Cambiamondo è una trasmissione di Radio2 a diffusione regionale in Trentino Alto Adige. Le due conduttrici, Giovanna Collauto e Tiziana Raffaelli, hanno colloquiato con tre dei protagonisti trentini di progetti di solidarietà in Caucaso e Russia
Ennio Bordato è presidente dell'associazione Aiutateci a Salvare i bambini. L'intervista è a cura di Giovanna Collauto.
La vostra associazione si occupa in particolare dei bambini di Mosca, ma anche, come ci dirà in seguito, a Beslan. Due parole sulla nascita di quest'associazione ...
E' nata nell'aprile del 2001 a seguito di una mia visita a Mosca ad una clinica pediatrica che è secondo quanto dicono i russi "l'ammiraglia della pediatria russa". Un centro di eccellenza, l'unico in Russia che sino ad ora cura determinate malattie particolarmente gravi come ad esempio leucemie e poi esegue trapianti di midollo e di reni. Si occupa quindi di tutte le malattie oncologiche pediatriche.
Una clinica molto grande ...
Si, ha più di 1200 posti letto. Facciamo l'esempio di cliniche conosciute in Italia: il Gasilini ha circa 400 posti. E' quindi tre volte quest'ultimo.
I bambini ricoverati in questa clinica provengono da situazioni particolari?
Provengono da situazioni molto varie. Come ci si ammala in Italia, ci si ammala negli Stati Uniti e ci si ammala anche in Russia. Sono malattie comunemente presenti, leucemie, malattie oncologiche infantili. Una serie di patologie presenti anche in Italia e che anche in Italia vedono il sistema del volontariato molto presente perché sono malattie la cui cura costa molto e pesano molto sul sistema generale della sanità.
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Noi interveniamo tramite un'associazione locale di volontariato fondata nell'89 da un famosisssimo prete russo che è padre Alkeader Men. Quest'ultimo ha avuto un ruolo importantissimo nella fase di passaggio tra Unione Sovietica e nuovo stato russo. La sua associazione interviene laddove le famiglie finiscono le risorse. Noi non aiutiamo attraverso il volontariato tutti indistintamente. Aiutiamo dopo che queste famiglie purtroppo vendono la casa, vendono la macchina, fanno una colletta tra gli amici ed alla fine, quando non sono più in grado di pagarsi i farmaci che sono particolarmente costosi - tra il resto sono più costosi là che qua in Italia, perché c'è tutto un problema di mercato - interviene il volontariato.
Comunque lavoriamo - al di là delle emergenze - su progetti che annualmente vengono discussi assieme da noi, il gruppo di volontariato Alexander Men e l'équipe medico-amministrativa della clinica pediatrica
Fornite inoltre attrezzature specialistiche, medicinali, a seconda delle esigenze ...
Esatto, siamo partiti dall'emergenza, nel 2000, 2001 e 2003 con l'acquisto di medicinali, siamo poi passati alla fornitura di macchinari specialistici e l'anno scorso siamo arrivati a portare a termine un progetto ambizioso che ha visto molti partecipare a diversi livelli, tra i quali la Provincia di Trento e la Regione Trentino Alto Adige al fianco di molti donatori privati. Abbiamo realizzato una foresteria pediatrica, un immobile che già sta ospitando una trentina di bambini con le loro mamme ed i loro papà.
Ci parli meglio di questa iniziativa ...
Come ha detto la vice-responsabile amministrativa dell'ospedale, lo scorso 28 settembre al giorno dell'inaugurazione, questo centro era un'esigenza che la clinica pediatrica aveva da sempre e cioè una struttura per poter ospitare i bambini nel periodo in cui si può passare dall'ospedalizzazione a cure alternative quindi day hospital o quant'altro.
Noi siamo partiti nel 2005 con questo progetto che sembrava improbabile e impossibile perché complessivamente la donazione si aggira sui 500.000 euro ma poi da goccia nasce il mare e quindi siamo riusciti ad inaugurare nel settembnre scorso il centro che risolve un sacco di problemi, a partire dall'unificazione delle famiglie.
Prima accadeva che i bambini rimanevano ospedalizzati e le madri invece dovevano dormire in situazioni di emergenza, non da ultimo le stazioni ferroviarie. Inoltre abbiamo spostato una trentina di bambini dalla clinica alla foresteria liberando quindi dei posti nella clinica le cui liste di attesa sono sempre molto lunghe.
Tutto questo a Mosca ma avete anche un altro progetto a favore dei bambini orfani che vivono in altra parti della Russia, in quali zone?
Il progetto si chiama "Orfani di Russia", interverremo nel 2007 in due regioni confinanti con quella di Mosca e che vede sostanzialmente l'equipe di specialisti della clinica pediatrica di Mosca intervenire negli orfanotrofi, fare uno screening sopratutto dei bambini che soffrono di patologie fisiche e psicologiche, per poi portarli a Mosca per curarli e dando loro la possibilità di essere accolti tramite adozione in famiglie russe o all'estero.
Parliamo infine di Beslan dove dopo il massacro della scuola avete gestito un progetto della Provincia autonoma di Trento e di cui nessuno più parla. Voi ci lavorate ancora ...
Noi ci siamo ancora, purtroppo siamo l'unica associazione italiana a farlo. Abbiamo un accordo con la protezione civile nazionale, con Bertolaso. Gestiamo un progetto che è partito al di là del progetto della provincia di Trento. Nel 2006 abbiamo promosso la presenza a Beslan di un'équipe di psicologi di Padova specializzati sulla psicologia d'emergenza. Questo progetto avrà ancora due anni di sviluppo e terminerà nel 2008 quando, anche grazie alla formazione in Italia di una psicologa della Scuola numero 1 (quella dell'attentato terroristico, ndr) potremo completare il passaggio di consegne. E' un progetto estremamente importante per dare strumenti agli inseganti, al personale e alle famiglie della Scuola numero 1 per affronatre il disagio psicologico e in alcuni casi anche psichiatrico che permane ancora nei bambini ex ostaggi.