Perché molti cittadini serbi non sanno cosa ci sia nell’aria che respirano? Perché in Serbia i dati sull’inquinamento dell’aria non vengono pubblicati tempestivamente? Quali sono le conseguenza di un monitoraggio inadeguato della qualità dell’aria? Lo spiega in questa intervista Dejan Lekić, uno dei fondatori dell’Associazione ecologista nazionale
(Originariamente pubblicato da CINS , il 20 gennaio 2022)
Dopo quasi due decenni di permanenza all’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Serbia (SEPA), durante i quali aveva ricoperto varie cariche dirigenziali, nel gennaio 2021 Dejan Lekić venne rimosso dal suo incarico di direttore del Servizio per il sistema informativo. In quell’occasione Lekić rilasciò un'intervista al Centro per il giornalismo investigativo della Serbia (CINS), spiegando le dinamiche che portarono alla sua destituzione e il successivo trasferimento al ministero dell’Ambiente dove – come afferma lui stesso – continua ad essere sottoposto al “mobbing della scrivania vuota”.
Nel frattempo, Lekić, insieme ad altri esperti ambientali, ha fondato l’Associazione ecologista nazionale (NEA), un’ong impegnata nell’affrontare problematiche e sfide legate alla tutela dell’ambiente. Il primo gennaio 2022 NEA ha pubblicato un rapporto sulla qualità dell'aria in Serbia. Abbiamo chiesto a Dejan Lekić di spiegarci i principali risultati emersi dal rapporto in questione.
Nel rapporto sulla qualità dell’aria in Serbia recentemente pubblicato dall’Associazione ecologista nazionale si afferma che quasi due milioni e mezzo di cittadini serbi respirano aria troppo inquinata. Nella maggior parte del paese l’inquinamento atmosferico è causato dalla diffusione nell’aria di polveri sottili. Fa eccezione la città di Bor, dove il principale inquinante emesso nell’aria è l’anidride solforosa. Cos’altro è emerso dalla vostra analisi?
Uno degli aspetti legati all’inquinamento atmosferico che spesso vengono trascurati riguarda il tempo di permanenza di inquinanti nell’atmosfera in concentrazioni superiori ai limiti di legge, ossia il tempo di esposizione della popolazione all’inquinamento. Benché in alcune città della Serbia il tempo di esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici stia diminuendo, in molte altre città l’esposizione cresce in maniera drammatica, come ad esempio a Valjevo dove il numero di giorni in cui il livello di inquinamento supera i valori limite è passato da 122 nel 2020 a 152 nel 2021. Delle 24 città in cui nel 2021 abbiamo misurato le concentrazioni di PM10 in ben 14 il numero di giorni di superamento del valore limite è aumentato rispetto all’anno precedente. Inoltre, in tutte le città dove le stazioni di rilevamento dell’inquinamento atmosferico sono state installate per la prima volta o riattivate dopo un periodo di disuso (Novi Pazar, Pirot, Smederevo-Radinac) abbiamo registrato concentrazioni di inquinanti atmosferici superiori ai limiti di legge.
Nel 2020 l’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha cambiato la metodologia di rilevamento dell’inquinamento atmosferico, ossia l’indice di qualità dell’aria. Nella sua ultima relazione sui progressi compiuti dalla Serbia nel processo di adesione all’UE, la Commissione europea ha sottolineato che la Serbia deve adeguare l’indice di qualità dell’aria utilizzato a quello europeo. Perché è importante adeguarsi all’indice europeo?
L’indice europeo della qualità dell’aria utilizza la concentrazione media di PM10 mobile su 24 ore. Questo significa che i cittadini dell’UE a qualsiasi ora del giorno possono verificare le concentrazioni medie misurate nelle ultime 24 ore. In Serbia, invece, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e l’Istituto di salute pubblica di Belgrado pubblicano solo i valori medi orari, così i cittadini possono conoscere solo i livelli di inquinamento in un dato momento. Ad una certa ora del giorno i livelli di inquinamento possono essere molto elevati, poi un’ora dopo possono diminuire, per poi scendere nuovamente al di sotto del valore limite. Però dai dati sull’inquinamento forniti dalle applicazioni utilizzate dalle autorità serbe non è possibile capire quale fosse la situazione due o tre ore prima.
Quindi i dati sull’inquinamento atmosferico sarebbero più vicini alla realtà se in Serbia venisse utilizzato l’indice europeo della qualità dell’aria?
Esatto.
