Il pomeriggio dell'8 ottobre 2008 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite si è riunita per votare la proposta serba di chiedere il parere alla Corte di giustizia internazionale sulla legalità dell'indipendenza del Kosovo. La proposta è stata accolta, ora la parola alla Corte
L'Assemblea generale dell'ONU ha accolto ieri a maggioranza la proposta di risoluzione della Serbia, che chiede che la Corte di giustizia internazionale si esprima sulla legalità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo. Con la risoluzione la Serbia chiede il parere della Corte di giustizia internazionale sulla seguente questione: "La decisione delle istituzioni provvisorie di Pristina sulla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo è in accordo con il diritto internazionale?".
A favore della risoluzione della Serbia hanno votato 77 membri delle Nazioni Unite, sei i voti contrari, mentre 74 stati membri si sono astenuti. Contro la risoluzione serba hanno votato gli Stati Uniti, l'Albania, Nauru, Palau, le isole Marshall e la Micronesia. I paesi dell'Unione europea non hanno raggiunto una posizione comune, e si sono perlopiù astenuti dal voto. Così anche la Gran Bretagna, che più di ogni altro si è opposta alla risoluzione serba. A favore della richiesta di Belgrado hanno votato Spagna, Grecia, Cipro, Slovacchia e Romania, paesi che fino ad ora non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo.
La seduta dell'Assemblea generale dell'ONU, che i cittadini serbi hanno seguito in diretta televisiva, è durata poco più di due ore, e ha mostrato chiaramente che all'interno della comunità internazionale non esiste un consenso riguardo la questione dell'indipendenza del Kosovo.
Presentando la risoluzione, il ministero degli esteri serbo, Vuk Jeremić, ha ribadito che con essa si cerca di difendere il sistema del diritto internazionale. "La Serbia ritiene che sottoponendo questa questione alla Corte di giustizia internazionale si impedirebbe che la crisi kosovara funga da precedente profondamente problematico, in qualsiasi parte del mondo dove esistono ambizioni secessioniste. Crediamo che il parere legale della Corte di giustizia internazionale sia politicamente neutrale, ma è al contempo un'indicazione legale e autorevole per quei paesi che sono in dubbio su come comportarsi riguardo alla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo", ha suggerito Jeremić, invitando i membri dell'ONU ad appoggiare la risoluzione serba.
I primi relatori, rappresentanti della Gran Bretagna, dell'America e del Kosovo hanno ribadito che la risoluzione è inaccettabile, che l'indipendenza del Kosovo è una realtà che la Serbia dovrebbe accettare. Con tono severo, l'ambasciatore britannico all'ONU John Sawers ha detto che non vede alcun vantaggio nell'iniziativa di Belgrado, che questa è stata pensata per rallentare il processo di riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo e che la mossa di Belgrado ha una motivazione politica. Sawers ha detto però che la Gran Bretagna non permetterà che venga bollata come uno stato che si oppone all'assetto del diritto internazionale. Gli Stati Uniti voteranno contro, aveva dichiarato l'ambasciatrice americana Rosmary DiCarlo, aggiungendo che il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo è in accordo col diritto internazionale, e che la Serbia e il Kosovo devono proseguire lungo la loro strada europea.
Dopo il discorso dei tre relatori, il tono del dibattito è cambiato, mentre gli ambasciatori della maggior parte dei paesi che hanno chiesto di intervenire hanno confermato che avrebbero votato a favore della risoluzione di Belgrado, e a favore "della difesa del diritto internazionale". Il rappresentante del Sud Africa ha sottolineato che sono 144 gli stati che non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo e che il suo paese appoggia il diritto della Serbia di chiedere il parere della Corte di giustizia internazionale.
La discussione all'Assemblea generale dell'ONU non ha dato indicazione su come si sarebbe votato. Quando sul tabellone è comparso il risultato che 77 paesi erano a favore, 6 contrai e 74 astenuti, la delegazione serba ha alzato le mani e con un applauso ha accolto l'accoglimento della risoluzione, mentre anche altri paesi membri hanno seguito l'esempio serbo. Il meno felice è stato John Sawers l'ambasciatore britannico, sorpreso per la decisione, il quale ha chiesto un altro intervento e ha ribadito che non si aspettava tale risultato. Sawers ha fatto poi presente che il parere della Corte di giustizia internazionale non è vincolante. "La mia delegazione è dispiaciuta dal fatto che i colleghi serbi abbiano rifiutato la possibilità di trovare un modo comune per portare avanti la questione. Hanno deciso che questa risoluzione andava presentata all'Assemblea generale dell'ONU senza il benché minimo dibattito. C'è da dispiacersi per il fatto che la Serbia abbia una tale posizione", ha detto Sawers.
