La Russia ha da poco ricevuto la più numerosa delegazione commerciale che la Slovenia abbia mai inviato. Considerando la principale questione economica mondiale del momento, l'energia, non c'è da sorprendersi. Una nostra traduzione
Di Andrej Brstovsek per TOL , 8 giugno 2006
Traduzione a cura di Gaia Baracetti - Osservatorio sui Balcani
Alla fine di maggio, il primo ministro sloveno, quattro ministri, e i rappresentanti di 98 aziende - la più grande delegazione slovena ad essere andata in visita all'estero- sono partiti per Mosca per un viaggio di tre giorni. Vari gli argomenti da discutere: il miglioramento delle relazioni commerciali, la presidenza slovena dell'Unione Europea nella prima metà del 2008, e i debiti russi con la Slovenia. Ma soprattutto la visita si è concentrata su un problema in cima alla lista della maggior parte dei paesi che hanno relazioni con la Russia: è ora di parlare di energia.
La Slovenia acquista 55 percento del suo gas naturale dalla Russia a prezzi più bassi del restante 45 percento, che riceve dall'Algeria. Tuttavia, i contratti a lungo termine tra il gigante russo Gazprom e Geoplin, la compagnia slovena di gas naturale, sono scaduti alla fine dell'anno scorso. È nell'interesse vitale della Slovenia rinnovarli e assicurarsi una fornitura ininterrotta in un momento di aumento della domanda e possibile instabilità energetica.
Il governo sloveno si rende conto di questo. "A causa della crescita economica e dei prezzi dei materiali grezzi, la Russia è diventato un partner indispensabile dell'Unione Europea e quindi della Slovenia", ha dichiarato il primo ministro Janez Jansa prima di partire per Mosca.
Giocando col gas
La Slovenia è ben lontana dall'essere una protagonista nella partita energetica globale, ma la disponibilità di Mosca a utilizzare l'energia come un'arma per mettere pressione sugli altri governi (pensate all'Ucraina) non è passata inosservata a Lubiana.
Quando la Russia ha tagliato le sue forniture di gas all'Ucraina lo scorso inverno, anche quelle della Slovenia sono diminuite fino al 50%. La Slovenia, come quasi tutti gli altri paesi d'Europa, riceve il suo gas dalla Russia attraverso un gasdotto che attraversa l'Ucraina.
Kiev e Mosca sono riuscite a trovare un accordo in pochi giorni, il che ha evitato un grosso sconvolgimento sul mercato. Ma l'episodio è servito a svegliare la Slovenia, che non ha fornitori domestici di gas o petrolio. Ha sottolineato l'importanza di assicurarsi urgentemente contratti di fornitura a lungo termine, specialmente perchè un evento simile potrebbe ripetersi. Proprio pochi giorni fa, Mosca ha di nuovo espresso il proprio disappunto per il desiderio dell'Ucraina di aderire alla NATO, un problema che potrebbe di nuovo portare il Cremlino a riconsiderare le proprie forniture energetiche al vicino occidentale.
Dopo aver incontrato il primo ministro Jansa a Mosca, il primo ministro russo Mikhail Fradkov ha annunciato che la Russia è pronta a sostenere la sicurezza energetica slovena. "Siamo in grado di inviare sufficienti forniture energetiche per venire incontro alle aspettative slovene, e pronti a farlo", ha dichiarato Fradkov. Se questa promessa si avvererà, sarà valsa la pena di aver organizzato la visita. Ma non è stato ancora firmato nessun accordo energetico a lungo termine. Si è trovato un accordo a livello politico, ma i dettagli del contratto sono stati lasciati alle compagnie interessate.
Forniture affidabili di gas non sono l'unico motivo per cui la Slovenia vuole un accordo energetico più ampio ed efficace possibile tra la Russia e la UE. L'Italia sta prendendo in considerazione l'idea di costruire due rigassificatori nella baia di Trieste, a pochi chilometri dal confine marittimo sloveno. I rigassificatori aumenterebbero la capacità europea di ricevere forniture di gas da altri paesi rispetto alla Russia. Ma il progetto ha incontrato l'opposizione della Slovenia, che ha solo 40 km di costa ed è molto sensibile a qualunque cosa che presenti un rischio ecologico o di altro tipo. Con una fornitura affidabile e indisturbata dalla Russia a tutta la UE, la Slovenia potrebbe contrastare più efficacemente la tesi italiana che i regassificatori rappresenterebbero un'importante alternativa agli oleodotti russi.
