Le presidenziali russe sono state seguite da tutti i media serbi. La Belgrado ufficiale considera la vittoria di Medvedev come il proseguimento delle buone relazioni tra i due paesi, soprattutto per quel che riguarda il sostegno sulla questione Kosovo
In Serbia la vittoria di Dmitrij Medvedev alle elezioni presidenziali in Russia era attesa ed è stata accolta con soddisfazione. Il premier Vojislav Kostunica, il presidente Boris Tadic, il leader del Partito radicale serbo (SRS) Tomislav Nikolic e il presidente del Partito socialista della Serbia (SPS) Ivica Dacic, si sono affrettati ad inviare a Mosca le loro congratulazioni.
Il premier della Serbia si è congratulato con Medvedev per la vittoria alle elezioni, ritenendo quest'ultima un segno della continuazione dell'incredibile sviluppo economico della Russia. Come riporta il quotidiano "Novosti", Kostunica, nel complimentarsi, ha affermato che "la Russia con la sua politica è divenuta il difensore dei principi fondamentali del diritto internazionale sui quali si basano la pace e la stabilità del mondo".
Il presidente Tadic a nome dei cittadini della Serbia ha inviato a Medvedev le più sentite congratulazioni, aggiungendo che si attende il proseguimento delle buone relazioni tra la Serbia e la Russia. In una dichiarazione trasmessa da B92 è stata riportata la fiducia di Tadic nel fatto che "la collaborazione tra i due paesi continuerà a svilupparsi e si rinforzerà in tutti gli ambiti di interesse comune".
Le presidenziali russe sono state seguite da tutti i media serbi. Nel giorno in cui si sono svolte (2 marzo) tutte le stazioni televisive hanno trasmesso le percentuali di affluenza alle urne, le dichiarazioni dei candidati alla presidenza e i risultati preliminari. Sono stati trasmessi anche servizi sui cittadini russi che hanno votato all'ambasciata di Belgrado, con riferimento al fatto che i cittadini della Russia eleggono un presidente che dovrebbe far proseguire la crescita economica del paese e posizionare la Russia come una grande potenza mondiale.
L'ambasciatore russo a Belgrado Aleksandar Aleksejev ha confermato che a tutti i cittadini russi che si trovano a Belgrado è stata data la possibilità di votare, compresi quelli che sono in vista turistica in Serbia.
L'ambasciatore Aleksejev il giorno delle elezioni ha inoltre ribadito la decisione della Russia di attenersi alla posizione di principio sull'annullamento della dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo. Aleksejev in una dichiarazione per il quotidiano "Politika" ha confermato che la Russia farà di tutto per far sì che "la decisione totalmente sbagliata sull'indipendenza unilaterale del Kosovo venga annullata". L'ambasciatore russo ha poi aggiunto che la posizione della Russia è quella di "sfruttare tutte le possibilità per impedire la violazione del diritto internazionale in Kosovo", affermando inoltre che "la grande responsabilità di tutto ciò ricade sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Alle domande dei giornalisti sul piano per portare la questione del Kosovo in Consiglio di Sicurezza Aleksejev ha risposto dicendo che si svolgerà tutto in coordinazione con gli amici serbi e che "ogni passo della Serbia e della Russia sarà ben organizzato".
La vittoria di Medvedev rappresenta per Belgrado il segnale che la Mosca ufficiale non cambierà la sua politica nei confronti della Serbia. Questo per l'élite politica significa che proseguiranno le attività al Consiglio di Sicurezza dell'ONU e presso le altre istituzioni con l'intento di annullare la decisione di indipendenza del Kosovo. Allo stesso tempo, la vittoria di Medvedev significa la continuazione dell'avvicinamento tra la Serbia e la Russia, anche per quel che riguarda le relazioni economiche, ovvero l'ingresso del capitale russo in Serbia.
