Recenti sondaggi sull'opinione pubblica mostrano che il partito attualmente più forte è il Partito radicale serbo, formazione di ultradestra che gioca la carta del populismo. Segue di diverse lunghezze il Partito democratico del presidente Tadic. Quest'ulimo però continua ad essere il politico che riscuote la maggior fiducia dei cittadini
Secondo i recenti sondaggi dell'opinione pubblica della Serbia, condotti dall'agenzia "Mark plan" di Belgrado, il Partito radicale serbo (SRS) continua ad essere il partito più popolare con il 35,3% di sostegno dei cittadini, mentre il secondo partito è il Partito democratico (DS) con il 24,1% di consensi. Segue nella lista il partito del premier Kostunica (DSS), che in questo momento gode della fiducia del 13,8% dei cittadini, mentre il rating del Movimento Forza Serbia (PSS), del Berlusconi serbo Bogoljub Karic è in caduta, e in questo momento si aggira attorno al 7,2%. Tutti gli altri partiti si trovano al di sotto della percentuale minima per poter accedere al parlamento, e addirittura tre dei quattro partiti della coalizione di governo - Movimento serbo per il rinnovamento (SPO) 3,0%, G17+ 3,5% e Nuova Serbia (NS) 3,6% non entrerebbero in parlamento. Nemmeno il Partito socialista della Serbia, partito dell'accusato dall'Aia Slobodan Milosevic, con un sostegno del 4,4% non potrebbe contare su un nuovo mandato parlamentare. Un certo avanzamento rispetto alla fiducia dei cittadini lo segna il Partito liberal democratico, dell'ex vice premier Cedomir Jovanovic, per il quale voterebbe il 2,5% degli elettori.
L'agenzia per le indagini di mercato e dell'opinione pubblica "Mark plan" ha condotto l'indagine su un campione rappresentativo di 1.100 esaminati sul territorio della Serbia, eccetto il Kosovo, nel periodo compreso tra il 29 gennaio e il 7 febbraio 2006. Oltre all'indagine sui consensi ai partiti, questa agenzia ha esaminato la fiducia che i cittadini ripongono nei politici. Come da aspettative, il leader più popolare rimane ancora il presidente Boris Tadic per il quale si è espresso il 30,8% dei cittadini, mentre lo segue dappresso il leader dei radicali Tomislav Nikolic con il 29,6% di consensi. Distanti da questi due si trova il premier Kostunica, 14,2% di consensi favorevoli, mentre Bogoljub Karic ha la stessa percentuale di consensi dati al suo partito (7,3%).
A confronto coi risultati dei sondaggi che la stessa agenzia aveva condotto cinque mesi fa, i nuovi risultati mostrano una lieve flessione. Infatti, l'SRS segna una stabile tendenza alla crescita, e si può notare dal dato che prima era del 32,3%, mentre ora ha raggiunto il sunnominato 35,3% di consensi. Allo stesso tempo il più forte partito di estrazione democratica, DS, segna un lieve calo di sostegni, dal 25,3% che aveva nel settembre 2005, al 24,1% di questo momento.
Tuttavia, i risultati dei sondaggi di un'altra agenzia, "Faktor plus", mostrano una situazione lievemente differente. Questa agenzia ha realizzato un sondaggio all'inizio dell'anno dopo lo scandalo "Mobtel". Secondo i risultati di "Faktor plus" i radicali godono del 32% di supporto degli elettori, il DS 23%, PSS addirittura il 20%, DSS 8,9%, mentre gli altri partiti non passerebbero il quorum necessario per entrare in parlamento. È interessante notare che i risultati non si differenziano molto quando si tratta dei primi due partiti, ma la situazione relativa al sostegno del partito di Karic è molto più complessa.
Secondo le parole di Vladimir Pejic, ricercatore del "Faktor plus", riportate dal quotidiano "Danas", "il maggior vantaggio di Bogoljub Karic e del PSS è che sono riusciti a definire e omogeneizzare il vecchio bacino di elettori, mentre l'aumento del numero di sostenitori proviene da quelli che fino ad ora erano indecisi, ciò significa che nel PSS non sono confluiti i voti degli altri partiti".
