"Un mare", di Fabio Fiori, è un libro in cui storia, mito e modernità si intrecciano e hanno come sfondo comune l’Adriatico
L'autore del volume presenta l'Adriatico in tutta la sua particolarità: teatro di storie, miti, grandi gesta. Luogo in cui le attività dell'uomo seguono, sin dall'antichità, l'alternarsi delle stagioni. Il libro infatti è suddiviso in capitoli corrispondenti ai 12 mesi dell'anno: ogni attività ha un periodo di svolgimento ben preciso, che non può essere modificato dall'uomo. “L’Adriatico, impone anche all’uomo moderno, i suoi ritmi, fatti di stagioni di raccolta e di paziente attesa”.
Fiori descrive, con dovizia di particolari, la pesca, l'estrazione del sale, la produzione della canapa; ma anche storie e leggende legate a questo grande mare. La pesca ha un ruolo predominante: è una delle poche attività rimaste in cui il rapporto tra uomo e natura è ancora stretto. Per Fiori la pesca nella modernità ha un valore economico minimo, ma il suo valore culturale è senza eguali. I pescatori tramandano saperi, termini linguistici di origine antichissima. Nel mondo marinaresco i simboli giocano un ruolo fondamentale: ad esempio il colore delle vele ha un significato tutto particolare.
Per sottolineare quest'aspetto, l'autore riprende il mito dell'impresa del Minotauro: "Egeo, prima della partenza del figlio Teseo per l'isola minoica, gli regalò una vela bianca, da issare in caso di vittoria. Sulla rotta per Atene però l'eroe, che uccise il Minotauro, dimenticò la promessa fatta al padre, il quale vedendo la vela nera pensò che il figlio fosse morto. Teseo venne allora colto dalla disperazione e, in lacrime, si gettò in mare perdendo la vita."
Il mare Adriatico è un luogo ricco di misteri e leggende. Il lettore si perde tra le sue acque profonde; acque che l'uomo, nonostante il progresso tecnologico, non è ancora in grado di controllare. “Il mare ha una sua resistenza alle trasformazioni, forse perché la sua dimensione e la sua forza rimangono ancora sovra-umane”.