Citazioni sulla crisi greca tratte da riviste e quotidiani europei
APPELLO AI GRECI
Il nostro Paese è sull’orlo dell’abisso. Mi appello a voi, a non fare il passo di troppo, che ci farebbe precipitare nel vuoto.
Carolos Papoulias, presidente greco dopo le manifestazioni degenerate nella morte di 3 persone mercoledì 5 maggio
CRISI GRECA, CRISI DELL’EURO
In un mondo in cui l’impossibile è diventato possibile, mentre il numero uno del Dipartimento dei capitali Fmi, José Vinals, si diceva fiducioso sulla possibilità che la Grecia esca dalla crisi, i rendimenti dei titoli ellenici a dieci anni hanno toccato un nuovo record, arrivando a quota 7,99% affossando i prezzi. Parole di circostanza, in attesa che le missioni Ue, Bce e Fmi terminino i lavori “dopo due-tre settimane” di verifiche contabili nei conti greci.
Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore
ROULETTE GRECA, IL CONTO ALLE BANCHE O AI CONTRIBUENTI TEDESCHI?
"Le banche e le compagnie d’assicurazione tedesche vogliono comprare bond tedeschi e greci per pochi miliardi di euro, e così dare ‘un significativo contributo’. Tanto di cappello? Niente affatto! Le banche stanno comprando bond, ma interessi e ammortamento sono garantiti dai contribuenti tedeschi. Inoltre le istituzioni finanziarie hanno ottenuto un grande patto dalla roulette greca. Finché le cose andavano bene, volevano l’economia di mercato e i governi fuori dalla porta. Ma ora che la festa è finita, nessuno vuole pagare il conto. Va chiarito subito in che misura le banche saranno chiamate a fare il loro dovere. O rinunciano ai debiti della Grecia, o contribuiranno attraverso un’imposta ad un pacchetto di salvataggio.
Bild, tabloid popolare tedesco
BRUXELLES COMPLICE
Ha ragione il premier greco Georgios Papandreu, quando dice che l'Ue non è meno responsabile della crisi della stessa Grecia. Questa crisi è una cartina al tornasole che ci fa capire molte cose su politica e finanza in Grecia, ma anche sul funzionamento della stessa Ue. Bruxelles è complice della tragedia greca di questi giorni.
Ivan Krastev, direttore del Centro per le strategie liberali, Sofia
RIVOLUZIONE IN EUROZONA SENZA DIBATTITO PUBBLICO
Per la Germania, è una settimana fatale. Il gigantesco pacchetto di aiuti che si sta mettendo a punto in queste ore cambia dalle fondamenta le condizioni all’interno dell’eurozona. La decisione più inimmaginabile dall’introduzione dell’euro sta avvenendo senza dibattito pubblico, ed è proprio quello che il governo tedesco vuole. Il coinvolgimento del parlamento è una pura farsa". Il ministro delle Finanze Schäuble ha dichiarato più volte che non c’è alternative agli aiuti alla Grecia. E’ l’unica strada che assicura la stabilità dell’euro, dice. Tuttavia nessuno è in grado di promettere seriamente che questo nuovo denaro riuscirà a prevenire l’insolvenza greca o a ristrutturare il suo debito. E’ pura speculazione che viene usata per imbrogliare i cittadini e invocare la solidarietà europea come via per ottenere la stabilità politica ed economica. Se i Greci falliranno nei prossimi pochi mesi, non solo sarà il denaro dei contribuenti ad andare perso, ma la fiducia nei politici sarà scossa in modo permanente.
Die Welt, quotidiano conservatore tedesco
COME L'ARGENTINA
Quanto accade oggi in Grecia sembra molto simile a quanto successo in Argentina, ma credo che la situazione greca sia ancora più complicata
Domingo Cavallo, ministro dell'Economia a Buenos Aires ai tempi del crack argentino (2001)
CAOS
In questa drammatica situazione la cosa peggiore che i greci possono fare è diffondere il caos di cui siamo testimoni. E' stato convocato uno sciopero generale; in Grecia uno sport nazionale. Per protestare contro chi? Contro le prime misure di un governo che non ha responsabilità rispetto all'attuale stato delle cose? E' come se un paziente prendesse a schiaffi il proprio dottore.
