Il Fondo cinematografico sloveno comunica che da quest'anno non finanzierà più Isola Cinema, importante manifestazione cinematografica internazionale. La chiusura del festival sarebbe un duro colpo per la cultura slovena
Dopo quattro edizioni quest'anno il festival cinematografico Kino Otok/Isola Cinema, l'annuale appuntamento estivo che a Isola, nell'Istria slovena, da cinque anni porta il meglio della cinematografia dei paesi in via di sviluppo, vale a dire quella produzione che, malgrado l'elevata qualità, non ha accesso al grande mercato cinematografico, rischia purtroppo di mancare all'appuntamento. Gli organizzatori, per il momento, hanno comunicato che la data prevista (29 maggio - 2 giugno) slitterà ad altro termine.
La causa è una sola: il Fondo cinematografico sloveno, che fa capo al ministero della Cultura, ha comunicato che da quest'anno non finanzierà più questa manifestazione internazionale.
Una doccia fredda, quella decisa dal contestato direttore del fondo Igor Prodnik, che sembrava annunciata dopo che con un analogo intervento, qualche mese fa, aveva decretato la fine di Kinodvor, lo spazio lubianese dedicato anch'esso alla presentazione della produzione cinematografica alternativa europea e non.
Prodnik è già da tempo al centro di vivaci polemiche in quanto la sua nomina ai vertici del fondo che gestisce la produzione cinematografica in Slovenia e le attività legate a quest'arte, fu politica. Prodnik infatti viene considerato una sorta di "becchino" del cinema di qualità e soprattutto un uomo di fiducia , nominato dal governo, ovvero dal ministro della Cultura Vasco Simoniti, per controllare anche questo segmento culturale. Le prime avvisaglie sul brusco cambiamento di rotta che si sta ora consumando con la morte di Kino Otok/Isola Cinema, si erano avute con la defenestrazione della precedente direttrice del fondo Irena Ostrouška, poi con le polemiche sulla gestione del Festival del cinema sloveno a Portorose, sempre sulla costa istriana, e quindi con la nomina del nuovo direttore della Kinoteka (Cineteca) di Lubiana.
Kino Otok/Isola Cinema è comprensibilmente uno degli appuntamenti culturali più attesi nell'estate slovena e istriana. Le vie e le piazze della suggestiva e mediterranea Isola si riempiono nei giorni del festival di partecipanti, attori, registi, pubblico, provenienti da vari paesi europei ed extra europei. Con sezioni dedicate alla cinematografia dei diversi continenti vengono presentati al sempre numeroso pubblico, anche italiano e croato, o di altri paesi europei, oltre che a quello sloveno, novità e retrospettive di autori e registi africani, latinoamericani, medioorientali, asiatici...
Il festival è interattivo ed è corollato, oltre che dai film in programma, anche da una serie di manifestazioni collaterali; mostre, dibattiti, workshop, concerti. Nell' edizione 2007 grande interesse e partecipazione stimolò, ad esempio, il workshop sul cortometraggio guidato dal regista americano Cristopher Coppola (nipote del noto Francis).
La decisione di tagliare i finanziamenti, presa con molta probabilità dal ministro Simoniti, ma messa in bocca e in mano a Prodnik, ha già provocato una serie di reazioni e proteste internazionali. Tra le altre quelle di Emmanuelle Lefrant, direttore di Light Cone, Eric de Kuyper, membro illustre della Cineteca Reale del Belgio e Cavaliere della Legion d' Onore, Neil Young, curatore del Bradford Film Festival e persino l'ambasciatore svizzero in Slovenia Stefan Speck, che ha espresso la sua delusione sottolineando come Kino Otok/ Isola Cinema abbia un ottimo rapporto di partenariato con l'affermato festival cinematografico di Friburgo.
Tra le lettere internazionali di solidarietà e indignazione anche quella di Jurica Pavičič, noto giornalista del croato "Jutranji list" nonché primo consulente e coordinatore del Motovun Film festival, la brillante rassegna cinematografica internazionale che ravviva le estati della suggestiva Motovun (Montona) nel cuore dell'Istria croata.
Ora sembra che gli unici festival cinematografici di qualità, uno dei quali aperto agli autori meno commerciali, in Istria rimarranno infatti solo quelli nella vicina Croazia. Oltre a quelli di Trieste e Gorizia. Un duro colpo alla cultura slovena ed all'impegno multiculturale, colpo che viene paradossalmente inferto proprio durante la presidenza slovena dell'UE , una presidenza che del "dialogo interculturale" ha fatto vessillo della propria gestione semestrale.