Anche in Slovenia le nutrie sono diventate un problema. Per contenerne il numero sovrabbondante il ministero dell'Agricoltura aveva previsto l'abbattimento. Una soluzione però che non è piaciuta a Tina Gaber, la compagna del premier Golob. Ne è seguita un'aspra polemica che si sta ancora trascinando sui giornali

04/08/2023 -  Stefano Lusa Capodistria

Forse con un po’ di ironia e probabilmente anche con un certo gusto per la provocazione nel periodico dei cacciatori sloveni è comparsa una ricetta per preparare un “succulento” pranzetto a base di nutria. Ervin Hladnik Milharčič, in un divertente editoriale sul Dnevnik , assegna potere salvifico ai castorini da cui dipenderebbero le sorti della nazione. Consiglia, per ragioni culturali, di metterli in pentola senza la coda, visto che somiglia fin troppo a quella di un ratto. Sta di fatto che nelle ultime settimane il destino della nutria è diventato un tema politico di prim’ordine, che sta inondando le pagine dei giornali.

La polemica è scoppiata quando è stata resa nota l’ordinanza del ministero dell’Agricoltura che le voleva abbattere nel parco naturale delle paludi di Lubiana (Ljubljansko barje ). Si tratta di una zona umida particolare che finisce sott’acqua in primavera ed in autunno. I castori di palude vi hanno trovato un habitat magnifico ed adesso sono in sovrabbondanza. Starebbero mettendo a repentaglio gli argini e si sono messi a danneggiare le case galleggianti che avrebbero dovuto essere l’ennesima chicca dell’offerta turistica della capitale.

Il castorino è comparso in Slovenia a partire dagli anni Trenta, ma si è diffuso sempre più su larga scala negli anni Ottanta. Ce ne sono in abbondanza anche a Capodistria, dove bivaccano ai bordi delle piste da corsa e degli attrezzi per la ginnastica del campo sportivo costruito in una zona piena d’acqua, che non a caso si chiama "Bonifica". La nutria era stata importata dal Sud America, per mettere in piedi degli allevamenti. L’idea era quella di usarla per farne pelliccia, quando le pellicce andavano ancora di moda. Alla fine, qualche esemplare è scappato e non è accaduto soltanto in Slovenia, e visto che la specie è largamente presente in Europa adesso sta diventando un problema a cui si tenta di correre ai ripari con vari metodi.

L’idea di procedere con il loro abbattimento non è andata proprio giù a Tina Gaber, la nuova fiamma del premier Robert Golob. L’ex miss Hawaiian Tropic è passata rapidamente dal ruolo di “influencer” e lobbista a quello di vera e propria first lady. Non una bambola da esibire agli incontri internazionali, ma una figura che vuole giocare anche un ruolo in politica. Il suo programma: fare l’avvocato degli animali. Sta di fatto che la sua influenza si sente. Molti le ascrivono il momentaneo stop nell’abbattimento di 230 orsi. Il premier Golob aveva infatti chiesto una pausa di riflessione prima di dare definitiva luce verde all’apertura della caccia. Anche questa volta le cose stanno andando allo stesso modo. Ma andiamo con ordine.

Non appena era stato annunciato il proposito di procedere all’eliminazione delle nutrie, la Gaber è corsa a farsi riprendere attorniata da loro, annunciando che avrebbe dato battaglia per salvarle. A suo fianco anche le associazioni animaliste, che si sono persino rivolte alla Corte costituzionale per fermare il “massacro”. Per molti se le nutrie sono un problema si può risolvere la faccenda con reti elettrificate, per non farle uscire dalle loro zone o sterilizzandole. Soluzioni, comunque, tutt’altro che economiche, dicono gli esperti. Intanto nel paese si è subito avviata una raccolta di firme. In poche settimane quasi 25.000 persone hanno aderito all’iniziativa. La Gaber ha poi ha rincarato la dose cercando di screditare lo studio che ha portato le autorità a decidere che era necessario sbarazzarsi delle nutrie. In questo caso non ha misurato le parole accusando gli autori di essere in conflitto di interessi e ipotizzando che ci potrebbero essere anche sospetti di corruzione. Ne è seguita una ridda di polemiche che si sta ancora trascinando sui giornali.

In ogni modo “l’operazione nutria”, avrebbe dovuto partire il 1° agosto. Alla fine, i gestori del parco naturale hanno deciso di rimandarla a data da destinarsi. Se ne riparlerà a fine mese o forse a settembre. I responsabili adducono questioni tecniche e precisano di non aver subito pressioni dall’alto, ma alla fine sono in pochi a crederci.  

Nel paese intanto c’è un acceso dibattito sulla nuova legge che regola la protezione degli animali. L’iniziativa è partita dai deputati della coalizione. La nuova normativa darebbe un ruolo non secondario agli animalisti, che potrebbero imporre alle autorità di intervenire in tempi brevissimi se dovessero riscontrare maltrattamenti agli animali. Chi opera nel settore dice all’unisono che la legge è inadeguata, i contadini e gli allevatori sono in subbuglio e dicono che così le loro fattorie e i loro allevamenti non potrebbero più funzionare. Intanto sta per arrivare anche il nuovo capo dell’ispezione veterinaria. Il direttore protempore, appena nominato, se ne è andato in polemica con la ministra dell’Agricoltura, con la quale ci sarebbe una evidente incompatibilità. Ora la nuova dirigente che assumerà l’incarico viene dipinta come una figura con scarsa esperienza, ma vicina alle istanze degli animalisti. Per le malelingue una scelta in linea con le posizioni del premier e della sua compagna.

Intanto a Lubiana il dito è sempre più puntato contro il sindaco Zoran Janković, troppo incline ad usare la scure per abbattere alberi e per far posto a nuove cementificazioni. Negli ultimi giorni non mancano le polemiche per l’abbattimento di un ippocastano. L’imponete albero faceva bella mostra di sé davanti a un vecchio teatro. Il suo taglio si era reso necessario per poter procedere al restauro dell’edificio. In pochi giorni sono state raccolte una caterva di firme per salvarlo. La mobilitazione a nulla è servita. In questo caso Tina Gaber non si è mossa.