di Francesco Babich, Liceo Scientifico Statale "M.Buonarroti", Monfalcone
Il confine spesso poi è imposto alla gente che è costretta a viverlo in modo sofferente e difficile a causa di governi che, consumati dalla volontà di avere più potere e di espandere il territorio, mandano a morire molti per conquistare un fiume o un monte: elemento naturali che erano lì prima dell'uomo che si dichiara loro padrone e saranno lì anche dopo la sua morte a sottolineare come sia assurdo dare la vita per dominare su nuovi territori. Io ho anche un esempio di ciò nella mia famiglia: i miei bisnonni materni hanno combattuto nella prima guerra mondiale l'uno nelle file dell'Austria e l'altro dell'Italia, mentre i miei nonni paterni sono di origine slovena. Oggi tutti sarebbero sotto una solo bandiera, quella europea!
Per fortuna nei giovani, o almeno per molti di noi è così, il confine non è più il limite drammatico che era per i nonni o, in alcuni casi, per i genitori; noi ci confrontiamo con esso, probabilmente molti ragazzi lo hanno già abbattuto nella loro mente cercando di conoscere ciò che di bello può esserci fuori di casa, ma del quale si sa poco perché separato da noi per mezzo del confine...stare in estate sulla costa a Grado o Duino e guardare la costa di fronte a sé è molto bello per capire come il confine non possa essere una cosa rigida: l'impossibilità di dire con chiarezza dove finisca l'Italia e inizi la Slovenia con precisione è l'esempio di come i confini siano limiti che l'uomo si pone. Questa è la visione del confine che ho io, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano ragazzi che vivono lontano da esso, a Roma o Napoli.
Un immagine che riassume limpidamente cosa sia per me il confine è una cartina geografica nella quale sono tracciati sì i confini, ma gli stati non sono colorati con tinte forti ed unite bensì sfumate dal centro fino al confine dove si fondono con quella del vicino, così che la linea del confine abbia alla sua destra e alla sua sinistra una colorazione molto molto simile.