Nel cuore di Lubiana, il centro occupato di Metelkova è dal 1990 il simbolo delle culture alternative. Fino a quando? Reportage
(Pubblicato originariamente da Courrier des Balkans il 12 dicembre 2016)
22 e 30. La serata non è ancora del tutto cominciata e Metelkova si riempie lentamente. Il Klub Gromka risuona già di un concerto di metal. A qualche metro di distanza, il bar Jalla Jalla trasmette Léo Ferré, per gran felicità dell'organizzatrice dell'evento.
Fuori, gruppetti di ragazze e ragazzi approfittano degli ultimi tepori dell'autunno parlando in sloveno e inglese, rollando qualche canna e fumando sigarette, con la birra in mano.
L'atmosfera di Metelkova assomiglia, ora, a un qualsiasi quartiere della vita notturna in una qualsiasi città europea. Vi si mescolano liceali in cerca di nuove esperienze, emarginati, senza tetto, diplomatici occidentali, studenti Erasmus, direttori di istituti culturali e artisti.
Centro artistico e squat urbano
Al di là della sua reputazione relativa al divertimento, questo complesso di 12.500 m2, ex caserma sotto l'Impero Austroungarico e poi dell'Armata popolare jugoslava, non è meno fiero della sua seconda identità: quella - guadagnata a caro prezzo - di centro artistico e squat urbano. Iscritto nel 2005 nella lista del patrimonio culturale immateriale della Slovenia, Metelkova è sfuggito per poco dall'essere raso al suolo dalle autorità di Lubiana nel 1993 e da estremisti di destra nel 1994.
La vocazione del luogo colpisce immediatamente: le facciate degli edifici sono coperte da una successione caotica di pitture, sculture, collage ed altri assemblaggi. Molti degli edifici sembrano abbandonati: un muro scrostato può rappresentare l'entrata di un club come di una viuzza senza uscita. Ma è il suo carattere alternativo che attira e affascina.
Al fianco di Metelkova l'ormai celebre ostello Celica offre una variante più tradizionale di locali. A 50 metri di distanza, poi, le facciate di vetro del Museo etnografico nazionale, tutt'attorno ad una piazza percorsa da skater silenziosi. Anche molte Ong hanno la loro sede non troppo distante: un edificio che alla prima impressione sembra in disuso ospita Sloga e TIC, due tra le organizzazioni civiche più influenti in Slovenia. La “Città”, come viene chiamata, con i suoi 1500 eventi culturali promossi ogni anno, è di fatto una vetrina della cultura alternativa underground, tra eventi senza scopo di lucro e locali dai prezzi alla portata di tutti.
Dai comitati tecnici alle serate poetiche
Molti di chi la frequentano abitualmente hanno scoperto Metelkova durante gli anni delle superiori per i concerti che vi venivano organizzati, prima ancora di iniziare a frequentare altre espressioni della vita artistica del luogo. E' il caso di Blaž, studente alla facoltà di Scienze umane, coinvolto da più anni nello sviluppo dell'offerta culturale di Metelkova.
“Ogni locale ha dietro un proprio gruppo di persone, una sorta di collettivo informale. Questi gruppi organizzano in modo indipendente dei comitati tecnici che decidono cosa realizzare negli spazi a loro disposizione”. Piccole cooperative di volontari dunque, ciascuna funzionante a modo suo per promuovere tre o quattro eventi ogni settimana. Ma come sottolinea Blaž, “ciascuno è libero di fare proposte e contribuire alla creazione dell'atmosfera”. L'abitudine a dover rettificare stereotipi emerge immediatamente quando parla della diversità di Metelkova.
Gli iniziati sottolineano in modo sistematico l'aspetto multiforme del luogo che si divide in club LGBT (Monokel, Tiffany), sale da concerti (Channel Zero, Gala Hala), centri giovanili (Menza pri koritu), gallerie d’arte (Alkatraz, Mizzart), etc. Mlade Rime, è un ciclo di serate poetiche promosse nell'atmosfera carica di fumo di uno dei locali di Metelkova, e come queste serate, altre si accumulano andando dalle serate vegetariane ai festival di film dell'orrore, passando per concerti reggae.
"Metelkova è anche un luogo dove prendere le decisioni che riguardano tutti, ma il suo aspetto rimane articolato e composito", sottolinea Blaž. Lo definisce come un "dibattito onnipresente che si risolve permanentemente". Un dibattito del quale Martika Feldi, altra habitué, è felice perché garantisce "la prospettiva di buone discussioni con spiriti artistici del mondo intero, in un luogo autentico e in un'atmosfera distesa".
Stesse opinioni anche presso i visitatori stranieri. "Non ci sono etichette, non ci sono immagini pretenziose come altri locali notturni di Lubiana", spiega Miguel Almeida, ex studente portoghese, che spesso passa a Metelkova le sue serate. Ildikó Nagy, professore di ungherese e originario della Slovacchia vede il luogo come "il perfetto contrario di ciò che Metelkova era durante il periodo austo-ungarico: meno spazio per la guerra e per gli uomini d'armi, più spazio per la libertà e la pace".
Una struttura in pericolo permanente
Lo statuto giuridico di Metelkova rimane una spina nel fianco dei suoi animatori, minacciati da ispezioni, dovute alla scarsa tolleranza dei vicini. Come punto di riferimento negativo, resta la distruzione del centro culturale Mala Šola nel 2006. E a ricordare la precarietà della situazione attuale vi è l'occupazione quasi mitica della fabbirca Rog che si è vista privata del riscaldamento e dell'acqua, risorse alle quali Metelkova non ha accesso - se non illegalmente - fin dal 1996.
Sul luogo vi è anche l'ombra della normalizzazione. "Il rischio è che la nostra offerta si commercializzi senza nemmeno che ce ne rendiamo conto", anticipa Blaž. "O che la ricerca di finanziamenti ci spinga ad aprirci, in una certa misura, a questo tipo di contenuti. Ed a questo c'è da aggiungere un'apertura ai turisti che, sul lungo periodo, ci fa correre il rischio dell'omogenizzazione".
Tra precarietà amministrativa e ricerca di identità Miguel si sforza di riassumere la contraddizione che caratterizza Metelkova: "A forza di voler essere molto alternativi ci si chiede cosa sia realmente alternativo". E la questione non è mal posta: luogo occupato a misura di falsi hipster o santuario europeo della cultura alternativa? E' senza dubbio l'equilibrio precario tra queste due tendenze che permette a Metelkova di rimanere in vita e mantenere la sua capacità attrattiva. Ma trasformata dalla massa in continuo cambiamento che la visita, la città-Metelkova potrebbe, un giorno, interrompere definitivamente la sua storia.