Grigore Cartianu, caporedattore del quotidiano rumeno Adevărul in riferimento ai disordini scoppiati dopo l'annuncio delle misure di austerity
FINE DI UN'EPOCA
L'economista statunitense Roubini ha dichiarato che la Grecia è come un canarino in miniera. Finché canta, tutto bene. Quando tace, arriva il caos...E anche lasciando per un attimo da parte il destino della Grecia, così come quello delle possibili vittime di un prossimo “effetto domino” (Portogallo, Spagna, Irlanda), la crisi è il chiaro segnale della fine di un'epoca.
L'analista Fernando Sobral sul quotidiano portoghese “Jornal de Negócios”
TIMORI PER L’OCCUPAZIONE
I greci hanno svuotato i loro conti bancari, detto addio a progetti di vacanze per l’estate e cominciato a prendere l’autobus. Ora temono per i loro posti di lavoro: la crisi ha sconvolto il Paese. E soprattutto si sentono umiliati dalle esitazioni della Germania.
Der Spiegel, rivista settimanale tedesca
GRECI SCOSSI E ARRABBIATI
Il telefono della sua agenzia di viaggi è muto da settimane. Il signor Lestaris ha venduto il suo ultimo pacchetto vacanze ad una coppia una settimana fa: tre giorni in un’isola dell’Egeo, nient’altro. "E’ la stagnazione totale, tutto è fermo" spiega. Vende anche pacchetti a basso prezzo –in autobus fino ad Istanbul, 7 giorni in mezza pensione a €390- ma ci sono decine di posti ancora disponibili. In affari da una vita, ora copre a stento l’affitto del negozio. Non ha mai visto una crisi come questa. I suoi sentimenti: incertezza e rabbia. Per le false statistiche sul debito fabbricate dal governo precedente. E per il fatto che oggi i greci siano visti dagli altri cittadini Ue per lo più come gente pigra, che ha vissuto al di sopra dei propri mezzi, che ha guadagnato e sprecato il fretta, e che si appoggia al sostegno estero per evitare la bancarotta nazionale. Lui si è pagato un proprio fondo pensione per 37 anni per ricevere ora €617 netti al mese. “Ditelo alla Merkel” ci chiede.
Der Spiegel, rivista settimanale tedesca
TRA I GRECI IL TURCO ERDOGAN PIU’ POPOLARE DELLA MERKEL
Sebbene Ue e Fmi si siano accordati per tenere a galla la Grecia con un prestito da 11 miliardi di euro, nei prossimi tre anni in modo da evitare al Paese la bancarotta, i sentimenti di autostima dei greci oggi sono in picchiata. Sono sconvolti dall’attendismo e poi dalla riluttanza della Merkel prima di approdare all’accordo paracadute. “Angela Merkel? No grazie” aveva titolato in prima pagina il quotidiano “To Vima”. Il politico Ue preferito in Grecia resta Sarkozy, con il 76% che aveva assicurato ad Atene ‘sostegno in caso di bisogno’. Poi il premier russo Putin (73%) e il presidente Usa Obama (68%). Merkel chiude la lista con il 18% di greci che ha un’opinione positiva su di lei. Viene superata anche dall’arci-nemico di Atene, il premier turco Erdogan, apprezzato nella sua risposta alla crisi dal 32% degli interpellati.
To Vima, quotidiano greco
GRECIA ‘AFFITTASI’
All’inizio del 2010, il Paese si era già autoimposto un iniziale pacchetto di misure di austerity, compreso l’aumento dell’iva dal 19 al 21%. Misure che già mostrano i loro effetti. I greci consumano meno nei negozi ci sono ribassi e offerte spettacolari. Ad esempio, in una boutique di moda come Kamoulakos c’è una borsa gratis per chi fa acquisti sopra I 70 euro. Molti negozi chiudono. Il colpo d’occhio è notevole perfino a via Emou, una delle arterie dello shopping ateniese. Sulle vetrine di diversi negozi si legge la scritta "Enoikiazetai" - "Affittasi". Impensabile prima d’ora.
Der Spiegel, rivista settimanale tedesca
DENARO NASCOSTO IN CASA
Molti greci temono le cose possano peggiorare ancora. Ma già negli ultimi mesi privati e aziende hanno ritirato circa 10 miliardi di euro dalle banche greche, preferendo tenerli in casa o trasferirli su banche estere. Crescono anche le proteste in strada. Martedì gli statali sono scesi in sciopero, poi gli insegnanti. Poi lo sciopero generale. Anche le forze di sicurezza e i poliziotti sono in collera. Minacciano anche gli operatori e i fotografi alle manifestazioni: cancella scatti e riprese, o vieni con noi.
