di Aljosa Jarc, Liceo Classico Statale "Primoz Trubar", Gorizia
Sabato 1° maggio 2004 la Slovenia è entrata nell'Unione europea. Sulla piazza della stazione ferroviaria nord si è svolta la festa principale, alla quale erano presenti, tra gli altri, anche il Presidente della Commissione europea Romano Prodi, il Presidente del Consiglio sloveno Anton Rop e il Ministro sloveno per gli Affari Esteri Dimitri Rupel. Senza dubbio per la Slovenia il primo maggio è una data importante che ricorderemo ancora per molto tempo, ma anche per l'Europa è stato il giorno in cui nella comunità sono entrati ben dieci nuovi stati membri.
Nel goriziano il primo maggio simboleggia la caduta del confine, di quella barriera descritta dai giornalisti come "muro di Berlino", l'ultimo rimasuglio della cortina di ferro. Questo è in parte anche vero, dato che il confine dopo la seconda guerra mondiale non era soltanto un "confine" tra due stati, ma un vero e proprio muro che separava famiglie, amici e conoscenti. Erano tempi difficili. I nostri nonni non potevano andare in Jugoslavia e non si poteva nemmeno venie in Italia. Per qualche anno la situazione è stata veramente terribile. Con l'introduzione del lasciapassare c'è stato un miglioramento, ma non si era ancora giunti alla normalità.
Penso comunque che la vita vicino al confine non sia ordinaria. Noi giovani vediamo il confine in una luce diversa. È ben vero che per entrare in Slovenia dobbiamo tuttora esibire la carta d'identità o il lasciapassare (e questo ancora per due anni), ma l'atmosfera presso il confine è stata per noi diversa rispetto a un tempo. I controlli erano poco severi, a volte quasi impercettibili. Solamente vent'anni fa le guardie al confine potevano perfino sparare. Per fortuna noi giovani non abbiamo conosciuto questo lato oscuro.
Non ho mai pensato al confine come ad un problema, perché pensavo fosse giusto che due stati fossero separati da una linea divisoria. Adesso però mi rendo conto che senza il confine è più bello. Per questo ho deciso di visitare più spesso Nova Gorica quest'anno, dato che ora mi sembra più vicina. Sarebbe un peccato restare isolati a Gorizia. Noi sloveni della minoranza in Italia possiamo sentirci bene sia in Italia sia in Slovenia. Per questo motivo potremmo essere oggetto d'invidia sia da parte degli Italiani che degli Sloveni.
Giorni fa pensavo come sarebbe oggi se dopo la seconda guerra mondiale non avessero posto il confine tra i due stati, come sarebbe la vita a Nova Gorica e a Gorizia. L'ho pensato per un po' di tempo e poi sono giunto alla conclusione che se non ci fosse il confine non ci sarebbe nemmeno Nova Gorica! Dove ora sorge la città sarebbero rimasti i prati, oppure vi si sarebbe allargata Gorizia, tutto sarebbe una sola grande città. A dire il vero sia Gorizia che Nova Gorica non sono città grandi.
Spero che ora noi sloveni oltreconfinari ci uniremo di più con gli Sloveni e anche con gli Italiani. In questi giorni sembra che tutti aspettino la caduta del confine e che siano tutti amici da sempre. Questo non è del tutto vero, ma se questo sentimento diventasse realtà sarebbe molto produttivo per noi tutti. È ben vero che l'Unione europea è un'unione di tipo soprattutto economico, ma i cittadini europei devono unirsi tra di loro e i confini ora li sentiranno soltanto i singoli nel loro intimo. È finito il tempo delle guerre (anche se non quello degli attacchi terroristici) e delle violenze tra gli Europei. La pace è sempre meglio della guerra e dobbiamo accoglierla a mani aperte.
Tra qualche anno all'UE si aggiungeranno altri stati e allora la comunità sarà ancora più grande. E noi ci vanteremo di come abbiamo eliminato il confine, il muro, la barriera tra due stati! Per raggiungere ciò abbiamo impiegato molti anni. In questi anni i nostri nonni, noi un po' meno, hanno sofferto la separazione. Dobbiamo ora agire in modo che il confine non possa tornare. Infatti abbiamo visto che per metterlo ci vuole poco tempo, per toglierlo invece molto molto di più.