Ospite al notiziario della Radio televisione della Serbia, il ministro Jeremić ha dichiarato che la delegazione serba sapeva di avere l'appoggio di un gran numero di paesi membri, ma che fino all'ultimo momento non era in grado di prevedere l'esito del voto. "La cosa più importante è che finalmente siamo riusciti a spostare la questione del futuro status del Kosovo dall'arena politica a quella legale, e sul piano legale le nostre possibilità sono migliori", ha detto Jeremić, aggiungendo che ora la Serbia ha di fronte a sé parecchio lavoro da fare. "Dopo che la Corte avrà chiarito se la dichiarazione di indipendenza del Kosovo è in accordo con diritto internazionale, e noi sappiamo già che opinione darà, perché non può che dire che è stato violato il diritto internazionale, la risoluzione 1244 e la carta dell'ONU, ci aspettiamo un nuovo processo, nuovi negoziati", ha detto Jeremić rispondendo alla domanda su cosa significa per la Serbia il processo di fronte alla Corte di giustizia internazionale.
Jeremić si è anche incontrato con il Segretario generale dell'ONU Ban Ki Moon, col quale ha discusso sull'accelerazione del dialogo sui sei punti previsti nel processo di riconfigurazione dell'Unmik.
Con l'accoglimento dell'iniziativa di Belgrado si impedisce la crisi del diritto internazionale, ha detto il presidente serbo Boris Tadić, il quale si è detto convinto che la Serbia presenterà con successo il suo caso davanti alla Corte internazionale.
Il premier serbo Mirko Cvetković ha salutato con favore l'accoglimento della risoluzione serba e ha detto che si aspetta un calo delle tensioni politiche, mentre il vice premier Božidar Ðelić ha dichiarato che il voto all'ONU ha confermato la correttezza della politica serba verso il Kosovo.
I partiti di opposizione e i partiti di governo hanno accolto con favore la decisione dell'Assemblea generale dell'ONU e hanno dato appoggio al governo su tutte quelle mosse che verranno impiegate per difendere gli interessi della Serbia e l'integrità territoriale e la sovranità del paese. Solo i rappresentanti del Partito democratico della Serbia (DSS) hanno rimproverato il governo perché, come sostengono, il governo ha deciso per la via più morbida e ha chiesto il parere non vincolante della Corte di giustizia internazionale, mentre ha rifiutato la possibilità di sollevare un'accusa contro quegli stati che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo.
"Una grande vittoria ella diplomazia serba", "La Serbia rientra dalla porta principale sulla scena globale e diplomatica", "Successo della Serbia all'ONU", sono i titoli della stampa e dei media serbi il giorno dopo la seduta dell'Assemblea generale dell'ONU durante la quale è stata accolta la risoluzione serba. Tutti i commentatori concordano sul fatto che questa è la prima vittoria diplomatica della Serbia dagli anni Novanta del secolo scorso e che per il paese è di eccezionale importanza aver ottenuto un successo e aver riportato la Serbia sui binari della diplomazia mondiale.
Ospite della trasmissione Kažiprst dell'emittente B92, Boško Jakšić commentatore politico del quotidiano "Politika", ha detto che l'adozione della risoluzione rappresenta un'indubitabile vittoria, aggiungendo che adesso inizia il processo davanti alla Corte di giustizia internazionale. Jakšić, però, crede che l'adozione della risoluzione serba non bloccherà il processo di riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo, e che la Serbia deve velocemente trovare il modo di accettare e partecipare alla missione Eulex in Kosovo.
Anche Goran Svilanović, ex capo della diplomazia serba, ha dichiarato che si tratta di un grande successo. Svilanović, in una dichiarazione per B92, ha detto che la diplomazia serba ha svolto un ottimo lavoro e che l'esito del voto è il risultato di un'intensa attività diplomatica, di lobby e di colloqui. L'ex ministro degli esteri ha avvisato che le prossime mosse saranno decisive per la Serbia. "Il governo, mentre aspetta la decisione della Corte di giustizia internazionale, nelle prossime settimane deve compiere tutti gli sforzi possibili per rinnovare il dialogo con l'Unione europea sul ruolo comune e la responsabilità comune riguardo il Kosovo. Se non lo farà, la Serba potrebbe rimanere bloccata sulla sua strada europea", ha concluso Svilanović.