Der Spiegel, rivista settimanale tedesca
IL SINDACATO GSEE, NESSUNA RESA SENZA COMBATTERE
I sindacati greci ammettono che il governo debba tagliare le spese e aumentare le tasse, ma ritengono che saranno i salari più bassi a sopportare il peso maggiore delle misure d’emergenza. “Queste persone stanno perdendo i loro diritti, stanno perdendo il loro futuro” ha detto Yiannis Panagopolous del sindacato GSEE all’agenzia di stampa Associated Press. "Il Paese non può arrendersi senza combattere".
Associated Press
LA GRECIA ‘COMMISSARIATA’
Che sia la chiazza di petrolio o la bancarotta greca, chi ha causato le catastrofi dovrebbe pagare. La colpa principale è di quegli Stati –in particolare la Grecia- dirottati verso la crisi dalla loro stessa inefficienza e corruzione. Per questo è giustificata l’idea di monitorarli strettamente. Nei casi più gravi, dev’essere possibile privare un Paese membro Ue del suo diritto di voto se propone bilanci nazionali che non soddisfano le esigenze di stabilità. Inoltre, quando gli abusi sono seriali, sarebbe auspicabile limitare il diritto dello Stato in questione a fissare un proprio budget, affidato invece ad un ‘commissario al risparmio’ inviato da Bruxelles, ad esempio, con il doppio ruolo di emissario e di ministro ombra delle finanze.
Der Spiegel, rivista settimanale tedesca
CHI SCOMMETTE CONTRO LA GRECIA, SCOMMETTE CONTRO L’EURO
Gravi responsabilità vanno ascritte agli speculatori al lavoro nelle maggiori banche mondiali che sciamano come mosche su questi Paesi ‘malati’ e li tormentano fino alla morte, guadagnando dallo scommettere contro Grecia, Spagna o Portogallo. In ultima analisi, scommettono contro l’euro. Quindi vanno biasimati i politici dei diversi partiti, che anziché scontrarsi o cavalcare la tigre, dovrebbero al più presto introdurre nuove tasse sui mercati finanziari.
Der Spiegel, rivista settimanale tedesca
NESSUNA RIFORMA DOPO IL CRAC LEHMAN
In gioco ora c’è più della Grecia o dell’euro. Qui è in gioco il monopolio dei governi sulle leve del potere. Nelle democrazie mondiali cresce la sensazione che i politici e i governi siano impotenti di fronte al casinò globale del capitalismo. Contro il profitto ad ogni costo, è il momento di chiarire chi è il capo e chi fa le regole. Attendiamo riforme ora: perché appena un anno fa, all’indomani del crac Lehman Brothers, nei summit Ue e G-20, si era fatto appello alla regolamentazione dei mercati finanziari globali, ed era stato detto che una crisi di quelle proporzioni non doveva più verificarsi. Tuttavia quei summit non hanno prodotto nulla di concreto. E ora, abbiamo la seconda esplosione. E ora a rischio non c’è una banca. Ma una nazione. E il suo eventuale collasso potrebbe rovesciare un effetto domino sull’Europa. Davvero ci sono ancora Paesi che pensano di essere immuni?
Christoph Schwennicke, Der Spiegel
NELLE UE NON CI SONO STATE ADESIONI AFFRETTATE
Nell'Unione Europea non ci sono state annessioni affrettate. Anzi, bisognerà completare il processo con gli altri Paesi, a partire da quelli dei Balcani. In Europa ci sono ancora nazioni che non fanno parte dell'Ue, ma che sono sempre state europee e che adesso devono entrare. Bisogna tutelarci dall'euroscetticismo, perché se non contiamo nulla è solo perché siamo divisi, anche per quanto riguarda la Grecia. La disunione e la mancanza di solidarietà ha impedito all'Unione europea di risolvere fin da subito il problema, quando era molto piccolo.
Romano Prodi, prima di intervenire giovedì 6 maggio ad una lezione al Politecnico di Torino sull'Unione europea
INCOGNITE
E' ancora incognito quanto può accadere e sta accadendo nella fascia dal Baltico ai Paesi meridionali dell'est Europa.
Giulio Tremonti, ministro italiano dell’Economia, parlando giovedì 6 maggio della crisi della Grecia in Aula alla Camera durante l'informativa urgente del governo