Esperienze e racconti di genitori italiani alla scuola di Vermigliano (Ronche) (Tratto da Isonzo-Soča n.59, ottobre-novembre 2004)

11/03/2008 -  Anonymous User

di Carla Zanolla

Quando mia figlio era prossimo compiere 3 anni, mi sono chiesta quale scuola dell'infanzia avrebbe dovuto frequentare. Noi abitiamo nel centro di Monfalcone e la scuola più vicina alla nostra abitazione era anche quella con gli iscritti più numerosi e si stava profilando la lista d'attesa. Fui costretta, allora, a scegliere di fargli frequentare qualche altra scuola collocata in periferia. Cominiciai a considerare l'opzione della scuola slovena di Vermegliano-Romjan. Più ci pensavo più l'idea mi sembrava suggestiva e originale: il bambino sarebbe venuto precocemente a contatto con una lingua diversa da quella parlata in famiglia e contemporaneamente avremmo valorizzato una risorsa del territorio, cioè la presenza della minoranza slovena.

Bene, Fabio doveva essere iscritto proprio a quella scuola. Nel gennaio del 2000 incominciò la frequenza e così mi accorsi quanti fossero i casi di famiglie con padre e madre di lingua italiana che avevano avuto la mia stessa idea, che a suo tempo mi era sembrata così fuori dal comune.

Mossa da curiosità ho cominciato a confrontarmi con i genitori degli amici di mio figlio sulle motivazioni della nostra scelta. Le interviste che seguono riguardano una serie di colloqui che ho avuto con alcuni genitori.

Le interviste hanno seguito questa traccia:
- Perché hai iscritto tuo figlio in questa scuola;
- Il rapporto con gli altri genitori e con la struttura scolastica e l'associazione dei genitori;
- Hai dei problemi con i compiti;
- Come vivi il rapporto con le maestre slovene;
- Cosa si prova ad assistere ad una recita dei propri figli dove non si capisce quello che viene detto.

Daniela

Ho iscritto mio figlio alla scuola slovena per la lingua straniera. Noi, come italiani, siamo di un'ignoranza abissale per apprendere altre lingue. Una lingua in cui ragionare e non da tradurre. Secondo motivo è inserirla in una cultura di minoranza che è ricchezza del territorio e diversa dalla mia. Così la bambina sarà più elastica, spero. Poi c'era la speranza che i bambini italiani che frequentano la scuola slovena siano un sintomo del superamento delle difficoltà storiche (identità di chi è sloveno). A questo proposito voglio raccontare una storia: quando studiavano l'alfabeto, mia figlia si dimenticava sistematicamente la q. Io la correggevo ripetutamente e dopo l'ennesima correzione mia figlia è sbottata: ma insomma, mamma, voi italiani avete la q, noi sloveni no.

Il rapporto con gli altri genitori è molto cordiale: ci confrontiamo fra di noi, ci chiediamo come possiamo collaborare con la scuola, ultimamente abbiamo deciso di comperare collettivamente delle video cassette di cartoni animati sloveni, per favorire l'apprendimento della lingua da parte dei nostri figli.

Per quanto riguarda la gestione dei compiti, la bambina deve essere autonoma; certe volte l'aiuto con i vocabolario, la invito a ricordare quanto hanno detto a scuola, a riflettere su quanto scritto o letto. I miei interventi si limitano a questo.

Mi piace andare alle recite per vedere i bambini, l'ambiente è famigliare, le maestre delle altre classi conoscono la mia bambina, ma qualche volta mi sento inadeguata. Mi dispiace di non conoscere la lingua e di dover leggere tutto in traduzione. Certe volte ho paura di essere un peso per gli insegnanti, che devono continuamente tradurre per noi genitori che non conosciamo lo sloveno e vorrei sapere cosa pensano loro di questa "invasione" italiana.

Patrizia

Non trovavo un posto in asilo nido, in Italia. Io lavoro a Gorizia e ho trovato un posto all'asilo nido di Solkan e lì ho iscritto la mia bambina che ha imparato lo sloveno prima dell'italiano. Sono rimasta entusiasta della metodologia di tipo austriaco e perciò ho deciso di continuare con la scuola materna di Vermegliano. Adesso la mia bambina ha sviluppato un cervello bilingue: passa da una lingua all'altra senza bisogno di tradurre. Abbiamo ancora rapporti affettuosi con l'asilo nido e con le maestre di un tempo.

Ho poco dialogo con le maestre attuali e ho timore di invadere un territorio che non è mio, in quanto sono un'italiana che frequenta un'istituzione slovena, cioè sono diventata una minoranza. Ma voglio sottolineare che sono entusiasta della didattica, del rapporto dei bambini con le maestre e della precisione con cui viene svolto il lavoro e dalla competenza psicologica delle insegnanti.

Per affrontare l'esecuzione dei compiti mi fido delle indicazioni di mia figlia, uso il vocabolario e mi arrangio come posso.

Per quanto riguarda le recite, riesco a capire quello che succede perché mia figlia mi racconta il soggetto a casa.

Stelio

Conoscevo un'insegnante della scuola slovena, avevamo un buon rapporto e ho deciso di metter mio figlio in quella scuola perché impari una cosa a me sconosciuta, nuova. Quando ho iscritto mio figlio, c'erano meno bambini rispetto alla scuola italiana, il luogo era più raccolto e gli scolari potevano svolgere più attività. Poi seguendo tutte queste attività dei bambini, si socializzava tra genitori. Dunque la scuola slovena dava più servizi ed è una scuola più attiva.

