Il filosofo, discepolo dello psicanalista francese Lacan, ed ultimo marxista sloveno, fa il "pop" della filosofia e la filosofia del "pop". Sempre restando un supporter fedele del Partito liberal-democratico.
Ursa Matos - Mladina
Selezionato da Le Courrier des Balkans, tradotto da Osservatorio sui Balcani
I genitori di Slavoj sono atei convinti. Quando aveva dodici anni suo padre lo ha obbligato a leggere il vecchio testamento in modo da fugare immediatamente ogni dubbio sul suo contenuto. Slavoj ama l'autoritarismo della Chiesa come istituzione ma non sopporta lo sviluppo di esperienze interiori profonde. Si dichiara inoltre molto sorpreso della pubblicazione di un suo articolo sul tema del contatto diretto con l'assoluto su una pubblicazione cattolica tedesca, di supporto ai parroci per scrivere le loro omelie. "E' come invitare un perverso ad educare delle vergini" afferma commentando il fatto.
Nonostante le sue posizioni radicalmente atee spesso continua a scrivere sul cristianesimo. Tra le altre cose, afferma che San Paolo è stato il primo leninista e rimprovera ai cattolici l'essere perversi dato che considerano il sacrificio di Cristo sulla croce un'indulgenza che permette loro di votarsi a piaceri segreti, senza incappare in alcuna condanna.
Slavoj è stato morso dal virus del cinema il giorno in cui ha visto per la prima volta "Psicosi" di Hitchcock. La sua collezione privata comprende film romantici sovietici sui Kholkoz assieme al film-propaganda nazista "L'ebreo eterno", vietato in Germania. Sognava di una carriera da regista ma ha cambiato idea dopo essere stato contaminato dalla filosofia. E' stato molto influenzato da Marx, Hegel e Schelling. Prima di iscriversi all'Università di Ljubjana, si è converito al strutturalismo francese. Nel 1967 ha pubblicato, nella rivista Probleme (I Problemi) una traduzione di Jacques Derida in sloveno, ed è divenuto successivamente un acceso devoto dello psicanalista francese Jacques Lacan.
Discepolo di Lacan
Nell'agosto del 1968 ha osservato da un caffè sulla piazza principale di Praga i carri armati russi che irrompevano nelle manifestazioni di protesta, continuando a mangiare il suo gelato alle fragole. Più tardi, rinuncia al gelato a causa del diabete, ma l'entusiasmo per l'autoritarismo lo segna.
Slavoj si definisce - analizzando la propria struttura psicologica - un fascista che ama l'ordine. Ed è per questo che ha vissuto come una disillusione amara il servizio militare a Karlovac, durante il quale scopre che l'Armata popolare jugoslava (JNA) è in preda al caos. Deve occuparsi dei corsi politici per i soldati. Approfitta di una lezione sull'ideologia del capitalismo per proiettare dei film di Hollywood. Vende con successo agli ufficiali la teoria secondo la quale il nemico ideologico sarà meglio riconosciuto se si ricerca cosa non va bene in America attraverso i suoi film.
Mentre i suoi contemporanei ascoltano il punk Slavoj aderisce solo teoricamente a questa corrente, poiché in pratica, non sopporta troppo rumore. E' partigiano della teoria secondo la quale si può dire tutto con la musica classica limitandosi a cinque strumenti, e che l'orchestra è necessaria solo agli Americani. Slavoj è un animale raro nella sua generazione poiché non ha mai provato la marijuana. "Credo in un vecchio comandamento dell'UDBA (polizia segreta) che ricordava come il nemico non dorme mai, e così non mi posso permettere di perdere il controllo di me stesso".
Agli inizi degli anni '80 si trasferisce per 4 anni in Francia dove studia sotto la guida del suo mentore Jacques-Alain Miller, nipote di Lacan e suo discendente spirituale. Anche se membro del partito comunista, era membro anche dei movimenti di opposizione. Prova inoltre di essere uno stratega eccezionale. Ad una riunione del comitato del Pen Club, ha invitato ad una maggior azione ricordando: "Fate attenzione a ciò che ha detto Lenin. Ciascun giorno nel quale non avviene nulla è perduto". Quando, ad un'altra riunione del comitato, viene proposto uno sciopero della fame, convince i colleghi che è una cattiva idea spiegando che la TV serba avrebbe affermato che tutti gli sloveni obesi si sono messi a dieta.
Durante la dissoluzione della Jugoslavia pubblica degli editoriali nel quotidiano Mladina dove critica vigorosamente DEMOS e sostiene l'Alleanza della gioventù socialista della Slovenia (SZMS, precursore del partito social-democratico LDS). Entra in politica direttamente nel 1990 quando presenta la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica. In verità non desidera intraprendere la carriera politica e mina coscientemente la propria candidatura elogiando durante incontri con la stampa il dittatore Pol Pot.
Negli anni '90 inizia la sua fama anche all'estero. Scrive dei libri direttamente in inglese e li pubblica presso degli editori stranieri di prestigio. I suoi campi d'interesse, molto ampi, vanno da Lacan a Hitchcock e Lenin, all'opera, agli attacchi terroristi dell'11 settembre e tutti i suoi libri divengono dei best seller accademici.
Commentatore di Lenin
E' particolarmente fiero della traduzione del suo libro « Revolution at the Gate » dove raccoglie e commenta l'opera di Lenin, che verrà pubblicato grazie al sostegno economico del partito comunista russo. Nel 1991 si vede concedere il titolo onorifico di "ambasciatore della scienza" ed un passaporto diplomatico. Ma Slavoj restituisce il passaporto dopo alcuni mesi poiché, a causa delle sue t-shirt della marca Proleter e dei blue-jeans, ha sempre problemi a convincere il personale dell'aeroporto che non è un terrorista e che il passaporto non è falsificato.
Ogni due semestri, accetta un lettorato presso le Università americane. Per aver più tempo per la lettura, i film e gli scritti sviluppa un sistema per evitare gli studenti troppo fastidiosi. Sopprime le ore di consultazione obbligatorie scrivendo nell'orario nomi di studenti fittizi per dare l'impressione di essere occupato. Nelle università si accetta il suo comportamento come l'espressione dell'eccentricità balcanica. Poco a poco, ne ha abbastanza del contatto con gli studenti, ed accetta solamente inviti a conferenze individuali.
2500 persone hanno assistito ad una sua conferenza a Buenos Aires, che si è dovuta tenere in una piazza davanti all'Università. A New York centinaia di persone sono rimaste fuori ed hanno minacciato di distruggere le finestre. La polizia ha dovuto intervenire. Ha preso parte a più di 350 simposi di filosofia, di psicanalisi e culturali in Europa, negli Stati Uniti, in Brasile, in Messico, in Israele ed in Giappone.
Anche se afferma di aver preso distanza rispetto all'LDS e che non si reca più a votare, che non segue più i media sloveni e che tre minuti di un buon film sono per lui più importanti del destino della Slovenia, nei momenti cruciali della politica slovena sostiene in pubblico l'LDS presentandola come l'unica opzione politica accettabile. Dopo la sconfitta dell'LDS nelle elezioni del 2004, difende l'ex Primo ministro Rop, sottolineando che il problema dell'LDS non è Rop ma "questi insetti di seconda classe che vogliono assicurarsi, attraverso il sacrificio di Rop, che nulla cambi".