Ellis Park Stadium

Stadio Ellis Park barrio flores/flickr

Mondiali di Calcio in Sudafrica: un gol degli Stati uniti nei tempi di recupero elimina la Slovenia, che aveva perso di misura con l'Inghilterra. Gli sloveni tornano quindi a casa, come prima di loro avevano fatto già la Serbia e la Grecia

25/06/2010 -  Stefano Lusa Capodistria

Il commentatore di TV Slovenia stava dicendo che bastava aspettare ancora un minuto per brindare. E’ stato costretto a rimangiarsi subito le parole per annunciare che gli Stati uniti avevano segnato e che i sogni di gloria della Slovenia ai mondiali sudafricani erano finiti.

Per la Slovenia andare ai mondiali è già stata una piccola impresa. La scorsa estate il calcio per gli sloveni non era che uno sport minore. In patria si ricordava la nazionale della stella Zlatko Zahovič, che riuscì a conquistare la qualificazione per gli europei del 2000 e per i mondiali del 2002 prima di dissolversi tra mille polemiche. Quella attuale non sembrava avere nulla da spartire con quella squadra e soprattutto non aveva stelle di prima grandezza.

La Slovenia non sembrava nemmeno avere serie possibilità di qualificarsi per la fase finale. Nel suo girone veleggiava a metà classifica e non esprimeva certamente un calcio spumeggiante e spettacolare. Poi la svolta: 4 vittorie di fila, secondo posto conquistato e spareggio con la Russia.

In Slovenia quelle sei partite hanno fatto riaccendere i riflettori sul calcio ed inimmaginabili passioni per questo sport. Il giorno della gara decisiva con la Russia sulle tribune c’era tutta la Slovenia che conta. Sugli spalti anche molti politici, che dopo aver snobbato per anni le partite della nazionale, erano venuti a far sfoggio di sé.

Il premier in persona, Borut Pahor, aveva promesso che se la squadra si fosse qualificata avrebbe lucidato gli scarpini ai giocatori. Dopo la vittoria è sceso negli spogliatoi, con il solito codazzo di telecamere e di giornalisti, e i calciatori che non si sono dimostrati troppo entusiasti di vedersi rubare le luci della ribalta.

La Slovenia ai mondiali s’è trovata ad affrontare un girone non proprio di ferro. C’erano gli inglesi, ma anche gli algerini e gli statunitensi. In ogni modo per la Slovenia tornare a casa con qualche punticino sarebbe già stata una bella impresa. Vincere qualche gara poi sarebbe stato un risultato fantastico. Mai, infatti, la Slovenia era riuscita a conquistare un successo nelle fasi finali delle competizioni internazionali.

Le speranze non erano moltissime, la squadra slovena non brillava certamente per il suo tasso tecnico. Nessun suo giocatore del resto milita in qualche grande club europeo. Basti pensare che la sua stella di maggior grandezza è probabilmente il portiere dell’Udinese Samir Handanovič.

Le cose si sono messe subito benissimo in Sudafrica. Vittoria per 1-0 con l’Algeria in una partita scialba, dove a decidere è stato un gol fatto su un tiro da lontano con la complicità del portiere. La gara successiva ha visto opposti gli sloveni agli statunitensi. In Slovenia l’entusiasmo era alle stelle. In caso di vittoria la qualificazione agli ottavi di finale sarebbe stata cosa fatta. A Lubiana c’era già chi sognava che dopo aver sconfitto il gigante russo si sarebbe potuto battere anche quello americano.

Tutto si è subito messo per il meglio. Alla fine del primo tempo la Slovenia conduceva per 2-0. La squadra era virtualmente prima nel suo girone e negli ottavi di finale si poteva prospettare anche un vero e proprio scontro balcanico con la Serbia. I giochi, però, erano tutt’altro che fatti. La Slovenia, infatti, non è nuova a subire improbabili rimonte. Nella sua partita d’esordio, agli europei del 2000, andò in vantaggio per 3-0, con la Jugoslavia, che infine riuscì a raggiungere il pareggio con un uomo in meno.

Gol degli americani agli inizi del primo tempo e pareggio a 10 minuti dal termine. In conclusione a recriminare, però, sono stati più gli americani che gli sloveni, che si sono visti annullare un gol regolare nel finale. Qualificazione slovena rimandata e giochi aperti nel girone. Slovenia 4 punti, Stati uniti e Inghilterra 2, Algeria 1.

Alla Slovenia per qualificarsi “bastava” un pareggio nella gara finale con gli inglesi, ma potevano anche perdere se gli Stati uniti non battevano l’Algeria o se l’Algeria non faceva una goleada con gli Stati uniti.

In Slovenia oramai si sognavano gli ottavi di finale. I giornali, che in genere al calcio non dedicano nemmeno troppo spazio nelle pagine sportive, hanno aperto in questi giorni a tutta pagina con le ultime notizie dal ritiro sloveno. I dirigenti di TV Slovenia intanto si fregavano le mani per gli enormi introiti pubblicitari e per gli ascolti record.

Tutto era pronto per la partita decisiva. Si giocava mercoledì alle 16. La Slovenia è un paese che non si fa prendere troppo dalle passioni, ma questa volta non è stato così. Al fischio d’inizio il clima era surreale. Le strade erano deserte. Città così vuote probabilmente non si erano viste dall’epoca dei funerali di Tito.

La Slovenia era di fronte alla televisione e accalcata davanti ai maxi schermi con sciarpe, bandiere e le altre masserizie del perfetto tifoso. Le cose non si mettono benissimo. L’Inghilterra segna, ma non domina. La partita termina con una sconfitta per 1-0. La Slovenia chiude all’attacco e l’allenatore inglese, Fabio Capello, prima si arrabbia con i suoi uomini che vorrebbero chiudersi in difesa e poi gioisce per la striminzita vittoria.

Al fischio finale la Slovenia comunque è negli ottavi di finale. Nell’altra partita del girone, Stati uniti ed Algeria sono ferme sullo 0-0. Per festeggiare si attende solo il fischio di conclusione, ma invece in zona Cesarini arriva il gol degli Stati uniti. Si consuma un vero e proprio psicodramma. Gli ottavi erano quasi conquistati e sono stati perduti per un nonnulla.

Gli americani vincono il loro girone, gli inglesi sono secondi e gli sloveni finiscono terzi ed eliminati dai mondiali. Escono dal campo a testa bassa. In patria comunque non li contesta nessuno, grande dispiacere per la mancata qualificazione, ma anche grande orgoglio perché c’erano quasi riusciti.

Ora tornano a casa. Se si fossero qualificati per la seconda fase sarebbero stati la vera e propria sorpresa di questi mondiali africani. Adesso non gli resta che il poco invidiabile primato, che alcuni commentatori gli hanno assegnato, della più brutta maglietta esibita in Sud Africa, la seconda, quella verde con la banda gialla.