Votata la fiducia al nuovo esecutivo bulgaro guidato dal leader di GERB Boyko Borisov. Entrano ufficialmente al governo le forze nazionaliste dei “Patrioti Uniti”. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [4 maggio 2017]
Con 133 sì e 100 no, oggi il parlamento di Sofia ha dato ufficialmente il via al terzo governo targato Boyko Borisov. Il leader di GERB, movimento di centro destra, torna così in sella dopo la vittoria alle consultazioni dello scorso 27 marzo.
Tra i 18 ministri e quattro vice premier della sua nuova squadra di governo, Borisov conta però stavolta anche rappresentanti dei “Patrioti Uniti”, alleanza delle forze nazionaliste ed euro-scettiche.
Negli anni scorsi i nazionalisti hanno fornito un appoggio esterno al governo Borisov, ma questa è la prima volta che entrano direttamente nell'esecutivo, un'evoluzione del tutto impensabile fino a pochi anni fa: tra i ministeri riservati ai “Patrioti Uniti”, ci sono quelli strategici di Difesa, Economia ed Ambiente a cui si sommano due vice-premier.
In un breve discorso in aula il premier Borisov, figura che domina il panorama politico bulgaro da quasi un decennio, ha promesso un rapido miglioramento delle condizioni di vita nel paese, l'approvazione di nuove norme anti-corruzione e l'attesa riforma della giustizia.
Nonostante l'intenzione del premier di portare a termine il mandato di quattro anni, secondo molti osservatori il terzo governo Borisov rischia di durare molto meno: l'orizzonte è il semestre bulgaro di presidenza dell'Unione europea, previsto per la prima metà del 2018.
Vista la maggioranza risicata in parlamento (oggi ha votato “sì” anche il movimento populista Volya, che resta però fuori dall'esecutivo) ma anche la storica litigiosità della coalizione nazionalista, in molti sono pronti a scommettere che la fine della presidenza bulgara coinciderà con quella di questo governo.
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