Tanjug, 16.07.02).