A Belgrado le presidenziali russe sono state attese senza tensioni. La vittoria di Medvedev per i funzionari serbi era del resto notizia attesa. Il segnale di buone relazioni e della continuazione della battaglia comune per il Kosovo era giunto a Belgrado sette giorni prima delle votazioni in Russia, quando Dmitrij Medvedev si è recato in visita ufficiale nella capitale serba. La delegazione russa era composta anche dal capo della diplomazia russa Sergej Lavrov e dal suo vice Vladimir Titov.
Durante la visita a Belgrado, Medvedev si era incontrato con il presidente Tadic e col premier Kostunica. Dopo l'incontro col premier, Medvedev aveva dichiarato ai giornalisti presenti che l'alleanza tra la Serbia e la Russia per quel che riguarda il Kosovo continuerà. In una breve dichiarazione riportata da B92, Medvedev ha aggiunto che "c'è una questione che, a prescindere da questo bel tempo primaverile, con molto rammarico guasta l'umore, e si tratta della questione Kosovo. Noi abbiamo esaminato con attenzione la questione della proclamazione unilaterale dell'indipendenza del Kosovo. La posizione comune è che quell'atto non è in accordo con il diritto internazionale e viola la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia. Queste mosse distruggono il sistema internazionale di sicurezza e del diritto che l'umanità ha costruito in un secolo di storia".
Durante la visita di Medvedev è stato firmato l'Accordo di collaborazione e realizzazione del progetto di costruzione del gasdotto per il transito di gas naturale che è stato parafato dall'amministratore delegato della Gazprom Aleksej Miller e dal direttore della Srbijagas Sasa Ilic. L'accordo di Belgrado è un passo verso la realizzazione dell'Accordo sulla collaborazione energetica tra la Serbia e la Russia firmato a Mosca alla fine di dicembre 2007, col quale è previsto che la russa Gazprom acquisti il 51% della Compagnia petrolifera della Serbia (NIS) per un valore di 400 milioni di euro.
Durante l'incontro col presidente Tadic è stata confermata la posizione sulle ottime relazioni tra la Serbia e la Russia. Tadic ha ringraziato Medvedev per l'aiuto e per la posizione di principio in relazione al Kosovo. Tadic ha però poi fatto presente a Medvedev e agli altri delegati russi la posizione inaccettabile del giornalista della tv russa che durante il tg ha affermato che il primo premier democratico della Serbia Zoran Djindjic è stato una marionetta dell'occidente e che si è meritato la pallottola che lo ha ucciso. I membri della delegazione russa hanno espresso al presidente Tadic la loro convinzione che quella non fosse la posizione ufficiale di Mosca.
Ricordiamo che il giornalista della televisione russa oltre ad avere definito Zoran Djindjic una marionetta dell'occidente, ha aggiunto che egli ha "distrutto il leggendario esercito serbo e i servizi segreti, svendendo gli eroi della resistenza serba al tribunale dell'Aja in cambio di un aiuto astratto, motivo per cui si è meritato una pallottola". La dichiarazione del giornalista russo è stata accolta con amarezza dal Partito democratico (DS) e dal Partito liberal democratico (LDP) i quali hanno chiesto immediatamente le scuse da parte di Mosca.
Una parte dell'élite politica e della società vede nella dichiarazione del giornalista russo l'ennesima conferma che l'orientamento della Serbia verso Mosca non porterà nulla di buono. Insoddisfazione è stata espressa anche per il fatto che la Russia ha consentito l'asilo a Mira Markovic, vedova dell'ex presidente serbo Slobodan Milosevic, e a suo figlio Marko Milosevic, entrambi ricercati dalla magistratura serba per il sospetto di svariati reati penali. Discusso è pure l'accordo sull'acquisto della NIS, mentre è stata espressa preoccupazione che la Serbia in nome dell'aiuto russo per la questione del Kosovo dovrà pagare un prezzo esagerato.
Belgrado per ora conta sull'appoggio della Russia nella battaglia per l'annullamento della dichiarazione unilaterale dell'indipendenza del Kosovo. La vittoria di Dmitrij Medvedev garantisce la continuazione della politica avviata in precedenza e la collaborazione tra i due paesi sulla questione del Kosovo. E a Belgrado le elezioni presidenziali russe erano tra le notizie principali di tutti i media.