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Nel suo rapporto finale sulle elezioni in Serbia dello scorso dicembre, l’Ufficio dell’OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) ha citato l’inchiesta del Centro per il giornalismo investigativo della Serbia (CINS) sul controverso call-center del Partito progressista serbo (SNS)

01/03/2024 -  Ivana Milosavljević

(Originariamente pubblicato da CINS , il 28 febbraio 2024)

Nel rapporto dell'ODIHR , pubblicato mercoledì 28 febbraio, si esprime preoccupazione per il fatto che [alla vigilia delle elezioni] i cittadini serbi ricevessero telefonate indesiderate da un call-center legato al Partito progressista serbo (SNS). L’ODIHR cita l'inchiesta di CINS, da cui è emerso che il lavoro nel call-center veniva offerto solo a chi era disposto a votare l’SNS e che l’origine dei dati personali – raccolti in un database utilizzato per chiamare i cittadini – era sconosciuta. Nel rapporto si sottolinea poi che alcuni media hanno riferito dell’esistenza di un simile call-center anche a Niš.

Le rivelazioni di CINS si inscrivono in una lunga serie di denunce di irregolarità e violazioni, citate nel rapporto, che hanno permesso all’ODIHR di formulare la sue raccomandazioni. L’ufficio dell’OSCE invita le autorità serbe a porre fine a intimidazioni e pressioni a cui sono sottoposti gli elettori, compresi i dipendenti pubblici, e a rafforzare i meccanismi di controllo.

La nostra inchiesta ha messo in luce anche il problema del finanziamento delle campagne elettorali da parte di terzi.

Anche dopo la pubblicazione dell’inchiesta, l’SNS ha rifiutato di dichiarare all’Agenzia per la prevenzione della corruzione le spese sostenute per le attività del call-center. Il partito di Vučić ha negato qualsiasi legame con l’agenzia di hostess M&J Lady e con il Centro per l’educazione e lo sviluppo dei giovani (CEROB) nella cui sede venivano distribuite le paghe agli operatori del call-center. Così la provenienza del denaro utilizzato per retribuire gli operatori è rimasta sconosciuta.

Nel suo rapporto finale, l’ODIHR raccomanda alle autorità serbe di impegnarsi per garantire la certezza giuridica e l’assunzione di responsabilità per il finanziamento delle campagne elettorali, suggerendo una revisione della normativa in materia per colmare le lacune esistenti e regolamentare esplicitamente il ruolo dei soggetti terzi nella propaganda elettorale.

L’ODIHR invita l’Agenzia per la prevenzione della corruzione a indagare attivamente e sanzionare il finanziamento delle campagne elettorali da parte di soggetti non autorizzati.

Come abbiamo scritto in precedenza riguardo al caso del call-center dell’SNS, l’Agenzia per la prevenzione della corruzione è intervenuta solo dopo che l’organizzazione Transparency Serbia ha sporto denuncia per sospetta violazione del Codice penale e della Legge sul finanziamento delle attività politiche.

Successivamente, però, l’Agenzia ha deciso di non avviare un procedimento contro l’SNS perché “non dispongono di prove che permettano di accertare l’esistenza di una violazione della legge”. L’Agenzia ha dato ragione ad alcune persone coinvolte nella vicenda che hanno affermato di non aver organizzato le attività del call-center e che nei loro uffici non venivano distribuite le paghe, nonostante una giornalista di CINS abbia assistito di persona a queste attività, come dimostra anche un video che abbiamo pubblicato.