Il candidato socialista Rumen Radev vince il primo turno delle presidenziali in Bulgaria: il governo conservatore scricchiola, probabili elezioni politiche anticipate. Francesco Martino (OBC-Transeuropa) per il GR di Radio Capodistria [7 novembre 2016]
Il primo turno delle presidenziali in Bulgaria, vinto dal candidato dell'opposizione socialista, l'ex comandante dell'aeronautica militare Rumen Radev, apre una nuova fase di instabilità che, con tutta probabilità porterà alle dimissioni del governo e a nuove elezioni politiche anticipate.
Il premier conservatore Boyko Borisov aveva infatti annunciato le dimissioni se il proprio candidato, la presidente del parlamento Tsetska Tsacheva, non avevesse ottenuto la maggioranza relativa al primo turno. Dopo l'annuncio dei primi risultati parziali del voto, che vedono la Tsacheva intorno al 21%, con almeno tre punti di ritardo rispetto al candidato socialista, Borisov ha fatto parzialmente marcia indietro, rimandando le proprie dimissioni al secondo turno di domenica prossima, dove la sconfitta sembra però piuttosto probabile.
Più che di fattori esterni, la crisi sembra essere il frutto di problemi interni a GERB il partito guidato da Borisov, che ha presentato con grande ritardo una candidatura – quela della Tsacheva - ritenuta poco carismatica e convincente. Ad approfittarne sono soprattutto i socialisti, che riemergono da un lungo periodo di appannamento politico, ma anche il blocco nazionalista, che ha fatto campagna soprattutto sulla questione dei migranti, e che è riuscito a piazzare il proprio candidato al terzo posto.
Discreta l'affluenza alle urne, che ha toccato il 57% anche grazie all'introduzione, per la prima volta del voto obbligatorio. Resta invece sospeso il destino di tre referendum, che riguadano anche l'introduzione di un sistema elettorale maggioritario e la limitazione del finanziamento pubblico ai partiti: non avendo raggiunto il quorum, anche se di poco, saranno esaminati in parlamento nei prossimi mesi.
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