L'agenda di Mosca
Se la Slovenia ha fatto bene i suoi calcoli nelle trattative con la Russia, è così anche per Mosca.
Un punto nell'agenda russa è economico. Le aziende slovene facevano già affari in Russia prima ancora che molte aziende occidentali entrassero nel mercato. La Slovenia non era né un membro del Patto di Varsavia né un nemico nella guerra fredda, e la mancanza di spinosi fardelli storici costituiva un altro vantaggio nel fare affari. Specialmente negli anni prima che la Slovenia entrasse nella NATO nel 2004, la Russia percepiva l'ex repubblica jugoslava come un paese relativamente neutrale, e questo fu uno dei motivi per cui venne scelto per ospitare il primo incontro tra i presidenti Vladimir Putin e George W. Bush nell'estate 2001. Oggi, la cooperazione economica tra i due paesi conta per circa un miliardo di dollari all'anno e la piccola Slovenia è la più grande partner commerciale della Russia se si fa un calcolo per capita.
La Slovenia è anche uno dei pochi paesi ad essere creditori della Russia. Mosca ora vuole spostare l'ago della bilancia. Lo scopo di entrambe le nazioni è di raddoppiare il volume del commercio nei prossimi anni e Putin ha detto molto chiaramente che è ora di invertire la direzione degli investimenti, cioè che è il momento per la Russia di entrare nel mercato sloveno come investitore.
La chiave per attuare il piano di Putin è di nuovo l'energia. A maggio, una delegazione di manager e imprenditori russi, comprendente rappresentanti di Lukoil, la più grande compagnia petrolifera russa, è arrivata in Slovenia. Il loro scopo: investire in grossi distributori energetici sloveni come la compagnia petrolifera Petrol e il distributore di gas Geoplin, che sono entrambi in parte di proprietà dello stato.
Lukoil è anche interessata a Nafta Lendava, un produttore di derivati del petrolio di proprietà dello stato, che sta per venire completamente privatizzato.
In Russia, Jansa ha anche incontrato il presidente della Gazprom, Aleksei Miller, che è interessato a investire nella Nafta e a gestire stazioni di benzina in Slovenia. Si parla anche di costruire un oleodotto che attraverserebbe il territorio sloveno.
La testa di sbarco della Russia?
I politici sloveni sono in teoria ben disposti nei confronti di tali investimenti, il che è un fatto positivo per Mosca per due motivi. Innanzitutto, il governo sloveno giocherà un ruolo cruciale nella privatizzazione di compagnie energetiche slovene. Secondo, la Slovenia è stata in passato molto riluttante a consentire l'ingresso di investitori stranieri, un fatto che non è cambiato molto da quando il governo di centro destra di Jansa ha preso il potere nel 2004. Ma ora potrebbe esserci un interesse comune a cambiare quell'approccio: le compagnie slovene hanno bisogno di partner forti per possibili investimenti comuni nel'sud-est Europa, dal momento che a loro manca il capitale sufficente per attuare un'adeguata politica di sviluppo. Lo stesso Jansa ha chiesto maggiori investimenti russi nell'acciaio, nelle telecomunicazioni, e nei settori energetico e finanziario.
Il cerchio si è chiuso quando il ministro dell'economia, Andrej Vizjak, ha affermato che tali investimenti russi nelle compagnie energetiche contribuirebbero alla stabilità dei rifornimenti energetici sloveni.
Alcuni analisti in Slovenia spiegano l'interesse russo in termini politici anziché puramente economici. Dal momento che le relazioni tra Slovenia e Russia non sono mai state impedite da rivalità da guerra fredda o occupazioni sovietiche, la Russia potrebbe percepire la Slovenia come un partner più appropriato per intavolare un dialogo costruttivo con la UE di, per esempio, gli stati baltici o la Polonia. E in quanto presidente della UE nella prima metà del 2008, la Slovenia stabilirà l'agenda dell'Unione. Jansa ha già annunciato che l'energia occuperà un posto importante durante la presidenza slovena.
Si parlerà ancora di energia molto presto. A giugno, la località marittima di Portoroz, in Slovenia, ospiterà una conferenza annuale di compagnie finanziarie ed energetiche. Il presidente di Gazprom, Miller, sarà presente, e così anche gli amministratori delegati delle principali compagnie petrolifere del mondo. Sarà l'opportunità ideale per portare avanti le questioni discusse a Mosca. In breve, sarà presto di nuovo ora di parlare di energia.
*Andrej Brstovsek è un giornalista del quotidiano di Lubiana Dnevnik