Come giudica il sistema di rilevamento della qualità dell’aria in Serbia?
Il sistema è diventato pressoché insostenibile. Il comune di Belgrado sta per comprare 15 nuove stazioni di rilevamento, quindi a breve ne avrà 25, mentre in tutta le Serbia ve ne sono 38. Com’è possibile una cosa del genere? L’Agenzia per la protezione dell’ambiente, che dovrebbe occuparsi del monitoraggio dell’inquinamento a livello nazionale, è stata di fatto esclusa da questo processo. L’Agenzia dovrebbe monitorare tutte le aree del paese interessate dall’inquinamento, eppure oggi oltre un milione di cittadini serbi praticamente non dispone dei dati del monitoraggio della qualità dell’aria. Evidentemente il monitoraggio dell’inquinamento non è tra le priorità del governo.
In che senso non dispone dei dati?
Quasi un milione e mezzo di cittadini serbi non può consultare, in tempo reale, i dati sulla qualità dell’aria nella loro zona di residenza. Molte città con più di 50mila abitanti non dispongono di strumenti di rilevamento automatico della qualità dell’aria, che quindi viene misurata manualmente o non viene affatto misurata. Il rilevamento automatico è come un misuratore di temperatura corporea che viene posizionato sotto l’ascella e dopo tre, quattro minuti mostra la temperatura. Si tratta di un sistema importante che permette ai cittadini di conoscere i dati sulla qualità dell’aria aggiornati ogni ora. Il rilevamento manuale, nella maggior parte dei casi effettuato da istituti di salute pubblica, consiste invece nel prelevare campioni d’aria che poi vengono trasportati in laboratorio dove vengono analizzati, e i dati vengono pubblicati dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente solo nel settembre dell’anno successivo. Se le centraline di rilevamento automatico della qualità dell’aria venissero installate nelle città dove attualmente non ce ne sono, i dati rilevati mostrerebbero in modo inequivocabile che l’aria che respiriamo è pessima.
Se le centraline di rilevamento automatico non esistono in tutte le città serbe come siete giunti alla conclusione che in tutto il paese l’aria è inquinata?
Oltre al monitoraggio effettuato dalle istituzioni statali esiste anche il cosiddetto monitoraggio civico. I cittadini misurano la qualità dell’aria mettendo sui davanzali delle loro finestre piccoli rilevatori. I dati raccolti poi vengono pubblicati online e tutti possono consultarli. Da questi dati emerge chiaramente che l’aria è molto inquinata anche nelle città dove le autorità non eseguono rilevamenti. Del resto, anche l’Agenzia europea dell’ambiente colloca la Serbia tra i paesi dove si respira l’aria più inquinata d’Europa, insieme ai paesi vicini, tra cui Macedonia del Nord, Turchia e Bosnia Erzegovina.
Perché il rapporto annuale sulla qualità dell’aria dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente viene sempre pubblicato con grande ritardo?
Uno dei motivi risiede nel fatto che le autorità competenti, ossia le amministrazioni locali e gli istituti di salute pubblica comunali e regionali, tardano a fornire i dati raccolti all’Agenzia e quindi il rapporto viene pubblicato con ritardo. A mio avviso, l’Agenzia dovrebbe pubblicare il rapporto anche nel caso in cui le amministrazioni locali non fornissero i dati necessari, citando i dati degli anni precedenti perché la qualità dell’aria non può peggiorare né migliorare notevolmente nell’arco di un anno. Ad esempio, nel suo rapporto sulla qualità dell’aria relativo al 2020, l’Agenzia europea dell’ambiente ha pubblicato i dati del 2019 per tutte le città europee per le quali non erano disponibili i dati relativi al 2020. Inoltre, all’Agenzia serba per la protezione dell’ambiente manca il personale, ci sono solo tre esperti altamente qualificati che svolgono tutte le mansioni, dal monitoraggio della qualità dell’aria alla manutenzione dei sistemi di analisi dei dati e alla stesura dei rapporti.
Quali sono le conseguenze di un monitoraggio inadeguato della qualità dell’aria?
I cittadini continueranno a chiedere risposte sulla qualità dell’aria, consultando anche i dati del monitoraggio civico. Ormai non distinguono più tra i dati rilevati da una centralina statale e quelli emersi dal monitoraggio civico. Qualcuno dirà che ormai non importa più da dove provengono i dati. E invece importa. Perché solo i dati raccolti con metodi scientificamente validi possono essere utilizzati per denunciare gravi problemi ed eventuali violazioni delle leggi.