La mamma all'inizio era scettica ed aveva paura: come farò con i compiti? D'altra parte, giunti al terzo anno di asilo abbiamo visto che il bambino aveva cominciato a parlare sloveno e abbiamo deciso di continuare questa avventura che era cominciata quasi per gioco. Adesso il bambino è autonomo, esegue i compiti in sloveno da solo, perché noi non lo possiamo aiutare, qualche volta traduce quello che ha scritto e noi impariamo. Voglio ricordare che c'è stata una riunione alle scuole italiane dove un genitore ha chiesto che i suoi bambini non giochino con i bambini della scuola slovena. Mi chiedo come mai. Noi invece vogliamo guardare il mondo con gli occhi dei bambini per superare i vecchi retaggi. Dopo aver sentito ciò mi sento orgoglioso di aver iscritto mio figlio alla scuola slovena e di non dividere il mio tempo con persone che guardano al passato. Dunque i vantaggi della scuola slovena sono: autonomia, imparare una nuova lingua, conoscere una cultura diversa ed avere una cultura più aperta (conoscere nuova gente). L'anno scorso, quando nostro figlio aveva sei anni, ci siamo persi con l'automobile nella campagna nei dintorni di Aidussina. Abbiamo incontrato un motociclista che parlava solo in sloveno e nostro figlio ci ha fatto da interprete, così siamo riusciti ad arrivare dov'eravamo diretti.

Il rapporto con gli insegnanti è interessante: vengono in gita con noi e sono molto disponibili. Tutti e tre facciamo parte del coro dell'associazione genitori e mio figlio suona anche qualche strumentino. Il coro è autofinanziato, 2 euro e mezzo al mese. Poco tempo fa siamo stati alcuni giorni a Maribor in una specie di colonia e abbiamo fatto le prove, tutti con il sacco a pelo. La cucina era autogestita.

Il primo anno, andare alla recita e non capire niente è stato un dramma, poi l'anno successivo c'è stata la recita bilingue e ci siamo sentiti meno spiazzati.

Veronica

Principalmente ho deciso di mandare mia figlia in questa scuola per curiosità del fatto di imparare un'altra lingua.Pochi bambini hanno questa opportunità. Provengo da una famiglia di centro-destra ed ero desiderosa di mettere una pietra sul passato. All'asilo nido, quando ho comunicato la mia intezione di iscrivere mia figlia alla sezione slovena della scuola materna, ho trovato delle persone perplesse, perché le maestre non avevano ancora avuto rapporti con quella scuola. La mia, diciamo, che è stata un'esperienza "d'avanguardia" e ha creato un collegamento fra le maestre dell'asilo nido di Ronchi e le maestre della scuola slovena, ha contribuito a creare una continuità.

I genitori come me che fanno una scelta controcorrente, certe volte hanno dei sensi di colpa e frequentando il coro dell'associazione genitori ci si mette in discussione, si partecipa alle attività e alle difficoltà dei propri figli e contemporaneamente si imparano la lingua e la cultura slovena.

Inoltre c'è questa condivisione con le problematiche della minoranza, perché nel coro ci sono anche genitori sloveni. E' un gruppo di auto-aiuto, nato per confrontare le reciproche difficoltà e che stimola la consapevolezza di cosa significa essere una minoranza.

Esistono dei pregiudizi: per esempio noi paghiamo la piscina per i nostri figli e gli "italiani" ritengono che questo avvenga con i finanziati dallo stato in quanto minoranza. Perché quando c'è stata la ristrutturazione della scuola i nostri bambini sono stati sfollati a Doberdò provocando un certo disagio per i trasporti?

Quando ho iscritto mia figlia, la scuola aveva meno iscritti, viveva una dimensione comunitaria di stretta collaborazione con gli insegnanti. Ora che gli iscritti sono aumentati può essere che la collaborazione vada persa e che si creino delle incomprensioni. Infatti molti dei nuovi iscritti sono di genitori italiani, e questo può avere delle conseguenze nella didattica.

Devo dire che non poter supportare le figlie nei compiti è un benefit, perché i figli si devono sapere amministrare. Comunque le seguo per quanto posso, responsabilizzandole. Se si accorgono di non aver capito, chiedono il giorno dopo alla maestra.

Come associazione dei genitori si pensa di attuare degli incontri con degli esperti sul tema: come mi devo approcciare nei confronti di un bambino che si deve "buttare" in un'altra lingua.

Assistere ad una recita dove non si capisce niente mi ha dato una sensazione di totale inadeguatezza, ma adesso ho cominciato a capire e sto superando i problemi. Adesso ho imparato qualcosa anch'io. L'altro giorno per motivi di lavoro ho dovuto visitare un cliente di Lubiana a Nova Gorica e ho avuto una piacevole sorpresa perché sono riuscita a capire e a parlare, facendo la mia bella figura. Gli italiani, generalmente al 100%, non spiaccicano nemmeno una parola di sloveno.

Ho iscritto mio figlio perché avesse una full immersion e penso di mandare i figli fino alla terza media, dopo decideranno da soli.