Il 27 novembre, una carovana partirà da Lubiana e attraverserà Italia e Francia, diretta al Parlamento Europeo. E' promossa dai ''cancellati'', per far conoscere la loro situazione ma anche per discutere di una nuova Europa. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

23/11/2006 -  Anonymous User

Con questa iniziativa noi, cittadini cancellati della Slovenia, raccogliamo l'invito degli eurodeputati che ci hanno chiesto di portare a Bruxelles le nostre esperienze di esclusione e violazione dei diritti umani, per iscrivere la questione dei cancellati fra le priorità dell'agenda europea. Nel nostro viaggio, incontreremo i compagni, le associazioni, i soggetti politici e sociali che ci sostenengono e con i quali condividiamo le ragioni di fondo di un impegno comune.

Per comprendere le ragioni che ci spingono a Bruxelles, bisogna ricordare che 14 anni fa, il 26 febbraio 1992, pochi mesi dopo che la Slovenia aveva proclamato la propria indipendenza dalla Repubblica Federativa Socialista Jugoslava, con un'operazione segreta il governo sloveno ha privato diverse decine di migliaia di persone dei loro diritti fondamentali.

Si è trattato di un intervento di "pulizia etnica" silenzioso, realizzato via computer, attraverso il quale ci hanno tolto la "residenza permanente" - nella Slovenia di oggi, come già nella Jugoslavia di ieri, la "residenza permanente" rappresenta per tutte le persone l'unica chiave d'accesso ai diritti civili, sociali e politici. Hanno distrutto i nostri documenti e ci hanno trasformati, da cittadini come gli altri, in stranieri illegali.

Insieme ai diritti di cittadinanza abbiamo perso il lavoro, le pensioni, il diritto all'istruzione e all'assistenza sanitaria, e perfino il permesso di risiedere a casa nostra. Siamo diventati "i cancellati".

La Corte Costituzionale slovena ha dichiarato più volte (in particolare nel 1999 e nel 2003) l'incostituzionalità e l'illegalità della "cancellazione", esigendo l'immediata e totale reintegrazione dei nostri diritti. Varie istituzioni internazionali (i Comitati delle Nazioni Unite, il Comitato consultivo e il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, e altri) hanno avanzato con forza le medesime richieste.

Nonostante questo, lo Stato sloveno si rifiuta di porre rimedio alle ingiustizie commesse.

Noi, cittadini cancellati della Slovenia, ci stiamo battendo da tempo per il riconoscimento dei nostri diritti. Il governo sloveno si mostra sordo alle nostre istanze, e continua a ignorare le sentenze della Corte Costituzionale, mantenendo da anni il Parlamento sloveno in una condizione di illegalità. A Bruxelles chiederemo che le istituzioni comunitarie prendano posizione: la cancellazione è un problema europeo e proprio la Slovenia - il paese che ha inventato i "cancellati", il paese dove la Costituzione conta meno del due di coppe - assumerà nel 2008 la presidenza dell'Unione.
Se fino a oggi il governo sloveno ha potuto avvalersi del silenzio complice degli altri esecutivi europei, che fingono di non vedere quello che accade a Lubiana, sul fronte opposto il nostro movimento trova sostegno e solidarietà nella società civile di altri paesi d'Europa.

Il 4 luglio 2006, tramite lo studio Lana - Lagostena Bassi di Roma, abbiamo presentato un ricorso collettivo presso la Corte europea dei diritti umani. Esso si inquadra in un'ampia iniziativa politica internazionale, che troverà espressione nella carovana che il 27 novembre prenderà le mosse da Lubiana per raggiungere Bruxelles, attraversando diversi paesi d'Europa.

Noi, cittadini cancellati della Slovenia, siamo anche cittadini cancellati d'Europa.

È giunto il momento di rompere il silenzio dell'Europa. L'omertà delle sue istituzioni solleva interrogativi inquietanti sulla natura effettiva dei principi, dei valori e sull'orizzonte ideale su cui si intende fondare il concetto di "cittadinanza europea".

Non siamo, purtroppo, gli unici "cancellati" d'Europa: le politiche di discriminazione e negazione dei diritti di cittadinanza sono un fenomeno che dilaga in diversi paesi.

Noi, cittadini cancellati della Slovenia, siamo una componente della moltitudine degli esclusi, degli invisibili, dei cancellati d'Europa. La nostra lotta è la stessa dei migranti senza permesso di soggiorno, dei rom senza cittadinanza, dei rifugiati senza asilo - di tutti coloro che, a dispetto della retorica ufficiale delle istituzioni europee, sono feriti nella loro dignità e privati dei diritti fondamentali. Ci sentiamo al fianco di chi vede intaccare i propri diritti sul luogo di lavoro, di chi viene condannato a un futuro di precarietà senza uscita.

La "cancellazione" dell'essere umano, la negazione e la compressione delle sue potenzialità civili e sociali è un processo che si articola in diverse forme e gradazioni - di cui quello che è accaduto a noi, cancellati della Slovenia, rappresenta solo l'espressione più estrema, paradigmatica e brutale.

...

Ci auguriamo che l'Europa, invece di rimuovere il proprio passato d'emigrazione, farà tesoro delle memorie e delle esperienze dei migranti di ieri, applicandole al presente. In questo modo riprenderà vigore una cultura di accoglienza e solidarietà, indirizzata verso tutti coloro che si trovano sul suo territorio, e verso tutti coloro che vi stanno per giungere.

La nostra carovana vuole essere un passo in questa direzione. Ci batteremo fino in fondo per una società multiculturale e aperta, che non abbia bisogno di diffondere precarietà, di creare "cancellati", di fabbricare clandestini, di istituire Centri di permanenza temporanea.

Una società di uguali, che sappia sviluppare un'idea di cittadinanza fondata sulle relazioni fra le persone, anziché sulla "razza", sul sangue o sul suolo.

Nessun essere umano dovrà essere "cancellato", nell'Europa che costruiremo.

Un Videoreportage sui cancellati (in inglese)

Il programma dell'iniziativa:
Lunedì 27 novembre, alle 10,30 la Carovana sarà a Trieste, presso il Consiglio Regionale della Regione Friuli Venezia Giulia.
Alle 12, insieme alla FIOM, incontrerà i lavoratori dei cantieri navali di Monfalcone
Martedì 28 novembre sarà a Parigi.
Alle 10,30 alcuni rappresentanti verranno ricevuti nella sede dell'Assemblea Parlamentare.
Il pomeriggio i cancellati manifesteranno con i Sans Papiers e discuteranno insieme caratteri e prospettive della lotta in corso.
Mercoledì 29 novembre, la loro situazione verrà illustrata al Parlamento Europeo a Bruxelles.
Nel pomeriggio, una delegazione di cancellati sarà ricevuta dal vice-presidente della Commissione Europea, Franco Frattini.