A seguito della pesante epidemia scoppiata qualche giorno fa nella Serbia centrale, nel paese immediatamente si è aperta un'indagine sulla qualità dell'acqua potabile. Ce ne offre un resoconto Ada Sostaric da Belgrado.
Il 23 agosto scorso nella Serbia centrale, nella città di Topola, è scoppiata una forte epidemia dovuta all'infezione dell'acqua potabile contaminata con batteri fecali.
Il 28 agosto il quotidiano "Danas" ha scritto - citando l'Istituto per la protezione della salute in Serbia con sede a Belgrado - che la principale causa dell'epidemia è dovuta ai batteri fecali del tipo Shigella, che provocano una forte dissenteria.
Anche un altro batterio, l'Escherichia coli, è stato riscontrato negli organismi delle persone contagiate. L'assistente del direttore dell'Istituto per la protezione della salute di Kragujevac, il dottor Nebojsa Rankovic ha spiegato che questo miscuglio di feci e acqua potabile è il risultato delle piogge pesanti cadute sul paese il 15 agosto, quando le feci provenienti dai canali di scolo sono penetrate nelle condotte idriche (Danas, 28 agosto).
Il numero complessivo delle persone colpite dai due batteri che hanno infettato l'acqua di Topola si aggira sui 450, il che equivale al 10% degli abitanti della città.
Inoltre non è stato accertato se l'epidemia sia stata causata solamente dai due batteri summenzionati oppure da qualche altro virus.
Ad ogni modo, dopo questo fatto è immediatamente emersa la questione concernente la qualità dell'acqua potabile in Serbia.
Molti esperti hanno annunciato che le acque della Serbia sono di una buona qualità, ma l'apprensione dei cittadini è notevolmente cresciuta. Comunque, molti altri esperti hanno ribadito che la situazione ecologica in Serbia è decisamente compromessa.
Il quotidiano "Politika" scrive il primo di settembre che in Serbia ci sono diversi tipi di rifornimenti per l'acqua. Il primo gruppo di cittadini della Serbia, circa 5 milioni, beve l'acqua proveniente dalle condotte idriche, provenienti da impianti dotati di speciali strumenti per la depurazione dell'acqua, sottoposti a controlli intesivi eseguiti da squadre di esperti.
Il resto della popolazione della Serbia, approssimativamente un terzo dell'intera popolazione, beve l'acqua proveniente dai cosiddetti impianti individuali, come le fontane pubbliche, sorgenti, pozzi e dai rifornimenti locali o dei villaggi.
Il controllo dell'acqua in Serbia viene effettuato su 177 condotte idriche, il che significa che il 52% della popolazione riceve un rifornimento d'acqua buona.
D'altra parte invece i rifornimenti d'acqua locali non vengono monitorati completamente, quindi il 18,9% della popolazione che beve quest'acqua rischia l'avvelenamento. E come se non bastasse, almeno il 30% della popolazione beve un'acqua che non è per nulla monitorata.
Il professor Stevan Veinovic ha spiegato che la Sumadija e l'intera Serbia non hanno abbastanza acqua potabile. Egli, tuttavia, continua dicendo che oggi in Serbia c'è una sola riserva di acqua buona, nei pressi della montagna Golija. Le altre, secondo le sue parole, sono andate distrutte come conseguenza della trascuratezza ("Danas", 2 settembre).
Il problema della qualità dell'acqua è apparso anche in altre località, come Bor, Nova Varos, Nis e Jagodina. Per esempio, il 30 agosto sempre il quotidiano "Danas" riporta che a Majdanpek è stato annunciato che l'acqua della zona non è di buona qualità a causa delle piogge acide. Il problema è emerso a causa dei vecchi filtri che non sono più in grado di fornire acqua potabile. A Jagodina solo 7 condotte dell'acqua su 44 sono in regola ("Danas", 2 settembre).
Ora, l'epidemia di Topola sta svanendo, ma allo stesso tempo ognuno sta cercando di individuare i responsabili dell'accaduto. Lo scorso mercoledì la polizia ha arrestato il direttore dell'impresa comunale di Topola, Miodrag Bogicevic, accusato di essere il responsabile dello scoppio dell'epidemia ("Danas", 4 settembre).
Ad ogni modo, chiunque sia il responsabile, risulta piuttosto strano che il problema dell'acqua si sia verificato in varie città della Serbia. Questo mostra piuttosto il reale collasso dei sistemi idrici del paese, il che non sorprende se si pensa ai 15 anni di trascuratezza o al fatto che qualcuno voglia trarne qualche profitto.
Può anche darsi che tutto ciò sia dovuto alla negligenza di qualche direttore come Bogicevic o di qualche altro ingegnere chimico, comunque sia, "Danas", il 4 settembre, scrive che la maggioranza dei cittadini di Topola è d'accordo sul fatto che Bogicevic sia solo un capro espiatorio, usato per nascondere la verità.
Vedi anche: