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Nel 2013 la Bulgaria fa segnare nuovo un record negativo per il numero di neonati. Il paese si conferma in crisi demografica, e si spopola a ritmi preoccupanti. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [9 gennaio 2014]

E' dal 1946 che le culle in Bulgaria non erano così vuote. Con solo 61mila bambini nati nel corso del 2013, il paese ha segnato un nuovo record negativo, confermandosi uno degli stati al mondo affetto dai più gravi problemi demografici.

I dati, resi noti all'inizio di gennaio, hanno riaperto in Bulgaria forti polemiche sul rapido spopolamento del paese, tema divenuto sempre più rovente negli ultimi anni. Dopo un breve “baby boom” nei primi anni 2000, lo scoppiare della crisi ha fatto crollare il numero delle nascite, passate dalle oltre 80mila nel 2009 alle poco più di 60mila dell'anno appena trascorso. Dati lontanissimi dal record, risalente al 1950, di 180mila bebè.

A far scendere il numero dei nuovi nati concorrono fattori diversi: l'invecchiamento della popolazione, con sempre meno donne in età fertile e l'emigrazione di giovani all'estero in cerca di migliori opportunità di vita. Per chi resta, le difficoltà economiche sono un forte deterrente e chi decide di mettere su famiglia, di solito si accontenta di un solo bambino.

Le poche nascite e l'alto tasso di mortalità, fanno della Bulgaria uno dei paesi al mondo la cui popolazione diminuisce più in fretta. Situazione fotografata impietosamente dal censimento del 2011. Negli ultimi 25 anni gli abitanti della Bulgaria sono passati da nove a poco più di sette milioni. La perdita, pari a quasi due milioni, ha azzerato l'intera crescita demografica avvenuta nel paese a partire dalla Seconda guerra mondiale: un primato negativo non solo a livello europeo, ma mondiale.

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