Osservando il sorprendente dato che il sostegno al PSS cresce nonostante i numerosi scandali, Pejic ha dichiarato che non desidera creare "un alibi qualsiasi per l'agenzia, ma che è loro obbligo riportare i risultati dei quali sono responsabili".
Con ciò prosegue la "guerra dei numeri" che mostra chiaramente che in Serbia quest'anno molto probabilmente si terranno le elezioni politiche anticipate. E mentre i primi due partiti riescono perlopiù a mantenere lo stesso livello di popolarità, la battaglia principale si conduce tra Karic da un lato e Kostunica e i partiti che compongono il suo governo dall'altro. La serie di accuse, scandali e processi che il governo ha avviato, vanno osservati anche nell'ottica della ricerca di voti.
Tutti segni che Kostunica, o meglio i partner di coalizione, ha deciso di eliminare il prima possibile il pericolo di un eccessivo supporto degli elettori al partito di Bogoljub Karic, che ha minacciato di cambiare il rapporto di forze sulla scena politica della Serbia.
Secondo le proiezioni della maggior parte degli analisti, il PSS sarebbe proprio l'ago della bilancia, cioè sarebbe l'attore decisivo nella composizione del nuovo governo, col che la sua posizione è stata ulteriormente rafforzata. Però dati esatti sul sostegno reale di cui gode Karic sono piuttosto difficili da verificare, almeno per quanto riguarda le elezioni politiche. Un altro fattore aggravante è senz'altro il fatto che gli elettori che voterebbero per Karic non di rado rifiutano di dichiarare apertamente la propria preferenza, sicché è alto il numero dei cosiddetti elettori "nascosti", proprio come nel caso del Partito radicale serbo.
Secondo tutti i sondaggi pubblicati fino ad ora, l'SRS gode del maggior sostegno dei cittadini. Ma il dato che non di rado suscita sorpresa, e preoccupazione in una parte dell'opinione pubblica locale e ed estera, è il fatto che questo partito segna una costante e molto stabile crescita. Benché da tempo si speculi sul fatto che i radicali non possono aumentare il supporto che hanno già ottenuto, questi pronostici vengono smentiti nella prassi. Infatti l'SRS riesce ad articolare le numerose insoddisfazioni dei cittadini, e soprattutto a mobilitare i simpatizzanti su due grossi temi: le questioni nazionali (in particolare la soluzione dello status del Kosovo e la collaborazione col Tribunale dell'Aia) e i temi sociali, ossia l'alto tasso di disoccupazione e la povertà. I radicali, in questo modo, hanno giocato la comprovata carta del populismo e sono riusciti a creare un'immagine di un partito che si è trasformato e non rappresenta più una minaccia per la Serbia democratica, e al contempo un difensore degli interessi nazionali.
La posizione dei radicali è ulteriormente alleggerita anche dal fatto che dal punto di vista dell'opposizione è sempre più facile, perché non si ha la responsabilità per le decisioni che vengono prese.
Se si deve tenere fede ai numerosi pronostici, ai radicali spetta un ulteriore aumento dei consensi nel caso, per la Serbia indesiderabile, di soluzione dello status del Kosovo e di riuscita del referendum montenegrino.
Dall'altra parte, il maggior partito di opposizione, DS, segna un lieve calo, che è soprattutto il risultato della sua invisibilità sulla scena politica serba. Infatti, dall'uscita dei democratici dal parlamento, la loro influenza diminuisce gradatamente, e gli elettori sono sempre più confusi dai messaggi che provengono dal versante dei democratici. Nessuno, e forse nemmeno i membri del DS, sa il motivo per cui questo partito ha deciso di non partecipare ai lavori del parlamento, e in particolare sono confusi i loro rientri sui banchi del parlamento.
I democratici sono rientrati quando si è discusso del Kosovo, e in un'occasione, durante le votazioni, si sono persino astenuti.
Queste sono tutte circostanze che potrebbero far sì che gli elettori li "puniscano" proprio per questa loro indeterminatezza politica, ossia per la mancanza di una chiara posizione su molte questioni.
È logico che, se non lo sapete voi, "élite politica", come facciamo a saperlo noi "semplici cittadini" cosa dobbiamo fare per la Serbia.