Nuri Bilge Ceylan © Denis Makarenko/Shutterstock

Nuri Bilge Ceylan © Denis Makarenko/Shutterstock

È un atteso ritorno, quello di Nuri Bilge Ceylan, in concorso al 76° Festival di Cannes in programma da martedì 16 fino a sabato 27. Il regista turco, Palma d’oro 2014 per “Il regno d’inverno - Winter Sleep”, è uno dei nomi più in vista del cinema dell’Europa del sud-est ma anche uno dei più importanti nel panorama mondiale

10/05/2023 -  Nicola Falcinella

La competizione per la Palma comprende 21 film tra i quali ben tre italiani, “Il sol dell’avvenire” di e con Nanni Moretti, l’unico già uscito nelle sale, “Rapito” di Marco Bellocchio e “La chimera” di Alice Rohrwacher, che pare la più accreditata del terzetto per un premio. Tra gli altri cineasti figurano grandi nomi come Aki Kaurismaki, Wim Wenders, Ken Loach, Kore-eda Hirokazu, Wes Anderson o Todd Haynes,mentre la giuria è presieduta dal vincitore dello scorso anno, lo svedese Ruben Östlund di “Triangle of Sadness”, oltre che di “Forza maggiore” e “The Square”.

In apertura ci sarà il film francese in costume “Jeanne du Barry – La favorita del re” di e con Maïwenn (nota per “Polisse” e “Mon roi”): uno scandalo alla corte di Luigi XV (Johnny Depp) a Versailles, con la popolana Jeanne che diventa la favorita del sovrano. Pellicola di chiusura la nuova animazione Pixar “Elemental”.

Nuri Bilge Ceylan torna in concorso a cinque anni dal precedente “L’albero dei frutti selvatici” con“About Dry Grasses – Les herbes sèches”, un altro lavoro da oltre tre ore di durata, interpretato da Deniz Celiloglu e Merve Dizdar, due tra gli attori emergenti del cinema turco. È la storia di un giovane insegnante d’arte, Samet, che sta terminando il mandato di quattro anni obbligatori in un villaggio remoto dell’Anatolia. L’uomo si sente bloccato in una situazione senza via d’uscita quando incontra Nuray, a sua volta insegnante.

Come già evidenziato in occasione degli ultimi grandi festival, la presenza dei Paesi dei Balcani e dell’Europa sud-orientale si sta riducendo all’interno delle manifestazioni che hanno maggiore visibilità: il cineasta turco è l’unico incluso nella selezione ufficiale, che comprende anche le sezioni Un certain regard, Prémière e fuori concorso con un numero persino esagerato di titoli.

La storica sezione collaterale Quinzaine des cinéastes, alla 55° edizione, ha cambiato nome da Quinzaines des réalisateurs, togliendo il “maschile” per diventare “inclusiva”. Nella selezione sono inclusi: il promettente georgiano “Blackbird Blackbird Blackberry” di Elene Naveriani, rivelatasi con l’ottimo “Wet Sand” nel 2021, ancora con una donna che lotta per la propria indipendenza; “Grace – Blazh”, esordio  del russo Ilyva Povolotsky, sul viaggio di un padre e una figlia.

Nella Semaine de la critique, luogo di scoperta dei giovani cineasti, riservato alle opere prime e seconde, si riaffaccia il serbo Vladimir Perisić, già conosciuto per “Ordinary People” del 2009, con il nuovo “Lost Country”.