Scade il mandato del presidente della Serbia, accusato dal TPI dell'Aja di crimini di guerra. Milutinovic fa gli auguri in diretta su RTS. Il ministro della giustizia serbo accusa la Del Ponte di giustizia sommaria e le chiede di dimettersi.
Con la mezzanotte del 28 dicembre è scaduto il mandato del presidente serbo Milan Milutinovic. Le funzioni di Milutinovic vengono, a partire da oggi, rilevate dalla presidentessa del parlamento serbo Natasa Micic, la quale rimarrà in carica fino all'elezione del nuovo presidente. Secondo le nuove leggi elettorali approvate dal parlamento, le presidenziali, fallite per ben due volte, verranno indette entro 60 giorni dalla mancata elezione dal presidente del parlamento. La scadenza per decidere sulla data delle prossime elezioni sarà l'8 febbraio del prossimo anno. Sempre secondo le regole elettorali possono intercorrere non meno di trenta giorni e non massimo di novanta tra la data dell'indizione e la data del voto, ossia le nuove elezioni potrebbero tenersi in un periodo compreso tra l'8 marzo e l'8 maggio.
Il presidente uscente, Milan Milutinovic, nonostante la pressione del TPI dell'Aja sulla sua consegna, ha rilasciato un sereno augurio di buon anno davanti alle telecamere della RTS, nella speranza - parole di Milutinovic - "che ciò di cui abbiamo discusso quest'anno lo si possa risolvere nel 2003".
In questi giorni il parlamento serbo dovrà decidere sulla consegna di Milutinovic al Tribunale dell'Aja. Secondo Florence Artmann, portavoce del capo procuratore del tribunale, "la Serbia è obbligata a consegnare l'ex presidente, e già a partire dal 1999, data dell'accusa di crimini contro l'umanità, quando appunto è stato emesso il mandato per la sua cattura. Fino ad ora il governo di Belgrado ha affermato di non poter consegnare Milutinovic a causa dell'immunità presidenziale" ("Danas" 30 dic. 2002). La Artmann oltre a ribadire che il TPI non riconosce alcuna immunità, ha fatto sapere che si attende un'immediata decisione da parte del governo di Belgrado, dal momento che il mandato di Milutinovc ora è scaduto.
Dal governo serbo per ora si è sentita solo la voce del ministro della giustizia Vladan Batic, il quale ha chiesto alla Del Ponte di dimettersi dalle sue funzioni perché si comporta secondo un "principio di giustizia selettiva" ("Danas", 30 dic. 2002). Batic ha anche chiesto che fino ha fatto l'accusa promessa contro Alija Izetbegovic, fatta dalla Del Ponte nel marzo di quest'anno. Il ministro della giustizia ha fatto inoltre riferimento a Bilijana Plavšic, come colei che ha dimostrato più coraggio di tutti gli accusati dal tribunale. Però la Del Ponte chiede una condanna di 25 anni, e insiste sulla consegna di Milutinovic "come se fosse la cosa più importante del mondo", ha dichiarato infine Batic.
Carla Del Ponte dal canto suo non ha mancato di affermare per l'ennesima volta di essere in possesso di prove sul fatto che il ricercato ed ex generale dell'esercito della Republika Srpska, Ratko Mladic, si trovi in Serbia, e ha accusato il governo serbo di non far nulla per contribuire alla sua cattura. Secondo la procuratrice capo dell'TPI, Mladic non solo si trova in Serbia e nessuno si pronuncia o agisce contro di lui, ma è protetto dall'esercito.
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