L'inidiziato è accusato di aver ucciso due albanesi nel '99. Polemiche sia delle organizzazioni che si occupano di diritti umani, che ritengono il sistema giudiziario non sia in grado attualmente di garantire processi equi, sia di quelle dei veterani.
Presso la Corte distrettuale di Prokuplje, città nel sud della Serbia, si è aperto il primo processo in Serbia per "crimini contro la popolazione civile" presso un tribunale non-militare. Sul banco degli imputati Ivan Nikolic accusato di aver ucciso due civili appartenenti alla minoranza albanese il 24 maggio del 1999, durante i bombardamenti NATO.
Nikolic era già stato condannato per lo stesso reato che però era stato considerato come "duplice omicidio" e non inserito nella categoria dei crimini di guerra. E' stata la procura di Prokuplje a richiedere, prima della fine del processo per duplice omicidio, che il tutto venisse riletto alla luce della categoria dei crimini di guerra.
C'è chi vede in questa modifica della natura del processo un'iniziativa del Ministero della giustizia volta a dimostrare al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja l'impegno della Serbia nel punire i responsabili di "crimini contro l'umanità".
Sulla vicenda hanno preso posizione molte organizzazioni che si occupano di diritti umani, tra queste il Comitato di Helsinki della Serbia che, per voce della propria Presidente Sonja Biserko ha affermato come "le nostre Corti di giustizia non sono ancora abbastanza professionali da garantire equità in questi processi". Proteste anche dal fronte opposto delle associazioni dei veterani che annunciano proteste a Prokuplje bollando il processo come "farsa". Anche la sezione locale del Partito Socialista (di Milosevic) ha dichiarato il proprio sostegno ai manifestanti definendo il processo come una "disgrazia per la Serbia"(Narodne Novine, 11.06.02).
Intanto procede in Serbia il dibattito sulla riforma del sistema giudiziario. Il 9 giugno si sono incontrati un gran numero di autorità della Serbia per discutere della qualità e dell'effcienza del sistema giudiziario. Il Primo Ministro Djidjic ed il Ministro per la giustizia Batic hanno dichiarato come "tutti coloro i quali hanno infranto la legge sotto il passato regime dovrebbero essere espulsi da posizioni di responsabilità all'interno del governo e dell'amministrazione statale". Djindjic si è inoltre lamentato del fatto che solo tre giudici sono stati sostituiti e che nessun processo a carico di personalità di spicco del vecchio regime è stato portato a termine. Djindjic ha richiesto che ameno 100 giudici vengano sostituiti e che almeno 100 persone facenti parte del vecchio regime ed accusati di corruzione e peculato vengano giudicati entro tre mesi (Beta e Blic, 10.06.02).