In alcune riserve naturali della Serbia sono iniziate alcune indagini per individuare i responsabili di anni di caccia di frodo. In seguito a denuncie di gruppi ambientalisti.
La riserva naturale della "Carska Bara - Stari Begej" si trova nella parte centrale della Vojvodina, nord della Serbia, in un'ampia pianura alluvionale. Vi nidificano alcune specie di uccelli, tipiche della piana pannonica, a rischio di estinzione. Sono due i problemi principali che la riserva, dichiarata tale nel 1994, si è trovata ad affrontare. La qualità delle acque che vi scorrono, alcune delle quali direttamente od indirettamente provenienti da alcuni allevamenti ittici nelle vicinanze, è in continuo peggioramento con forti conseguenze sull'ecosistema; inoltre, almeno negli ultimi anni, vi hanno imperversato quasi liberamente cacciatori di frodo.
Adam Burgar, rappresentante di un comitato che è stato costituito appositamente per la difesa della riserva naturale, ha dichiarato che la polizia è sulle traccie di chi, in questi ultimi anni, ha illegalmente cacciato e poi venduto la carne di specie di uccelli protette.
Una traccia chiara, per comprendere i "mandanti" nonchè forse gli "esecutori" di questo crimine, le 10.000 cartucce di fabbricazione italiana rinvenute nella riserva naturale "Savojka" sempre in Serbia.
Adam Burgar ha anche dichiarato che, per quanto riguarda quest'ultimo caso, vi sarebbero anche dei tesimoni. Una guardia notturna ha ammesso di aver ricevuto 25 DM per notte per chiudere un occhio (e forse tutti e due) su eventuali attività illecite nella riserva. E Burgar ha anche tenuto a precisare che quel tipo di caccia è molto difficile a meno che non vi siano state delle "guide profesioniste" a coadiuvare i cacciatori di frodo e che quindi vanno ricercate le reponsabilità a tutti i livelli.
Intanto le autorità doganali federali hanno comunicato che l'anno scorso circa dieci camion con carne congelata di uccelli di piccolo taglio si sono diretti verso l'estero (Danas, 11.02.02).