Diritti violati, esclusione, povertà. La Slovenia non è un paese per vecchi. Lo constatano le Nazioni unite che hanno allertato il governo sloveno sulla situazione degli anziani nel paese
(Articolo pubblicato originariamente il 15 dicembre 2014 da Le Courrier des Balkans)
Anton e Vera hanno rispettivamente 91 e 86 anni. Nel loro piccolo appartamento, due poltrone dai colori sbiaditi contrastano con un televisore a schermo piatto. Il loro balcone s'affaccia sul castello di Lubiana e su Piazza Prešeren, fierezza del popolo sloveno. Questa coppia vive qui da sei mesi. Anton però ha difficoltà nel ricordarsi la data del loro arrivo. Il tempo passa a volte veloce a volte lento. “C'è della nebbia oggi, no?”.
In realtà non siamo realmente a casa di Anton e Vera ma in quella che loro chiamano “la seconda casa”, al nono piano della casa di riposo Tabor. Come gli altri 294 ospiti del centro Anton e Vera beneficiano di tutta una serie di servizi quotidiani. Sono stati loro a scegliere di trasferirsi. Il motivo? “A 90 anni che volete fare? Ci sentiamo più sicuri qui”.
La coppia si rifiuta di rispondere a qualsiasi domanda che riguardi i costi ma la direttrice della casa di riposo, Jera Grobelnik, ci fornisce una forchetta di prezzi. A seconda delle cure prestate e degli equipaggiamenti delle stanze si va dai 525 ai 1095 euro al mese. Un budget rilevante se si considera che la pensione media in Slovenia è di 600 euro.
Qualche via di distanza dalla casa di riposo Tabor, non lontano dal celebre ponte dei Dragoni, Marijana, giovane e dinamica pensionata, occhiali sul naso, sorride: “Mi sono alzata alle sei, occorre tenersi in forma!”. A 66 anni questa ex professoressa rimane una persona attiva. E' appassionata di musica classica, teatro e fa dell'attività fisica. “Dedico il 12% delle mie entrate ai miei divertimenti”. Marijana può permettersi di farlo anche perché la sua pensione non è male: 955 euro al mese. Una somma che fa rima con ottimismo. “Non è tutto nero. La Slovenia è l'unico paese al mondo dove vi è un partito che si dedica esclusivamente ai diritti dei pensionati”, Desus, Il Partito democratico dei pensionati, è riuscito a trovare la sua nicchia.
Esclusione e precarietà
La vita di questi pensionati potrebbe far crede che a Lubiana la terza età scorre come un fiume tranquillo. Ma la situazione non è idilliaca per tutti. Per voce di Rosa Kornfeld-Matte, esperta indipendente, le Nazioni unite hanno condannato il non rispetto in Slovenia dei diritti dei più anziani. L'Onu ha puntato il dito su esclusione, precarietà e solitudine di molti tra gli over 60 nel paese, in particolare se appartenenti alle minoranze.
Secondo Jana Mali, il rapporto presentato dalle Nazioni unite ben descrive la realtà. Quest'insegnante, ricercatrice presso la Facoltà in scienze sociali dell'Università di Lubiana, traccia un bilancio inquietante degli ultimi tre anni. Agli inizi del 2012 il governo ha deciso di riformare alcune normative legate ai servizi sociali: una sovvenzione di solito versata per integrare le pensioni più basse verrà tolta o versata però in forma di prestito.
D'ora in poi se una persona ottiene questo reddito integrativo da parte dello stato, quest'ultimo dovrà essere rimborsato dalla sua famiglia dopo la morte dell'assistito. Jana Mali s'indigna: “A mio avviso questo non è aiuto sociale. Piuttosto a quel punto è meglio andare in banca!”. Ciononostante, il rischio povertà per i più anziani era già presente anche prima di questa contestata riforma. E' passato dall11,5% del 2007 al 12,3% dell'anno successivo per toccare il 13,5% nel 2012.
Per Ksenija Ramovš, assistente sociale e suo marito Jože Ramovš, antropologo, occorre lavorare sugli aspetti inter-generazionali. Insieme hanno fondato l’Istituto Anton Trstenjak. Girando in tutta la Slovenia questa coppia propone momenti di formazione a cui partecipa l'intera famiglia della persona anziana. Sono dieci incontri che vanno, ciascuno, dall'una alle tre ore. Viene spiegato come comunicare, come affrontare il tema della morte ma anche come allenare i muscoli del perineo per evitare l'incontinenza.
Jana Mali ritiene che la sfida principale sia tanto semplice quanto audace: convincere i politici eletti. “Per loro non è un tema rilevante. Considerano solo l'aspetto finanziario senza capire che con aiuti oculati vi sarebbero vantaggi per la società nel suo complesso”. Il governo sloveno dal canto suo ha annunciato di voler redarre una strategia per il 2020, mirata a favorire la coesistenza tra le diverse generazioni. Un flebile spiraglio di speranza per gli specialisti del settore, che si dicono però stanchi delle belle promesse.