La presidentessa del "Comitato di Helsinki per i diritti umani" di Belgrado rimprovera ai nuovi leader politici di non prendere la necessaria distanza dall'ex regime, situazione che spesso accresce un clima di intolleranza nei confronti delle minoranze.
"Sia i cittadini che l'Opposizione Democratica della Serbia (DOS) nutrono grandi attese riguardo ciò che porterà il processo di transizione. Tuttavia sin da ora, a distanza di un anno e mezzo dai cambiamenti democratici, è possibile riscontrare tutta una serie di delusioni".
"Nonostante il fatto che la transizione sia la chiave magica per le riforme, la maggioranza dei cittadini in Serbia la vede come qualcosa che sta violando i diritti umani, specialmente in campo economico e sociale. Pertanto non desta sorpresa che qui in Serbia la transizione incontri resistenze", ha dichiarato la presidentessa del Comitato di Helsinki per i diritti umani in Serbia, Sonja Biserko durante la presentazione del rapporto annuale dell'organizzazione.
La Biserko ha affermato che la pre condizione per i cambiamenti è la discontinuità con il passato regime. "La DOS non lo ha fatto" ha detto la Biserko, spiegando che la DOS così facendo non fa che consolidare le forze sconfitte, che sono oggi il maggior ostacolo per l'implementazione delle riforme. Sonja Biserko ha inoltre spiegato questa forma di attitudine passiva verso i membri del vecchio regime alimenta il linguaggio dell'odio, l'intolleranza e l'aggressione.
Marijana Obradovic ha spiegato che la situazione dei rifugiati non è migliorata nonostante il fatto che le autorità dicano di fare tutto il possibile. Pavle Domonji ha ricordato che nonostante la Legge sulle minoranze etniche sia stata adottata in Parlamento, buona parte della società serba rimane xenofoba e intollerante nei confronti delle minoranze.
Ci si ricorderà che il ministro degli esteri federale Goran Svilanovic nel mese di gennaio aveva rivolto un esplicito monito al premier serbo Djindjic e al presidente Kostunica invitandoli a ritrovare i principi che hanno portato alla sconfitta di Milosevic. Svilanovic aveva inoltre in quell'occasione dichiarato che "Il loro silenzio quando si verificano gesti di intolleranza è più rumoroso dei gesti stessi. Quando si verificano espressioni di intolleranza nei confronti di ebrei, musulmani, albanesi o croati dovrebbero prendere posizione".
Vedi anche:
Comitato di Helsinki per i diritti umani in Serbia
Serbia: basta con il linguaggio dell'odio